"Chi fa del bene non solo non viene ringraziato ma è osteggiato". Luciana Littizzetto stavolta si commuove
Non ha saputo trattenere l'emozione Luciana Littizzetto. La letterina integrale a Yasmine, unica superstite del naufragio a Lampedusa, e le stoccate.
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Questa volta si è commossa anche lei, non ha trattenuto le lacrime perché questa storia non può lasciare indifferenti. Luciana Littizzetto spesso intrattiene il pubblico di Che Tempo Che Fa con le sue iconiche "letterine" in cui affronta argomenti d'ogni sorta. A volte sono ironiche, provocatorie, polemiche. Altre volte come questa invece sono profondamente commoventi. Nella puntata del 15 dicembre 2024 infatti la conduttrice si è rivolta a Yasmine (nome di fantasia), una bambina di 11 anni proveniente dalla Sierra Leone, unica superstite di un naufragio al largo di Lampedusa di una imbarcazione partita da Sfax, in Tunisia. E' stata salvata in mezzo alle onde dopo due giorni da una barca a vela, il Trotamar, guidata dalla stessa ong. A tutti è parso un miracolo. Difficile, anche solo da immaginare, la paura e la solitudine provate da questa ragazzina sola in mezzo alle onde, per due giorni e due notti, che è riuscita a non perdere la speranza e a gridare aiuto fino a essere sentita.
La letterina
"Ciao Yasmine, cara bambina magica portata a Lampedusa, avamposto di tante anime stanche e perdute e ora in un posto protetto vicino a Trapani. So che hai 11 anni e vieni dalla Sierra Leone. Sei arrivata sulle nostre coste galleggiando, aggrappata a 2 camere d’aria. Partita dalla spiaggia di Sfax, in Tunisia. Un Paese che qualcuno di recente ha definito sicuro. Pensa se non era sicuro… Tu con tuo fratello maggiore e tuo cugino. Su un catorcio di ferro con ad altri 44 disperati. Il Mediterraneo in inverno è gonfio, agitato, rabbioso. Perché il mare è così: silenzioso solo se lo vedi in foto. Dal vivo, è pieno di rumori: il vento, i colpi, le onde di tre o quattro metri. La tua barca sgangherata non regge gli urti della tempesta e il vento a 23 nodi, si riempie d’acqua e va a fondo. Tutti inghiottiti dal mare buio. Per sempre. Tu aggrappata al copertone con tuo fratello. A pregare. Poi anche lui sparisce. E tu gridi, gridi. Help. Aiuto. Con quale speranza solo tu lo sai.
C’è un veliero che naviga da quelle parti. Trotamar si chiama. Una piccola barca a vela di 13 metri. Sopra 6 tedeschi e tedesche e un austriaco, tutti volontari della stessa ONG. Per puro caso abbassano i giri del motore. E sentono…hanno orecchie sensibili i naviganti. Si accorgono, hanno mille antenne quelli che lavorano nelle ONG. Ma non capiscono subito da dove arrivi quel grido. Urlano anche loro per farsi sentire. Si dannano l’anima per vedere qualcosa dentro a tutto quel buio. Poi le loro torce ti illuminano, Yasmine. E ti vedono, lì, in mare, in maglietta e giubbotto di salvataggio. Sono le 3 e 20 del mattino quando ti ripescano. Stanca, ma viva. Il mondo va così, sai Jasmine. Le colpe sembrano essere sempre di chi il male lo subisce, non di chi lo crea. La politica si dà un gran daffare a fomentare l’odio e a scarrozzare persone da una nazione all’altra. Chi governa dovrebbe ringraziare le persone che ti hanno salvato. Invece fa il contrario, minimizza il tempo in cui le navi possono stare in mare e alzai costi di ogni salvataggio. Sarebbe come se obbligassero i pompieri ad usare l’acqua delle borracce al posto delle pompe e o imponessero alla Stradale di girare in monopattino.
Quest’anno sono sbarcate sulle nostre coste 64.234 persone… e dico “persone” apposta, perché migrare è una cosa che fai, “persona” è una cosa che sei, e di questi tempi è sempre utile ribadire l’ovvio. Persone come noi, con speranze, e paure uguali alle nostre, ma con una disperazione che noi per fortuna non conosciamo, che non possiamo neanche immaginare. 64.234 persone. 7089 minori come te, 498 i morti e 711 i dispersi. Un’emergenza complessa per carità, ma 498 è un numero semplice da capire, perché è 498 volte di più di quanto dovrebbe essere. Tu sei l’unica viva Yasmine ed è un miracolo. Può darsi che crescendo ti chiederai: “Perché proprio io’”. Non so darti una risposta, ma mi piace pensare che ci sia un senso nelle cose che ci capitano. Adesso, riposati Yasmine. Dormi, sei al sicuro, e sappi che di qua dall’acqua, non sei più sola".