Denunciava le violenze dei militari nelle favelas: chi era Marielle, l'attivista uccisa a Rio De Janeiro
Aveva 38 anni ed era cresciuta nella favela più violenta della megalopoli brasiliana. Da anni si batteva per i diritti degli ultimi e apertamente si opponeva alla repressione del presidente Temer
Si era scagliata con forza contro le violenze della polizia militare nelle favelas ai danni degli ultimi, dei deboli, dei neri e delle donne. la sua lotta instancabile contro le diseguaglianze e la povertà dava fastidio e non poco. Per questo motivo, con ogni probabilità, Marielle Franco, combattiva consigliera comunale del partito di sinistra Psol, è stata uccisa nel corso di quella che appare come una vera e propria missione punitiva. Quattro proiettili l'hanno raggiunta alla testa mentre viaggiava su un'auto insieme al suo autista, ucciso anche lui, e alla sua assistente che si trovava con lei nel sedile posteriore dell'auto che invece è rimasta leggermente ferita. Un'esecuzione in piena regola.
Donna, nera, femminista, lesbica dichiarata, l'attivista per i diritti umani è morta mentre rientrava dal convegno Jovens Negras Movendo as Estruturas (Giovani donne nere spostando le strutture), un evento in sostegno delle giovani donne nere delle favelas di Rio de Janeiro, la città brasiliana dove è nata e cresciuta. E dove ha trovato la morte.
Marielle, 38 anni, è stata uccisa con quattro colpi di pistola alla testa: una vera esecuzione. I sicari hanno anche colpito a morte il suo autista e ferito lievemente una sua assistente, che si trovava al suo fianco sul sedile posteriore dell'auto. La polizia ha rinvenuto sul luogo del duplice omicidio 9 bossoli e non ha dubbi sul fatto che la donna, madre di una bambina, sia stata uccisa per la sua attività politica.
Le sue battaglie contro le violenze nelle favelas
Nata e cresciuta nel complesso della Maré, una delle zone più violente di Rio, ha studiato Sociologia alla Università Cattolica (Puc) con il supporto di una borsa di studio pubblica, e ha fatto un master in Pubblica Amministrazione all’Università Federale Fluminense (Uff).
Da consigliera comunale, quinta tra i più eletti delle scorse elezioni, Marielle faceva parte della commissione parlamentare che monitora l’intervento dell’esercito in città in modo da arginare gli abusi da parte delle forze armate e della polizia. Le sue denunce andavano apertamente al presidnte Temer e alle sue politiche repressive, in particolare contro le donne e contro i neri delle favelas. Proprio per via di questo incarico in commissione non sembra un caso che l’omicidio di Marielle sia avvenuto poco dopo la richiesta dell’esercito di non essere denunciato in tribunale per le eventuali uccisioni che potrebbero capitare durante il tempo dell’intervento militare a Rio. L'esercito ha chiesto espressamente che non fosse avviata una commissione d’inchiesta parlamentare per indagare i crimini contro la popolazione.
Il giorno prima di essere uccisa, Marielle aveva scritto sul suo profilo Twitter: 'Ancora un omicidio che potrebbe entrare nel conto di quelli compiuti dalla polizia militare. Matheus Melo stava uscendo dalla chiesa. Quanti altri devono morire prima che finisca questa guerra?''. La giovane consigliera denunciava e criticava pesantemente l'operato dell'esercito, definendo il corpo speciale incaricato per queste operazioni 'battaglione della morte, che uccide i nostri giovani'.
L'omicidio di Marielle ha creato un'ondata di sdegno in tutto il Brasile, con manifestazioni in molte città, ed è stato deplorato dal neo ministro per la Sicurezza pubblica, Raul Jungmann, e da numerose forze politiche. In una nota, il governo di Brasilia ha affermato che seguirà da vicino le indagini sul barbaro duplice assassinio.
Lula: il governo renda conto alla popolazione
L'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha duramente condannato l'omicidio ed ha chiesto al governo e alle forze armate di ''rendere conto alla popolazione'' su quanto accaduto. ''Voglio rendere omaggio alla famiglia di Marielle, combattente per i diritti umani, barbaramente assassinata la notte scorsa assieme al suo autista. Condanniamo con veemenza la mancanza di sicurezza che vive una larga parte della popolazione brasiliana e offriamo la nostra solidarietà alla famiglia e agli amici della giovane vittima. Tutto ciò è abominevole, esigiamo che il governo di Rio e le forze armate rendano conto alla società, trovando i colpevoli. Se è stata la polizia, sarà ancora più facile scoprirli. Ci vuole molta solidarietà per sconfiggere questa violenza'', ha detto Lula. L'ex presidente ha poi definito la giovane consigliera comunale assassinata ''una politica coraggiosa'' ed ha aggiunto che ''Rio de Janeiro e la democrazia brasiliana sono stati macchiati da questo barbaro crimine''.