Natalia Aspesi compie 95 anni. La scenata con Oriana Fallaci, la leggendaria 'posta del cuore' e un solo rammarico

In una recente intervista Natalia dice la sua su Giorgia Meloni, sul Papa, sui gay, sul futuro dei giornali, sulla tv, il cinema, le serie

di Claudia Sarritzu

Nonostante nella carta d'identità non abbia mai voluto scrivere giornalista -perché come teneva a precisare: "Io sono una persona, non una giornalista, io sono Natalia Aspesi" - questa straordinaria donna che il 24 giugno compie 95 anni, è stata ed è ancora il Giornalismo italiano. Perché lei ha scritto di tutto, dalla cronaca alla moda, al costume, passando per cinema e musica e tiene da 30 anni la più famosa delle rubriche sulla Posta del cuore. Ma quello che le piaceva di più raccontare era la cronaca nera: "Sì, le Brigate Rosse. Ma anche i delitti passionali. Facevamo delle belle storie coi morti, oggi sono fatte male" racconta a Marie Claire.

La scenata che le fece Oriana Fallaci

In guerra ci è andata una volta, in Vietnam, ma solo l'ultimo mese. Quando arrivò lì, trovò Oriana Fallaci che era esperta di quel giornalismo che la accolse con una indimenticabile scenata: "Perché sei venuta qui, non sai niente…". Non si erano mai piaciute: "Non era invidiosa Oriana, era presuntuosa. Che poi se rileggo i suoi articoli oggi sono brutti, non c’è dentro niente, parla solo di sé". Nell'ultima intervista rilasciata a Repubblica dice di non volerne sapere di candeline e festeggiamenti vari. Vuole invece parlare di quello che conta. A Marco Cicala, Aspesi dice la sua su Giorgia Meloni, sul Papa, sui gay, sul futuro dei giornali, sulla tv, il cinema, le serie che guarda in continuazione. Un rammarico c'è, anche se lei è una che non si lamenta ma fa. Una donna che ha sempre preso in mano la sua vita. "Sono nata col fascismo e morirò col fascismo".

Sono cresciuta nella povertà senza accorgermene

Definita femminista, il suo però è un femminismo da contestualizzare, molto diverso da quello di oggi. Fatto di battaglie per e col corpo, nelle piazze. Erano figlie di donne che avevano resistito alla guerra. Aspesi ricorda sua madre cosi: "Era una maestra, mi ha insegnato ad adattarmi a tutto. Abbiamo vissuto nell’estrema povertà, ma non me ne sono mai accorta. Non l’ho mai vista piangere, neanche durante la guerra". Poche lamentele insomma ma azione e vigilanza sui diritti già acquisti.

Al giornalismo arriva per caso

Al giornalismo ci arriva per caso. Dopo il diploma al Liceo artistico anche se non sa disegnare ma dura solo 4 anni, fa tanti lavoretti. Poi un giorno un ex fidanzato l'ha chiamata a La Notte -quotidiano del pomeriggio milanese- le chiede, visto che scriveva belle lettere perché non prova con gli articoli. Se lo ricorda ancora il primo: "Una mostra di cani a Bellagio".

Qui non assumeremo mai donne

E così iniziò un articolo alla volta. Perché dal giornale furono molto chiari: qui non assumeremo mai donne le dissero. L'assunzione arrivò parecchi anni dopo, a Il Giorno. Ma non come giornalista- attenzione- come impiegata. Iniziò a guadagnare di più quando arrivò a Repubblica, chiamata da Eugenio Scalfari in persona: "I giornalisti allora guadagnavano tanto, adesso non è più così. Non solo, per un servizio di cronaca si usciva con la macchina, l’autista e il fotografo".

Oggi se non sei un influencer non sei nessuno

"Fino a 30 anni fa la gente mi fermava per la strada, mi riconosceva perché leggeva il quotidiano, adesso se non sei un influencer non sei nessuno". Questo perché il giornalismo è cambiato. Lo dice senza tanta malinconia, il tempo cambia le cose: "Tantissimo, anche in cronaca, perché è cambiato il mezzo. La carta non la vuole più nessuno, e sui social non si richiede che tu sappia l’italiano, anzi. Però si scrivono più libri e i bravi giornalisti ci sono sempre". Ma Aspesi nonostante l'età non ha smesso di essere al passo con i tempi come una professionista deve fare: "Uso il computer per lavorare e lo smartphone per i social, Instagram e TikTok, che mi diverte molto. E per vedere le serie tv. E non mi chieda quali, ne vedo talmente tante…".