La nutrizionista: 'Vegetariani e vegani a rischio di carenze e stati infiammatori'
Studi recenti additano il regime lattovo-vegetariano come predisponente a uno stato di infiammazione dell'organismo. Meglio rivolgersi a un esperto
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Che sia per non rendersi complici dello sterminio di animali da allevamento o per una questione meramente salutistica, cresce in Italia il numero di vegetariani, anche famosi. Nel Belpaese i vegetariani rappresentano il 6.5% della popolazione (rapporto Eurispes Italia 2014) e di questi lo 0.6% è vegano. Proprio quest’ultimo regime alimentare negli ultimi tempi si è però trovato sotto accusa dopo alcuni casi di malnutrizione di figli di vegani. Abbiamo quindi chiesto alla dottoressa Luigia Sattanino, vicepresidente dell’ Abni (Associazione biologi nutrizionisti italiani) se si tratti di scelte consigliabili.
Le diete vegetariana e vegana fanno bene o no?
“Intanto dobbiamo chiarire che vegetariano e vegano non sono sinonimi: il vegano mangia solo alimenti vegetali, il vegetariano può aggiungere latte e/o uova e/o formaggi. Si tratta di regimi alimentari che richiedono attenzione e conoscenza: quello vegetariano, con latte uova e formaggi in quantità, può diventare ipercalorico e fortemente squilibrato. Inoltre studi recenti lo additano come predisponente a uno stato di infiammazione dell'organismo e quindi prodromo di varie complicanze anche di tipo metabolico. Quello vegano nel tempo rischia invece di portare a stati di carenza, ad esempio di Vitamina B12. Se poi si sostituisce la carne o il pesce con 'surrogati industriali a base di soia' si rischia di fare peggio vista la scarsa qualità nutrizionale di questi alimenti”.
In base alla sua esperienza perché si diventa vegetariani o vegani?
“Per motivi salutistici: esistono molti studi reperibili su vari motori di ricerca scientifica che sottolineano questo aspetto. Ma anche animalisti o per salvaguardare l'ambiente: si sa che gli allevamenti di bovini o di altri animali da carne sono molto dispendiosi in termini di consumi energetici e di inquinamento ambientale”.
Sono scelte consigliabili in gravidanza e durante l’allattamento? E per i bambini? Si pensi ai recenti casi di malnutrizione di figli di genitori vegani.
“In gravidanza e durante l'allattamento risultano particolarmente problematici: non esiste un parere scientifico definitivo che li assolva del tutto. I casi recenti di cronaca invece non dicono niente, perché il problema non si risolve con una etichetta, ma vedendo nel tempo quale era stata l'alimentazione e quali problemi già comportava”.
È vero che i vegetariani sono mediamente più in salute? Che la loro dieta diminuisce il rischio di alcune malattie?
“Come già detto, possono essere regimi alimentari profondamente diversi e sia equilibrati, sia molto squilibrati. Risulta sicuramente da moltissimi studi scientifici l'aspetto protettivo (anche verso malattie importanti) e salutare di un aumento del consumo di alimenti vegetali freschi, compresi legumi, frutta secca e semi (questi ultimi due in quantità moderata) e di una drastica riduzione dei consumi di carne. Anche il pesce è importante, ma bisognerebbe acquistarlo non di allevamento e non in scatola. Ma il discorso completo richiederebbe tempi lunghi”.
Eventualmente aumenta il rischio di quali malattie?
“Soprattutto si possono manifestare stati carenziali, ma questi di solito provengono da sbagli nelle diete fai da te”.
Problema proteine: come integrarle? E la Vitamina B12, il ferro e il calcio?
“Ricordandosi sempre che vanno consumati cereali, legumi e semi in determinate proporzioni e facendosi guidare, per imparare bene, da un esperto nutrizionista. La carenza di Vitamina B12 è possibile sul lungo periodo, anzi secondo alcuni studi inevitabile. Il ferro e il calcio invece sono un falso problema ma solo se la dieta è curata e guidata da un esperto”.
Come tenersi sotto controllo per evitare carenze? Quali esami eseguire?
“Le carenze si manifestano negli esami clinici quando sono già praticamente conclamate, dunque si deve fare soprattutto un lavoro preventivo studiando bene la persona e le sue abitudini”.
Cosa dice dei classici argomenti dei vegetariani tipo: i primati (e quindi gli umani) sono fondamentalmente frugigranivori non onnivori, non abbiamo denti né apparato digerente da predatore carnivoro?
“Che sono banali e troppo sempliciotti, inoltre ‘frugigranivori’ è un'altra parola che suggerisce schemi alimentari ancora diversi e più problematici. Quello che però mi stupisce è che in tutte queste discussioni non si parla mai di qualità e tipo di alimenti. Mi spiego facendo solo un esempio: mangiare un frutto dell'albero del giardino o di un campo, sbucciandolo e consumandolo subito è profondamente diverso e assolutamente da preferire rispetto a mangiare lo stesso frutto, importato, o inscatolato o anche cosiddetto fresco ma già preparato a pezzetti e messo in vaschette”.