Giulia, Martina e le altre: 124 le donne uccise nel 2022. Due le vittime nel 2023
Per le associazioni contro la violenza sulle donne manca la reazione della politica: il fenomeno resta inarrestabile
La violenza contro le donne non si ferma: dopo le 124 uccise nel 2022, sono già due le vittime in questi primi 15 giorni del nuovo anno. La prima del 2023 è stata Giulia Donato, una ragazza di 23 anni uccisa il 4 gennaio a Genova dal suo fidanzato, Andrea Incorvaia, una guardia giurata di 32 anni.
Colpita mentre era a letto malata
Giulia aveva l'influenza, era a letto sotto le coperte quando è stata colpita con un colpo di pistola. L'uomo ha poi rivolto l'arma contro sé stesso ed è stato trovato sul pavimento a poca distanza. Giulia e Andrea avevano cominciato la loro storia a maggio ma già dopo pochi mesi erano iniziati i litigi: le amiche della ragazza hanno spiegato che l'uomo era geloso e l'aveva isolata perché voleva controllarla.
Il secondo femminicidio dell'anno
Il secondo femminicidio è invece quello avvenuto sabato sera a Roma. La vittima è Martina Scialdone, 35 anni uccisa, davanti a un ristorante al culmine di una lite, dal suo ex di 61 anni.
I tristi numeri
Secondo i dati del Viminale raccolti dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale, nel 2022 si sono stati registrati complessivamente 312 omicidi, con 124 vittime donne, di cui 101 uccise in ambito familiare e affettivo. Di queste, 59 hanno trovato la morte per mano del partner o dell'ex.
Un problema che dovrebbe togliere sonno a chiunque
Per Differenza Donna, che dal luglio 2020 gestisce il numero nazionale antiviolenza e antistalking di pubblica utilità 1522 attivato nel 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità - Presidenza del Consiglio dei Ministri, l'ultimo femminicidio avvenuto a Roma deve portare le istituzioni a comprendere 'quanto sia grave la situazione della violenza maschile contro le donne': non si tratta soltanto di 'un punto delle agende' ma di un 'problema che dovrebbe togliere sonno a chiunque abbia responsabilità politica e istituzionale'.
Un fenomeno inarrestabile
Per la presidente Elisa Ercoli non c'è più tempo: 'pretendiamo - dice - una risposta istituzionale con politiche e fondi adeguati ad un fenomeno che non uccide solo donne innocenti, ma limita imperdonabilmente la democrazia e la libertà di tutte e tutti'. Secondo la presidente del Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli si tratta di un fenomeno inarrestabile e 'nulla viene messo in campo per contrastarlo. Sarebbe ora che ci potessimo congratulare anche con i rappresentanti parlamentari per essere riusciti a contrastare questa infinita mattanza'.