"Speravamo che israeliani e palestinesi potessero convivere. Allora è tutto inutile?", la risposta di Liliana Segre
Per la senatrice ''mitezza è una parola talmente lontana da questi tempi che io stessa mi sono detta ma 'come mi è venuta in mente questa parola'"
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''Quello che accade non mi fa dormire ma essendo una donna di pace non ho una risposta del perché questo accada". Liliana Segre è una ''donna di pace'' e questi giorni per lei sono gli ennesimi giorni profondamente dolorosi che è costretta a vivere in quanto ebrea. Ascoltarla è una delle poche opportunità che abbiamo di sentire dalla voce di una donna che la guerra e l'odio c'è l'ha letteralmente tatuato a addosso, quanto sia importante lavorare per la pace e contro ogni discriminazione.
In Israele (leggi qui) il suo popolo soffre e lei sente il peso ancora una volta dell'odio: ''Una grande fatica, ho ascoltato mentre aspettavo quelli che hanno parlato e mi ha colpito David Grossman che ha trovato parole straordinarie, paura del momento, incubo del futuro. Uno che ha perso un figlio, che conosce il mondo in cui vive, con le delusioni, con le speranze''.
La senatrice a vita 93enne, sopravvissuta ad Auschwitz è stata una delle ospiti di Fabio Fazio, nel nuovo studio di Che tempo che fa sul Nove.
"Non ho risposte"
"Ho sempre pensato che quello che volevo lasciare di me è quella commissione di cui sono la presidente contro l'incitamento all'odio, che per fortuna è stata mantenuta nell'attuale legislatura. Quando ti capita di essere viva e ascolti quello che accade in un mondo in cui speri che non ci sia incitamento all'odio. Quando si sperava che israeliani e palestinesi potessero convivere. Allora è tutto inutile? Che speranze ci sono per una nonna come sono io? Quello che è successo a bambini colpevoli solo di essere nati, ti porta ad un tempo lontano in cui pensavo di non vivere più''.
La parola 'Mite'
Spiega Segre. ''Mitezza è una parola talmente lontana da questi tempi che io stessa mi sono detta ma 'come mi è venuta in mente questa parola', pronunciata in quelle sacre stanze dove aleggiava il conflitto''.
Il rastrellamento del ghetto di Roma
Quanto al 16 ottobre: ''Io non sapevo nulla perché ero nascosta da generosi amici che rischiavano la vita per me. Nemmeno al campo ne ho saputo nulla poi ho conosciuto una ragazza romana che mi raccontò come erano andate le cose. C'erano i miei nonni che si salvarono pur essendo stati nella situazione il 16 ottobre di essere rastrellati".
La grande eredità di Liliana Segre alle nuovo generazioni
"Oggi è molto difficile non avere paura ma è più forte di me, io non ho paura e questa è l'eredità morale che voglio lasciare ai miei figli e ai miei nipoti"
Quel cerotto sulla fronte
"Nulla di grave, ho solo sbattuto su un'anta della cucina"
Frame del video sul Nove e foto Ansa