Marta Fascina: "Mi sono innamorata di Berlusconi a 14 anni. Lo seguivo ovunque”

La deputata dice di avere conosciuto il Cavaliere da ragazzina e di essersi, allo stesso tempo, innamorata della politica. Pregiudizi sulla loro unione? Gli stessi che subì Nilde Iotti

di Redazione

Dalla nascita in Calabria al trasloco a Milano, fino al dolore incolmabile per la morte di Silvio Berlusconi: è un’intervista a tutto campo quella concessa da Marta Fascina al Giornale, dalla quale emerge un panegirico dell’indimenticato leader di Forza Italia. Un amore presente lungo tutta la sua esistenza visto che la deputata azzurra dichiara di essersi innamorata da adolescente della politica e di Berlusconi. «Come ho detto più volte, la mia passione nasce con Silvio. Ero al liceo, avevo 14 anni e la sua leadership coinvolgente e trascinatrice mi aveva stregato. I suoi ideali e i suoi programmi di modernizzazione dell'Italia, il suo modo di comunicarli, mi entusiasmavano. Ero affascinata e sedotta dalla figura di Silvio e dal suo contributo imprenditoriale e politico al nostro Paese. Lo seguivo ovunque, in tutte le sue manifestazioni».

Un lutto insuperabile

Dopo gli studi a Napoli, Fascina si trasferisce a Milano: «È sempre stata la città dei miei sogni, sin da bambina. E proprio a Milano mi è stata data la possibilità di lavorare al Milan, la mia squadra del cuore».
Ma le gioie per Fascina sembrano tutte relegate nel passato perché il presente è occupato da un grande dolore: Berlusconi è venuto a mancare da quasi un anno ma la sua ex compagna non si rassegna: «Mi hanno portato via la felicità. Mi hanno strappato il cuore. Non è stato un anno vissuto, è stata mera sopravvivenza. Un lutto così terribile non si supera, si convive con esso. Peraltro ieri ricorreva un anno da quando rientravamo a casa dopo il lunghissimo ricovero in ospedale ed eravamo felici pensando di esserci lasciati il peggio alle spalle».

“Il mio Silvio”

Fascina fa poi l’elenco delle doto del Cavaliere: «Non è facile individuarne una. È sempre stato uomo dalle innumerevoli doti. Ma se dovessi scegliere, direi l'onestà unita ad una profonda umanità. Un uomo dallo spiccato senso di comprensione e di rispetto per chiunque avesse al suo cospetto. Riusciva a far sentire ogni interlocutore, qualsiasi fosse la sua estrazione sociale od opinione, la persona più importante del mondo. Una dote che lo ha reso unico». E ancora: «Il mio Silvio è stato un uomo di pace, di armonia e di grande generosità. Ha fatto del bene a chiunque. E dispiace che questo aspetto sia emerso sempre troppo poco. È da lui che ho appreso il valore del porgere l'altra guancia. Valore che, insieme a tutti quelli che ho ricordato e che hanno reso Silvio unico, ritrovo anche nella sua adorata figlia Marina come nei suoi fratelli».

Il paragone con Nilde Iotti

A quel punto la giornalista del quotidiano, Hoara Borselli, le chiede: “Nilde Iotti subì molti pregiudizi e ostilità perché era la compagna di Togliatti. È successo anche a lei con Berlusconi?” La risposta è una conferma alla domanda: «Sì il pregiudizio è stato un elemento che ha sempre accompagnato la mia storia con Silvio e per certi versi ancora non mi abbandona. Ma lui mi ha insegnato ad avere una certa flessibilità rispetto alle cattiverie gratuite. L'amore ed il sorriso sono l'arma più forte contro l'odio e l'invidia».

Proteggere l’amore per Silvio

La conclusione è sulla sua riservatezza come forma di protezione: «La riservatezza non è solo una forma di protezione o uno scudo da possibili attacchi esterni. La riservatezza, oltre ad essere caratteristica innata della mia indole, è stata anche un necessario espediente per preservare l'intimità e la quotidianità con il mio Silvio. Volevamo sin dall'inizio proteggere il nostro grande amore, considerarlo solo nostro e viverlo con normalità, posso dire che in parte ci siamo riusciti».