Sara ed Elena e le coppie di mamme che hanno vinto: "Ma il pregiudizio rimane"
Sono 35 i bambini e le bambine con due mamme che riavranno il loro atto di nascita. Il tribunale respinge il ricorso della procura contro le coppie lesbiche
Leggi più veloce
Siamo a Padova ma potremmo essere in qualunque altra città d'Italia. Questa è la storia di Sara ed Elisa ma sono centinaia e centinaia le coppie nella stessa situazione in tutto il Paese. In assenza di una legge le famiglie cosiddette arcobaleno, si appellano ai tribunali per avere delle sentenze che sanciscano la loro genitorialità, un pezzo di carta che certifichi che, sì, quei bambini hanno due madri e non c'è nulla di male. Anche loro- come hanno raccontato in una intervista sul Corriere della sera, hanno chiesto aiuto a un tribunale per vedersi restituito il loro atto di nascita. Hanno 4 figli. Due partoriti da Elena e le gemelle da Sara. Per il secondogenito sono sorti dei problemi, è infatti l'unico a non aver il doppio cognome. Una disparità ingiusta con i fratelli scaturita da una inerzia politica che lascia nel limbo e alla prepotenza del governo di turno le vite di cittadini e cittadine che a seconda della procura che incontrano rischiano di vedersi stracciare la propria genitorialità. Nel caso dei minori il loro essere figli. Mica poco! Sara Quinto racconta: "Quando è arrivata la mail dell'avvocato ero a casa, per noi si è chiuso un cerchio, con nostro figlio Cesare siamo state le prime ad aprire le udienze e con le gemelle le ultime a ricevere la raccomandata della Procura che impugnava i loro certificati di nascita" . Ecco perché festeggiano a meta "Carlo che ha 8 anni è nato pochi mesi prima che il Comune di Padova iniziasse a trascrivere nei certificati di nascita il nome del genitore non biologico, abbiamo provato a chiedere il riconoscimento tardivo ma abbiamo perso il ricorso".
Il punto è che ogni tribunale dà interpretazioni discordanti, per questo come ha affermato la Corte costituzionale già nel 2021 il vuoto legislativo viola i diritti incomprimibili dei minori. Un semplice tribunale può decidere sul singolo caso in esame, ma non è pensabile che in uno stato di diritto ci siano bambini che pur vivendo la stessa condizione abbiano diritti diversi. La Corte di Cassazione aveva suggerito, visto l'immobilismo delle forze politiche- di ricorrere alle adozioni tra il minore e l'adulto che se ne prende cura anche se non c'è un legame biologico. Sara afferma che nonostante questa vittoria restano i pregiudizi: "Ci sono politici che ci osteggiano. Ma chi ci conosce ci considera famiglie come le altre, non ci aspettiamo che il governo compia un passo verso di noi ma che almeno ci lasci in pace"
Come spiega l'avvocato Michele Giarratano, che rappresenta le coppie omogenitoriali che hanno vinto una prima battaglia a Padova: “Il tribunale ha confermato tutti gli atti di nascita con doppia maternità, accettando la nostra tesi con la quale dimostravamo che al centro di questa questione ci sono dei minori, il cui status di figli oggi è quello di avere due madri. E per cambiare uno status filiationis non basta un ricorso della Procura. Il tribunale di Padova ha quindi respinto i ricorsi dichiarandoli inammissibili, confermando le due madri, a tutela dei minori coinvolti. Non possiamo dire che sia finita la caccia ai “bambini arcobaleno”, ma intanto che il tribunale abbia accolto la mia linea difensiva, è una grande soddisfazione”. In altre parole i giudici hanno decretato che solo un figlio può disconoscere un genitore non biologico ma non il contrario. "Questo perché prevale il diritto del figlio alla stabilità della relazione, anche se costituita in mancanza di legame genetico".
Cosa dice la sentenza
Il Tribunale di Padova in questo specifico caso ha rigettato le richieste della Procura e confermato la validità delle iscrizioni del nominativo della madre non biologica nell'atto di nascita. Dunque il Tribunale ha dichiarato inammissibili i ricorsi del Pubblico Ministero che chiedeva la cancellazione del nominativo della madre non biologica dall'atto di nascita, ritenendo non applicabile la procedura utilizzata dall'allora Pubblico Ministero per contestare l'iscrizione della seconda mamma. Naturalmente è stata vinta solo una battaglia. Entro dieci giorni la procura di Padova o il ministero dell’Interno potrebbero impugnare la sentenza e andare così al processo d’appello. "Speriamo di no. Noi saremo comunque pronti ad andare avanti per affermare il diritto di questi bambini e delle loro madri”.