Amara e i postriboli de Le lupe di Pompei: anche le donne dell'antica Roma lottavano per avere libertà
Elodie Harper ci porta a fare un tuffo nella storia antica, a Pompei, per raccontarci come le donne abbiano sempre lottato per la loro dignità. La storia di Amara, figlia di un medico che alla morte del padre viene venduta come schiava e si prostituisce al lupanare
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Quando hanno iniziato le donne a lottare per la loro libertà? Per conquistare spazi di equità? Elodie Harper in Lupe di Pompei (Fazi Editore) ci fa fare un tuffo nella storia antica, a Pompei, per raccontare come le donne abbiano sempre lottato per la loro dignità. Si tratta del primo romanzo di una trilogia che ha rivelato al pubblico e alla critica la giornalista e scrittrice inglese.
'Diamo tutti per scontato che nel mondo classico le donne accettassero le cose per come andavano. Questo pensiero fin da ragazza mi dava fastidio. Quando mi sono messa a studiare da vicino il mondo romano mi sono resa conto invece che le donne di Roma hanno sempre cercato di conquistare maggiore libertà', dice l'autrice, durante la Fiera Più libri più liberi alla Nuvola a Roma.
'La cosa a cui tengo di più è far vedere quanta umanità c'era in loro' spiega la Harper che racconta la storia di Amara , figlia di un medico che alla morte del padre viene venduta come schiava e si prostituisce al lupanare di Pompei dove incontra altre ragazze , ciascuna con la propria storia, ma lei non si arrende.
Vite di donne
'La molla principale era scrivere di vite di donne e di schiave e schiavi. La documentazione che abbiamo a disposizione dalle fonti classiche non è molta, ma sono arrivati fino a noi oggetti e ambienti che non riguardavano solo la vita patrizia. Sono stati preservati addirittura camere e ambienti dove gli schiavi risiedevano. Pompei è un mondo perduto però, grazie anche alle continue scoperte che vengono fatte, permette un viaggio nel tempo. Sono un'autrice molto visiva e avere a disposizione un luogo che si può vedere e visitare era un'ambientazione ideale' racconta l'autrice al primo posto delle classifiche inglesi con questo libro che ha venduto 100 mila copie in meno di un anno, in corso di pubblicazione in 16 paesi e tra i più visti su TikTok, sulla scia de 'La canzone di Achille' di Madeline Miller. 'Nel caso del mio libro non si tratta di mitologia ma di restituire la vita quotidiana di queste donne. Però il principio è lo stesso, guardare al passato, guardare all'antico dal punto di vista femminile. Un libro ambientato nella Pompei romana non può fare a meno comunque della mitologia perché è ovunque: statue, dipinti di divinità. La vita quotidiana è intrisa di rappresentazioni delle divinità e del mito' afferma la Harper.
Il fenomeno TikTok
'TikTok: è un fenomeno molto democratico, viene dai lettori direttamente. In particolare ci sono giovani donne alla radice. Con le storie della mitologia antica siamo tutti cresciuti però le donne hanno sempre faticato a vedere se stesse riflesse in questi racconti di eroi mitici' sottolinea. Ogni capitolo è aperto da citazioni di autori classici 'e anche coevi delle vicende raccontate. Ho studiato letteratura latina e i testi hanno tutti a che vedere con quel che accade in quel preciso capitolo. E poi ci sono i graffiti pompeiani per far sentire la voce quotidiana delle persone che vivevano a Pompei. Il personaggio di Plinio lo ho creato usando la voce che mi pareva di cogliere dalla sua Storia Naturale per farlo diventare una persona viva e vera. In ogni caso le citazioni non devono costringere nessuno a leggere quei testi, sono un extra' dice la Harper che ha avuto un'opzione sui diritti per una serie televisiva.
Nel secondo volume, già uscito in Inghilterra e Stati Uniti, che uscirà in Italia sempre per Fazi, 'Amara è diventata una cortigiana e quindi ha un po' scalato qualche gradino socialmente però il rapporto tra lei e le sue ex compagne è ancora centrale nella vicenda, in particolare con Victoria. Se in questo primo libro il punto di osservazione era la sopravvivenza, adesso il libro si concentra sulle sue scelte di vita e in particolare sull'importanza dell'amore romantico' anticipa la scrittrice.
In fondo 'Le lupe di Pompei' è un libro sull'amicizia: 'le donne del postribolo erano costrette a stare le une vicino alle altre, ad aiutarsi per sopravvivere. Ho voluto raccontare non solo le sofferenze ma anche la loro amicizia perché quando si parla di prostitute se ne parla sempre rispetto ai loro rapporti con i maschi. Ma sicuramente quando queste donne cercano sostegno e sollievo e un minimo di riposo dalla loro condizione può venire solo da altre come loro. Amara e Didone sono entrambe nate libere e diventate schiave solo in quel contesto. Certo questo è un elemento di attrito con le altre' sottolinea la scrittrice.