Il libro di Claudia Fusani sulla vita di Irene Brin vince il “Premio Casa delle donne”
Premiato “Il tuo nome sarà Irene, il romanzo della vita di Irene Brin”, della collana 'Giornalisti nella storia' Fondazione Murialdi. “Noi giornaliste siamo tutte figlie sue', dice l'autrice,
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Ci sono personaggi storici ai quali lo scorrere del tempo non rende giustizia e rischiano un immeritato oblio. È successo per secoli soprattutto alle donne, bistrattate dalla Storia anche quando hanno avuto sui loro tempi innegabili influenze. Una sorte che, secondo Claudia Fusani, non merita Irene Brin, per questo la giornalista ha scritto “Il tuo nome sarà Irene, il romanzo della vita di Irene Brin” che ha vinto il primo premio della Casa internazionale delle donne per la sezione saggistica.
Le motivazioni del premio
Il libro di Claudia Fusani, pubblicato nella collana 'Giornalisti nella storia' della Fondazione Murialdi, ha vinto (ex aequo con Marcella Filippa, autrice di Tina “Anselmi. La donna della democrazia”, edito da Pacini Fazi) il primo premio di scrittura femminile “Il Paese delle donne” per avere ricostruito “la vita e l’attività professionale di Irene Brin, nome d’arte di Maria Vittoria Rossi, che ha scritto migliaia di articoli per decenni tra la prima e la seconda metà del ‘900. E’ stata un’osservatrice attenta del costume quotidiano nazionale, che ha raccontato anche attraverso la pubblicazione di numerosi libri, e un’esponente di rilievo del giornalismo italiano negli anni in cui la presenza femminile all’interno della professione era spesso marginale e comunque ridotta”.
Dalla tesi di laurea al libro
Claudia Fusani, dopo vent'anni a La Repubblica e nove a L'Unità, da quattro collabora con Tiscali News. Siamo abituati a vederla spesso fra gli ospiti dei programmi di approfondimento politico in qualità di giornalista parlamentare per commentare i fatti del giorno o della settimana. La sua passione per Irene Brin è nata all’università: “La sua biografia è diventata oggetto della mia tesi di laurea in letteratura”, racconta. Ma evidentemente il personaggio era talmente affascinante da meritare un libro intero.
Icona dimenticata
A 50 anni dalla sua morte è giusto ricordare questa donna che fu giornalista, scrittrice, opinionista, commerciante, intellettuale, editor e gallerista. Una vera icona del suo tempo divenuta un modello di emancipazione femminile ma anche ambasciatrice del made in Italy nel mondo. “Tutte noi giornaliste in qualche modo siamo figlie sue. Eppure è stata dimenticata: tutti hanno rubato da lei e dalla sua scrittura straordinaria ma nessuno le ha reso merito. Con il suo genio ha inventato un genere letterario, quello del giornalismo di costume che era per lei l’unico modo per fare giornalismo. Ma lo fece con un estro che ha ispirato innumerevoli imitazioni. Indimenticabili i suoi reportage di guerra dal fronte dei Balcani che dovette scrivere sotto pseudonimo. E se noi giornaliste oggi possiamo firmare con il nostro nome, lo dobbiamo anche a lei”.
La premiazione sarà il 30 novembre dalle 16,30 alle 19,30, Casa internazionale delle donne, via della Lungara 19, a Roma.