"Il medico di famiglia mi ha toccato quando ero un ragazzino": scoppia il 'me too' degli uomini. Le testimonianze agghiaccianti
A dare il via al fenomeno in Francia è stato l’attore Aurélien Wiik, oggi 43enne. A seguirlo anche il deputato Andy Kerbrat. Ecco cosa sta succedendo e che è il #metoogarcons
La violenza maschile sulle donne è un problema degli uomini. Ma anche la violenza maschile sugli uomini è un problema degli uomini. Senza scadere in generalizzazioni ma restando aggrappati saldamento al numero di casi, gli abusi sessuali e la violenza in generale resta una triste prerogativa maschile. Ne abbiamo una ennesima prova con le ultime testimonianze raccolte da un nuovo movimento che ricorda il Me Too delle donne.
"Quando avevo 11 anni mio fratello maggiore mi chiese di fargli del sesso orale"; "Sono stato vittima di molestie sessuali da parte di un cugino che vedevo ogni estate"; "Il medico di famiglia mi ha toccato quando avevo 16 anni"; "Dai 9 ai 15 anni ho subito abusi da parte del mio patrigno". Ecco alcuni dei racconti pubblicati sui social network e raccolti sotto l'hashtag #MeTooGarçons (clicca qui per leggerne alcuni), che in meno di un mese è diventato un contenitore di testimonianze da parte di uomini comuni, personaggi dello spettacolo e delle istituzioni. Ormai infatti sono centinaia in Francia i maschi che stanno denunciato abusi e molestie sessuali.
La testimonianza di Aurélien Wiik
"Il mio aggressore ha fatto ad altri quello che ha fatto a me. C’erano diversi ragazzi al processo. Ci sono voluti cinque anni. È possibile". Il movimento gemello del #MeToo femminile, è partito dall'attore Aurélien Wiik, 43 anni, protagonista della serie Munch. Il 22 febbraio ha rivelato di aver subito abusi fra gli 11 e i 15 anni da parte del suo agente e ha invitato tutte le vittime come lui a prendere la parola. Ha cercato così di incoraggiare più persone possibile, di genere maschile, a uscire allo scoperto.
"I ragazzi del cinema si svegliano"
E' così che la testimonianza dell'attore ha spinto molti altri tra cui anche il deputato Andy Kerbrat di La France Insoumise, a raccontare online gli abusi subiti. Il deputato ha scritto: “Non possiamo riprenderci dall’essere stati vittima, ma possiamo ripararci, piano piano, e diventare anche deputati. Ho subito abusi quando avevo 3-4 anni da un predatore, che da allora è morto, quindi senza possibilità di avere giustizia. La gente ti crede e ti ama (come è stato il mio caso grazie ai miei genitori). Otterrai grandi cose, quindi continua a esprimerti. Se puoi, vai in tribunale”.
Il problema del mito della virilità
Come ha spiegato su Philosophie Magazine la filosofa Olivia Gazalé, autrice di un libro, intitolato "Il mito della virilità", gli uomini vittime di violenza hanno maggiori difficoltà a farsi credere, dalla famiglia, dalla società, ma anche dalle istituzioni. In una inchiesta sul quotidiano Libération, viene ribadito che però le principali vittime delle violenze sessuali rimangono le donne, quattro volte di più uomini. Uno studio realizzato nel 2015 dall’Istituto Nazionale di Studi Demografici (INED), ci dice che una su quattro ha subito almeno una forma di violenza sessuale nella propria vita: tre quarti degli stupri e dei tentati stupri avvengono prima dei 18 anni e gli aggressori sono quasi esclusivamente uomini (90%). Ma ora ci rendiamo conto che la violenza maschile colpisce in maniera significativa anche gli stessi uomini.
Il #MeToo delle donne
Il movimento #MeToo nasce nel 2017 e scosse Hollywood dalle fondamenta. Soprattutto donne celebri ma anche comuni, attrici, modelle, cantanti, ruppero il silenzio sugli abusi e le molestie sessuali subite durante il corso della propria carriera. Si scoprì che si trattava di un problema sistemico dello star system ma non solo. Le figure femminili, sin dai film in bianco e nero, sono state, appunto sistematicamente, ridotte all'oggettivazione sessuale.
George Clooney: io trattato come uomo oggetto
Anche George Clooney ha avuto un suo momento #metoo nel quale ha confessato di essere stato trattato da “uomo oggetto”. Intervistato dal Washington Post in occasione dei Kennedy Center Honors, i premi Kennedy che vengono conferiti ogni anno negli Stati Uniti a coloro che si sono distinti per il contributo all'arte e alla cultura, l'attore, 61 anni, ha rivelato di essere stato vittima di oggettivazione sessuale agli inizi della sua carriera. "Onestamente - ha spiegato - sono stato oggettificato. Ricordo durante delle scene di 'Roseanne' (Pappa e ciccia, sitcom andata in onda dal 1988 al 1998), se mi abbassavo per raccogliere una tavoletta portablocco mi davano schiaffi sul sedere".