“Chiudi le gambe, uomo!”: cos’è il manspreading e il caso di Annalisa. Ma ora le donne dicono “basta!”
L‘otto marzo è una buona occasione per parlare dell’atteggiamento di certi uomini che occupano lo spazio fisico delle donne ma che rappresenta la metafora di una tendenza più generale a relegarle in un angolo. La cantante Annalisa ne è stata vittima di recente
Ci sono comportamenti maschili prevaricatori che le donne non sono più disposte a tollerare e finalmente denunciano anche dandogli un nome. Uno di questi è il cosiddetto manspreading che in Italia potrebbe essere tradotto con lo stravaccarsi maschile a discapito delle vicine di sedile ma il termine inglese rende meglio l’idea anche di un movimento internazionale: quello che dice “adesso basta!”, mettendo alla berlina gli usurpatori di spazi altrui. L’otto marzo è una buona occasione per parlarne, come per il cugino mansplaining, “l’atteggiamento paternalistico con il quale certi uomini pretendono di rappresentare e spiegare alle donne il loro stesso punto di vista e ciò che è lecito o non è lecito che le donne facciano”, così recita la Treccani. Entrambi non consistono in una violazione dei diritti femminili ma provocano uguale idiosincrasia e manifestano un atteggiamento che molti uomini giustificano, a volte in modo esilarante.
Annalisa vittima di manspreading
Di manspreading nei giorni scorsi si riparlato, non è certo un argomento nuovo, a proposito delle immagini diffuse sui social della cantante Annalisa ospite della sfilata di Dolce e Gabbana alla Milano Fashion week stretta fra due uomini che, seduti a gambe larghe e protesi in avanti, le lasciano a mala pena lo spazio per esistere ma limitandole la possibilità di vedere la passerella e pure di respirare. Il video è comparso sul profilo Instagram di Vanity Fair con il titolo “Beato fra le donne”, in riferimento all’attore Michele Morrone seduto fra la cantante Annalisa e la top model Bianca Balti. Nelle immagini si vede l’attore comodamente seduto a gambe larghe e le sue due vicine schiacciate in uno spazio ristretto e costrette a stare più che composte visto che non hanno altro spazio a disposizione. Ma la situazione peggiore è quella di Annalisa che alla sua destra ha un modello (pare Alton Mason) che tiene lo stesso atteggiamento dell’attore cosicché la povera cantante si trova schiacciata fra i due, come non possono fare a meno di notare le follower di Vanity Fair.
Immagini Ansa e Instagram @naliannalisa e @vanityfairitalia
La reazione delle donne
In poche notano la sfilata infatti e quasi tutte si concentrano sulla maleducazione maschile. Ecco solo una selezione dei commenti: “Sarebbe meglio titolare: la maleducazione schiaccia le donne”; “Tutto ciò che si nota in questo video è la mancanza di rispetto degli uomini verso le donne”; “Mi dispiace, titolo sbagliato! L'unica cosa da notare in queste immagini è l'arroganza e la tracotanza di due uomini che occupano, come sempre, lo spazio delle donne. Bifolchi!”; “Vedo solo Annalisa schiacciata tra due buzzurri osceni”; “Annalisa e Bianca Balti schiacciate da sto tamarro che non riesce manco a stare seduto normale. Un cafone”; “Uno con le gambe aperte e il tipo in pelliccia con i gomiti sulle ginocchia oltre che con le gambe spalancate che schiacciano completamente la povera Annalisa. Saranno anche vip alla fashion week ma sono proprio dei cafoni”; “Che triste vedere in questo video lo spazio vitale che gli uomini lasciano alle donne”.
Un’epidemia di orchite?
Del resto basta digitare manspreading su Google per capire di casa si tratta e quanto sia diffuso questo atteggiamento da parte degli uomini, soprattutto nei mezzi pubblici, tanto che a Madrid è stata fatta una campagna per contrastarlo e ora è vietato. E gli uomini cosa dicono? Per lo più imputano l’atteggiamento alla necessità di lasciare spazio al loro apparato riproduttivo. Come se un’epidemia di orchite si fosse impossessata del genere maschile ma limitandosi a quello cafone. Altrimenti non si spiega perché ci siano uomini che, invece, sanno sedersi composti (che siano eunuchi?), soprattutto se al loro fianco hanno altri uomini e non donne che magari finiscono per essere costrette ad accavallare le gambe per non entrare in contatto con ginocchia invadenti.
Riprendersi lo spazio, anche quello metafisico
L’otto marzo è il giorno in cui le donne rivendicano i loro diritti e il loro spazio, non solo metaforico ma pure fisico. Pare che ce ne sia davvero bisogno. Quindi donne, riprendiamoci i nostri spazi, che sia in metropolitana, alle sfilate, sugli scranni dei parlamenti del mondo o a tutte le sedie dei tavoli che contano.