Scoppia in Italia il movimento #metoo: oltre cento denunce di attrici molestate per anni
Dal regista che fa provini solo a seno scoperto, al critico che spedisce foto intime in vista della recensione. L’associazione Amleta ha raccolto oltre cento casi nel giro di un anno. Il racconto di Fioretta Mari: 'Molestata almeno 30 volte'
Il movimento #metoo in Italia non ha avuto lunga vita, niente di paragonabile allo scandalo esploso negli Usa a partire dal 2017. Ma non significa che l’ambiente del mondo dello spettacolo nostrano sia meno tossico di quello vivo fra Hollywood e dintorni. Si va dal regista che fa fare alle attrici i provini a seno scoperto perché deve vedere come sono fatte per l’eventualità di scene di nudo, al critico che ha manda foto del suo pene alle attrici di cui deve recensire le interpretazioni, il tutto accompagnato da messaggi non ripetibili.
Lo sanno tutti
Storie note a tutti nell'ambiente ma che continuano tranquillamente a ripetersi perché 'Cinema, teatri, televisione sono pieni di predatori'. Lo ha riferito La Repubblica Cinzia Spanò, presidente dell'associazione Amleta che nasce proprio per fare informazione sul tema delle molestie nel mondo dello spettacolo. Da oltre un anno Amleta raccoglie testimonianze di donne che le subiscono e sono oltre cento quelle raccolta: non solo attrici, ma anche sceneggiatrici, costumiste e fotografe.
La legge ha le armi spuntate
'Andiamo avanti con i procedimenti insieme alle avvocate dell'associazione Differenza Donna', dice ancora Spanò, 'ma la legge ha le armi spuntate: dopo 12 mesi dai fatti, il reato sessuale va in prescrizione e molti episodi sono più vecchi'. Ma ci sono storie di abusi ventennali perpetrati da personalità di spicco del teatro e del cinema di cui 'tutti sanno i nomi ma nessuno parla perché la paura di ritorsioni è fortissima'.
Chi denuncia viene esclusa
Il problema è semplice: chi denuncia viene esclusa e così pure è stato testimone di abusi. 'Per questa ragione, rispetto a quanto è avvenuto e avviene negli Usa, in Italia il Me Too è rimasto un sussurro: pensiamo alla violenza con soggettività, ciascuno mantiene la propria opinione e questo non aiuta le vittime a identificarla', continua Spanò. Le molestie capitano in tutti i luoghi di lavoro ma il teatro è spesso un luogo più esposto perché è il corpo delle interpreti ad essere esposto al pericolo. 'Infatti le vittime scivolano lentamente nell'abuso senza accorgersene: soggiogate dal grande attore o dal noto regista si trovano a fare improvvisazione nei teatri vuoti, di notte. Poi il tocco inopportuno si fa evidente ma intanto loro sono lì, con lui', insiste Spanò.
Processi importanti
I risultati? Ci sono una mezza dozzina di procedimenti in corso, come conferma Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna. 'E sono processi importanti. Nel nostro Paese si banalizzano le molestie e si ride delle gesta dei violenti: il critico che manda le foto del suo pene è storia nota, ma invece che prenderla con serietà chi lo conosce si fa una sonora risata e lui continua indisturbato a scrivere'.
L’azione di Amleta
Amleta è un collettivo fondato da 28 attrici di teatro, cinema e televisione per «contrastare la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo» e per puntare i riflettori «sulla condizione delle donne nel mondo dello spettacolo, sulla rappresentazione della donna nella drammaturgia classica e contemporanea» ma anche per essere «un osservatorio vigile e costante per combattere violenza e molestie nei luoghi di lavoro».
Le segnalazioni
Sulla pagina online del gruppo c’è scritto: «La violenza e gli abusi nel mondo dello spettacolo sono subdoli e per la quasi totalità sommersi. Amleta si impegna a renderli visibili e creare sinergie con altri soggetti in grado di offrire un netto contrasto sul piano fattuale e nuovi strumenti sul piano culturale. Per questo, si avvale della collaborazione delle avvocate e esperte di violenza di genere dell’associazione Differenza Donna per i casi che richiedono un intervento sul piano penale o civile».
Schiacciante inferiorità numerica femminile
L’associazione si batte anche per una giusta rappresentanza femminile nello spettacolo: «Sin dalla sua fondazione, Amleta ha avuto la sensazione di una schiacciante inferiorità numerica delle presenze femminili impiegate nel mondo della cultura rispetto alla presenza maschile ma, consapevole che le sensazioni non sono basi sufficientemente solide da cui partire, ha deciso di tradurle in numeri, dati incontrovertibili e inconfutabili. Le percentuali raccolte hanno confermato quella sensazione iniziale e costituiscono una fotografia del reale che ci serve da trampolino di lancio per invertire la rotta». Intanto, con l’hashtag «prendiposizione», molte attrici molestate da attori e produttori stanno trovando il coraggio di raccontare.
Almeno 30 molestie subite
Una delle donne che lo ha fatto pubblicamente è Fioretta Mari, volto noto di teatro e tv. A La Repubblica ha confessato di aver subito almeno 30 casi di molestie: « Hanno tentato di portarmi a letto nei modi più spaventosi. A volte tutto fila liscio e poi all’improvviso ti saltano addosso e ti trovi ad augurarti di invecchiare perché ti lascino in pace».
Interviene il ministro Sangiuliano
Dopo le denunce da parti di alcune attrici italiane che hanno raccontato le violenze subite nel corso della loro professione, il “Metoo italiano” torna al centro del dibattito nel mondo del cinema e se ne accorge pure il ministro della Cultura. Gennaro Sangiuliano annuncia misure forti: 'La protezione delle donne è una questione che mi sta a cuore e mi attiverò in maniera ferma e decisa. L'Osservatorio svolge un ruolo importante, a giorni incontrerò i responsabili e sono disponibile a lavorare con loro. Fatte le opportune valutazioni sul quadro giuridico, sono disponibile a valutare ipotesi di escludere le aziende che hanno rilevato casi di questo tipo, ad esempio, dal sistema di provvigioni del ministero', ha detto il responsabile del dicastero della Cultura rispondendo ad una domanda di Elisabetta Piccolotti di SI proprio sulle misure che il governo intende prendere alla luce del #Metoo italiano.