La Corte europea ha condannato l'Italia per aver violato i diritti di una bambina. Ecco le motivazioni
Il rifiuto delle autorità italiane di trascrivere l'atto di nascita della bimba, che oggi ha quattro anni, l'ha resa apolide
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Per fortuna, dovendo rendere conto delle leggi che approviamo e dei diritti che violiamo all'Unione europea, queste brutte storie hanno invece un lieto fine. Come la vicenda che ha visto protagonista una bambina che oggi ha 4 anni e che nel 2019 si era vista negata la trascrizione dell'atto di nascita, rendendola di fatto apolide, cioè senza cittadinanza, senza un Paese.
Una procedura che la Corte europea dei diritti umani ha bollato come ingiusta stabilendo che l'Italia ha violato i diritti di una bambina impedendone il riconoscimento legale da parte del padre biologico condannando il nostro Paese a pagare 15mila euro di danni e 9.536 euro per le spese legali.
Le motivazioni della sentenza
Allo stesso tempo, i giudici di Strasburgo hanno anche riconosciuto che non c'è stata nessuna violazione per quanto riguarda l'instaurazione di un rapporto legale genitori-figli tra la ricorrente e la madre intenzionale, possibile attraverso l'adozione.
Ergo
Il rifiuto delle autorità italiane di trascrivere l'atto di nascita della bimba è illegittimo. "La Corte ha quindi ritenuto che le autorità italiane non abbiano adempiuto al loro obbligo positivo di garantire il diritto della ricorrente al rispetto della sua vita privata ai sensi della Convenzione".
Ma ha anche chiarito che
Alla madre intenzionale, pur non permettendo la registrazione dell'atto di nascita, la legge italiana "le ha tuttavia offerto la possibilità di agire legalmente per riconoscere la bambina mediante adozione. La Corte ha pertanto ritenuto che non fosse generalmente e assolutamente impossibile avere un rapporto riconosciuto genitore-figlio tra il richiedente e la madre intenzionale. Non vi è stata quindi alcuna violazione dell'articolo 8 della Convenzione a questo riguardo".
Cosa è la maternità surrogata
Ha vari nomi: maternità surrogata, surrogazione di maternità, gestazione d’appoggio o gestazione per altri (spesso abbreviata in GPA). Si tratta di una forma di procreazione assistita nella quale una madre surrogata, gestante d’appoggio, gestante per altri o portatrice gestazionale, anche in questo caso sono tanti i nomi che identificano il ruolo della donna, provvede alla gestazione per conto di una o più persone, che diventeranno il genitore o i genitori del nascituro.
Come è disciplinata oggi in Italia
Nel nostro Paese costituisce una pratica medica vietata. E' infatti punita con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.
Nel 2017 la Corte costituzionale in una sentenza ha sancito che la surrogazione “offenda in modo intollerabile la dignità della donna e mini nel profondo le relazioni umane”.
Ma viviamo in un mondo in cui esiste e non è un reato
E chi volesse usufruirne in Paesi esteri che lo permettono? Non essendo presente nel nostro ordinamento una norma che permetta il riconoscimento automatico del rapporto di genitorialità, si pone quella che i giuristi chiamano la questione del riconoscimento del legame familiare tra il/la figlio/a e il genitore non biologico (o genitore sociale), situazione che si verifica quando l’ovulo o lo spermatozoo siano donati da un soggetto terzo.
Per questo alcune famiglie di fatto si sono rivolte alla magistratura perché verrebbe meno il diritto del minorenne a vedere riconosciuto il suo rapporto con il genitore d’intenzione.
Intanto nel Parlamento italiano...
Il Ddl presentato da FdI passato in Senato coi voti di tutta la maggioranza vuole rendere universalmente perseguibile chiunque ricorra alla maternità surrogata in qualsiasi forma, non solo quella per soldi. Dunque con questa norma verrà criminalizzata sia la finalità solidaristica che quella commerciale.
L'inapplicabilità di questo "crimine" tutto italiano sarebbe rendere "universale" un reato non percepito in quanto tale dalla comunità internazionale.
Si legge nella relazione illustrativa che accompagna il provvedimento: "le pratiche della surrogazione di maternità costituiscono un esempio esecrabile di commercializzazione del corpo femminile e degli stessi bambini che nascono attraverso tali pratiche, che sono trattati alla stregua di merci. Ciononostante il ricorso a queste pratiche è in vertiginoso aumento e la maternità surrogata sta diventando un vero e proprio business".
Staremo a vedere che si farà ma restano i bambini già nati con questa pratica e residenti in Italia, a loro non possiamo togliere i genitori.
Se vuoi approfondire leggi anche la storia di Nichi Vendola qui
E anche la scelta di Giuseppe Sala di continuare a trascrivere gli atti di nascita di questi bambini, qui
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