Si fa operare per non avere figli, influencer coperta di insulti: “Lo hai fatto solo per fare sesso libero”
Francesca Guacci, fitness influencer, ha raccontato di recente la sua esperienza sul suo profilo Instagram scatenando solidarietà ma anche tanti attacchi violenti
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È di oggi la notizia che siamo diventati otto miliari, le Nazioni Unite hanno confermato che nella notte è nato l’otto miliardesimo bambino e, nonostante i rischi della sovrappopolazione siano sotto gli occhi di tutti (scarsezza di risorse, guerra per l’accaparramento di terre e materie prime, eccetera) c’è chi si scandalizza perché una donna decide di non avere figli. E lo decide in modo irreversibile con un intervento chirurgico. Stiamo parlando di Francesca Guacci fitiness influencer di 28 anni che ha deciso cinque anni fa di affrontare una salpingectomia, che consiste nell'asportazione delle tube uterine.
Una scelta irrevocabile
Ebbene, questa donna che ha sempre saputo di non volere diventare madre e che, in tutta coscienza, ha preso la risoluzione conseguente è stata per questo coperta di critiche e insulti proprio sui social che sono il suo pane e il suo lavoro. “Non voglio avere figli, è una scelta irrevocabile. So che non potrei dedicare loro il tempo, le attenzioni e lo spazio che si meritano”, dice scatenando le ire di chi, evidentemente, nel 2022 non ritiene che una donna possa decidere del suo corpo e del suo futuro sottraendosi alla missione che madre natura le avrebbe immancabilmente affidato: figliare.
La sua testimonianza
E invece Francesca non ci sta, fin da bambina capisce che la vita da mamma non fa per lei ma il suo è stato un percorso a ostacoli in cui ha dovuto affrontare anche tante umiliazioni. Ne parlò cinque anni fa, all’indomani dall’intervento e già allora fu criticata. Negli ultimi tempi è tornata sull’argomento con un’intervista al Gazzettino per dare una testimonianza che sia utile a tante ragazze e donne che, come lei, decidono di non volere figli. “Ho scoperto che esisteva questa possibilità quando ero adolescente e gran parte delle conoscenze le ho apprese attraverso il web, perché i medici sono sempre stati poco predisposti. Anche dopo il compimento della maggiore età, mi sono sentita contrastata. Il mio ginecologo e i vari dottori ai quali mi sono rivolta non volevano fornirmi le informazioni necessarie, pareva sempre che fossi troppo piccola e troppo immatura. Solo per quello però. Per tutto il resto ero una donna fatta e finita, che doveva prendersi le proprie responsabilità”.
Gli insulti di chi non tollera la libertà altrui
Un ospedale in provincia di Padova (lei è di Massanzago) le ha negato l’operazione, poi eseguita nel Veronese: “Gli anticoncezionali non erano abbastanza per me. Prima dell’operazione vivevo ogni rapporto con il terrore di rimanere incinta, diventavo odiosa e intrattabile, non mi sentivo mai serena e libera. Mi è successo di non avere la copertura della pillola, che il preservativo si rompesse”. Ma Francesca si è sentita dire di tutto, addirittura “che voglio solo fare sesso libero”. Come se la cosa fosse una colpa poi. “Ho ricevuto tantissimi insulti. Mi dicono che sono irresponsabile e altre sciocchezze che mi scivolano addosso. In realtà i commenti sono divisi a metà, c’è molta aggressività, ma anche tanti che mi sostengono”, confessa poi al Corriere.
Donna snaturata
Ma il messaggio che Francesca Guacci vuole dare è un altro: “La salpigenctomia non è una sterilizzazione, vengono tolte solo le tube. Posso diventare comunque madre, senza una gravidanza naturale. Ho le ovaie e l’utero, quindi ho le mestruazioni, non sono in menopausa, posso fare la fecondazione in vitro”. La decisione di condividere la sua scelta ha una motivo: “Perché ho sofferto molto prima di riuscire a fare l’operazione. Sono stata osteggiata e denigrata, anche da medici. Un ospedale 5 anni fa ha rifiutato di farmi l’intervento, trattandomi male, umiliandomi, mi sono sentita violata. Le motivazioni? Mi hanno detto che ero troppo giovane, che era una scelta contronatura. Invece era un mio diritto. Infatti in un altro ospedale mi hanno operata subito, senza problemi e senza alcuna inquisizione o colpevolizzazione”.
La lotta quindi è anche contro la cultura che vuole la donna madre e che considera contronatura la libera scelta in direzione opposta. E se i social network sono uno spaccato della cultura imperante in Italia, l’emancipazione femminile resta una strada ancora lunga.