Madri contro il razzismo: lettera aperta alla mamma di Mahmood
Siciliana, sposata con un indiano e madre di un bambino di cinque mesi, ha scritto a Famiglia Cristiana una lettera aperta alla madre del vincitore di Sanremo
Fra mamme spesso ci si intende e fra madri vittime del medesimo razzismo, l’intesa dovrebbe essere maggiore. Almeno questo è ciò che ha pensato una lettrice siciliana, sposata con un indiano e madre di un bambino di cinque mesi, che ha scritto a Famiglia Cristiana una lettera aperta alla madre di Mahmood (nome d'arte di Alessandro Mahmoud), il vincitore di Sanremo.
La lettera
'Abbiamo tante cose in comune, entrambe isolane e con un amore che qualcuno definirebbe 'esotico'. In questi giorni tanti commenti che ho sentito mi hanno trafitto come spade il cuore. Da qualche tempo 'si sono aperte le gabbie'. Troppa gente parla, scrive, posta, pensa in modo razzista come se fosse normale, addirittura di buon senso'. 'La cosa che mi ferisce è quando queste persone sono donne e madri. Forse non hanno mai pensato che Alessandro potrebbe essere figlio loro'. E riporta un episodio che le è capitato su un autobus, quando una passeggera, alla vista di suo marito e del bambino, ha esclamato: 'Ormai sui mezzi salgono cani e porci'.
La pace che ci salverà
La donna siciliana conclude così la sua lettera, pubblicata su Famiglia Cristiana, con una risposta del direttore don Antonio Rizzolo: 'Mio figlio è siciliano, è sikh, è nato a Roma e per la legge è italiano, come il tuo giovane Alessandro. Mio figlio non può e non deve essere straniero in casa sua. Mio figlio rappresenta l'evoluzione delle culture e il tassello di pace che ci salverà'.