“Com’è che non muori?” E dopo il veleno, 40 minuti di pugni in faccia dal figlio che la voleva uccidere. L‘assurda storia di una madre

Esce in libreria "Era mio figlio", scritto a quattro mani con la giornalista e criminologa Cristina Battista che da subito si è occupata del caso. Nel libro si prova a rispondere a una domanda che ci riguarda tutti: "Che cosa sappiamo dei nostri figli?"

di Redazione

Monica Marchioni non riesce più a ridere e da tre anni ha perso ogni interesse a vivere. Non può dimenticare la notte del 15 aprile 2021. Il ghigno del figlio Alessandro Leon, allora 19enne, né la perdita dell’adorato marito, Loreno Grimandi detto Lollo. Lui è stato ucciso da un piatto di penne al salmone condite con un potente veleno, il nitrito di sodio. Le aveva mangiate tutte per far contento il figliastro che si era offerto di preparare la cena. Lei invece non stava bene di stomaco e solo per questo si è salvata. Ma siccome "non moriva" come il patrigno ha dovuto subire anche una colluttazione di oltre 40 minuti. “Come cazzo è che non muori?” le chiedeva lucido il figlio quando la presa a pugni in faccia. Alessandro ha confessato tutto rivelando di voler bene al suo quasi padre come alla madre e dopo 3 anni è stato condannato a 30 di reclusione. 

Il libro

In libreria esce con Era mio figlio, per Edizioni Minerva. In 144 pagine, scritte a quattro mani con la giornalista e criminologa Cristina Battista, che da subito si è occupata del caso. La domanda che si pone il libro è "Che cosa sappiamo dei nostri figli?". Probabilmente niente. Perché lei e Alessandro Leon, Chicco per la mamma, si amavano di un amore tenero. E allora cosa è successo? Un rapporto bellissimo all'apparenza: "Gli amici lo prendevano pure un po’ in giro perché non poteva fare a meno di confidarsi con me. Mi aveva confessato pure le poche volte che aveva provato a far uso di droga". Ecco perché il libro. "Per dire a quelli come me: non siete soli". Marchioni devolverà i propri diritti d’autore in beneficenza: "Ho scelto due associazioni che si occupano di animali, degli umani non mi fido più".

La spiegazione

Monica cerca di darsi una spiegazione e forse la trova in quel desiderio di vita facile. "Lui è sempre stato attratto da chi aveva di più. Era affascinato dall’idea dei soldi facili. I social, sa... Ultimamente i nostri più frequenti litigi giravano attorno a questo: finite le superiori, non aveva voglia né di lavorare né di proseguire gli studi".

Poi l'odio per la scuola

Poi i problemi con la scuola e le bugie: "Prima delle lezioni vomitava, aveva l’ansia. Rifiutava le regole, faticava a studiare e qualche insegnante lo faceva sentire inadeguato. Mi chiedeva insistentemente di iscriverlo a un istituto privato, uno di quelli dove paghi e vieni promosso. Io ero contraria. Abbiamo fatto tutti i test per i disturbi dell’apprendimento: è risultato con un QI inferiore alla media e con un principio di Adhd (deficit di attenzione/iperattività, ndr). Così ho ceduto, gli ho cambiato scuola. Peccato che tempo dopo, a un esame più approfondito, è venuto fuori che il suo QI era invece molto alto: aveva imbrogliato tutti per ottenere quello che voleva"

Il desiderio di morire

Per Monica la vita è diventata troppo dura. "Tante volte attraversavo la strada sperando di venire investita. E poi ci sono state due occasioni in cui alla mia fine sono andata davvero vicina. I suoi occhi, quella notte, non erano umani: avevano qualcosa di demoniaco. Sono convinta che la nostra sia stata una lotta tra il bene e il male. E che io sia salva per un motivo: qualcuno lassù ha voluto assegnarmi una missione, forse proprio quella di aiutare altre famiglie che hanno visto l’inferno". "Oggi non cerco più di suicidarmi ma, ogni tanto, nelle mie preghiere chiedo di addormentarmi e di non svegliarmi più"