Olimpiadi di Parigi 2024: per la prima volta ai Giochi ci sarà parità di genere. Ecco perché

Tra pochi giorni nella capitale francese inizieranno a sfidarsi 10mila500 atleti provenienti da più di 200 nazioni, alle prese con 32 sport. E sarà la prima volta che si conterà lo stesso numero di atleti maschi e femmine

di Paola Babich

1924, 3089, 132 e 2954. Stiamo dando i numeri? No, niente affatto. Queste cifre si riferiscono all’anno in cui Parigi ospitò i Giochi Olimpici l’ultima volta (esattamente un secolo fa), al numero totale di atleti che vi parteciparono, e alla quantità di donne e uomini che furono ammessi (provenivano da 44 Paesi e gareggiarono in 17 discipline). Tra pochi giorni nella capitale francese inizieranno a sfidarsi 10mila500 atleti provenienti da più di 200 nazioni, alle prese con 32 sport. E sarà la prima volta che si conterà lo stesso numero di atleti maschi e femmine, 5250.

Il percorso per raggiungere l’obiettivo

Il percorso per arrivare a questo traguardo e stato lungo e non semplice: dalle Olimpiadi di Parigi del 1900 (in cui solo il 2% di atleti era donna) a quelle che stanno per iniziare, ogni edizione ha visto aumentare la percentuale di partecipanti donne.

Ma quali sono state le principali e più significative tappe di questo importante percorso? Vediamole: Parigi 1900 (2% di atlete donne): Sono state le prime Olimpiadi con partecipazione femminile. Su 997 atleti, competono anche 22 donne in 5 discipline: tennis, vela, croquet, esitazione e golf. Amsterdam 1928 (10% di atlete donne): alle donne e finalmente permesso di prendere parte alle discipline di atletica. Prima di allora, in tanti pensavano che lo sforzo fisico fosse pericoloso per il genere femminile. Montreal 1976 (21% di atlete donne): fanno il loro esordio alle Olimpiadi le competizioni femminili di basket, canottaggio e pallamano. Londra 2012 (44% di atlete donne): per la prima volta le donne prendono parte a tutti gli sport previsti nel programma olimpico. Parigi 2024 (50% di atlete donne): per la prima volta, il numero di atleti uomini e donne è identico, e si tratta dell’evento più grande della storia con una perfetta parità di genere.

Cifre e numeri

Questo importante traguardo e stato reso possibile grazie a un gran numero di iniziative promosse dal Comitato Olimpico Internazionale e realizzate in collaborazione con gli stakeholder del Movimento Olimpico: e stato assegnato un numero uguale di quote olimpiche per uomini e donne, infatti 28 sport avranno una perfetta distribuzione di genere, mentre 22 saranno quelli con mixed event: gare a squadre in cui competono insieme.

Marianne

Oltre a questi numeri, la parità di genere a Parigi e certificata anche da altre operazioni più simboliche come, per esempio, il logo delle Olimpiadi, che rappresenta “Marianne”, la raffigurazione femminile della repubblica francese.

Altre curiosità

Ad oggi solo l’1% degli impianti sportivi in Francia porta il nome di donne, ma grazie alle Olimpiadi di Parigi 2024, 70 istituzioni in tutta la Francia si sono impegnate a cambiare la situazione, rinominando le loro strutture con nomi di donne di spicco. E forse non tutti sanno che il percorso della maratona si e ispirato alla "Marcia delle donne" dell’ottobre 1789, quando circa 7mila parigine si diressero compatte verso Versailles costringendo re Luigi XVI a tornare a Parigi.

E i mezzi di informazione? 

Anche la copertura mediatica svolge un ruolo importante nello scardinare gli stereotipi di genere e nel promuovere nuovi modelli positivi e diversificati. Tuttavia, ci sono ancora alcune differenze nel modo in cui le donne nello sport vengono rappresentate rispetto agli uomini. In genere ricevono meno visibilità, e l’informazione tende spesso a concentrarsi su caratteristiche non strettamente connesse alla loro professionalità, come, per esempio, l’aspetto fisico, l’abbigliamento, la vita personale. Per affrontare questa importante questione, e sapendo che i Giochi Olimpici sono un’ottima occasione per mostrare atleti provenienti da tutto il mondo, il CIO ha pubblicato alcune Linee Guida per una rappresentazione di genere equa, giusta e inclusiva. Queste direttive sono rivolte ai media, ai giornalisti, ai creatori di contenuti, e mettono in evidenza i modi in cui sviluppare una comunicazione corretta attraverso il linguaggio (parole ed espressioni) le immagini e le voci utilizzate, la qualità e la quantità dei servizi.

Bambini protagonisti: alle Olimpiadi di Parigi 2024: la prima volta di…

Un asilo al Villaggio Olimpico. Ebbene sì, è pronta la nursery che permetterà agli atleti di vivere l’esperienza olimpica con i loro figli. Si tratta di una novità assoluta nella storia olimpica e paralimpica: i genitori avranno a disposizione un ambiente in cui i bimbi più piccoli potranno giocare ed essere accuditi durante i momenti in cui saranno occupati per gli allenamenti o le gare. E’ una decisione che il CIO ha preso nei confronti di coloro che competono per provare a migliorare ulteriormente il percorso di conciliazione tra vita sportiva e famiglia. L’asilo sarà aperto tutti i giorni dalle 9 alle 21, offrirà pannolini e salviette, ma anche l’arredamento degli spazi, giochi e tutto ciò che sarà necessario per far vivere ai bambini un’esperienza unica e piacevole. “Molti atleti stanno trovando un equilibrio tra le loro carriere sportive e familiari - ha affermato la Presidente della Commissione atleti del CIO, Emma Terho -. So come ci si sente, perché anch’io ho gareggiato alle Olimpiadi invernali del 2014, ed ero una madre con un bambino piccolo. È davvero molto utile trascorrere del tempo insieme, specialmente in un momento così importante nella vita sportiva di un atleta”. “La conciliazione tra la carriera di un atleta e la vita in famiglia è un tema su cui è fondamentale alimentare un dibattito costruttivo - afferma la due volte olimpionica Jessica Ennis-Hill, inglese, classe 1986, campionessa di eptathlon, mamma di Reggie, nato nel 2014 -. Ho vissuto in prima persona l’esperienza della maternità mentre ero atleta: ho imparato a conoscere me stessa, sia come sportiva, sia come donna. Penso ad esempio ai cambiamenti dei nostri corpi di donne e mamme sportive. Il dibattito su questi temi è sempre più interessante e sono sempre di più le atlete che escono allo scoperto per parlarne apertamente. E sono convinta che dobbiamo continuare con coraggio su questa strada”.