La bambina ai carabinieri: “Arrestate papà perché picchia la mamma”
In precedenza la vittima aveva chiesto aiuto ad un’amica tramite un segnale prestabilito su whatsapp. Pare che le violenze andassero avanti da anni. Una storia terribile cui ha messo fine la bambina
Gli episodi che vedono delle donne maltrattate e sottoposte a violenza da parte dei mariti in Italia si ripetono senza tregua. La storia che vi vogliamo raccontare è però particolare. Vede protagonista una bambina di 12 anni che, vedendo la mamma tempestata di colpi, non ha esitato a raccontare tutto ai carabinieri. “Arrestate papa perché picchia la mamma", ha detto la piccola ai militari quando sono arrivati nella casa di Casamicciola, sull'isola d'Ischia.
Il fenomeno nella provincia napoletana
Dal primo gennaio alla prima settimana di novembre 2022, tra Napoli e provincia – come scrive Patrizia Sessa su Ansa - sono state arrestate e denunciate in flagranza di reato e su disposizione dell'autorità giudiziaria ben 593 persone per atti persecutori, 70 persone per violenza sessuale e 3 persone per femminicidio. Sono 1271, invece, le persone arrestate e denunciate per maltrattamenti in famiglia per un totale di 1937 persone. Un fenomeno che registra la triste media, per difetto, di sei persone arrestate o denunciate al giorno.
Le violenze andavano avanti da anni
Nel caso in questione - si legge - pare che le violenze andassero avanti da anni. Botte sempre e comunque. E poco importa se le aggressioni avvenivano davanti ad una bimba. Le minacce, gli abusi scattavano, senza se e senza ma. Lei, Rita (nome di fantasia) 50 anni, la vittima di tutto, aveva presentato diverse denunce per le violenze del suo compagno. Denunce poi sempre ritirate.
Quando domenica, nella sua residenza di Casamicciola, si è trovata davanti i carabinieri, ha provato a dire, con un filo di voce, mentre piangeva, che andava tutto bene, che in casa non c'era nessun oltre a lei e la figlia. Aveva un livido su un occhio, non riusciva a smettere di tremare. E così la sua bimba, di soli 12 anni, proprio non ce l'ha fatta.
Lo ha detto lei ai carabinieri
Aveva assistito alle botte, pochi minuti prima. Aveva provato a dividere il padre dalla madre. E quando ha capito che questa storia rischiava di restare sepolta dal silenzio della paura, lo ha detto lei ai militari. Ha detto loro di arrestare quell’uomo, il suo papà, che picchiava la mamma.
Il segnale all'amica
Rita lo sapeva che prima o poi avrebbe rischiato la vita. In casa il suo compagno aveva dei coltelli. Ne aveva parlato con la sua amica e insieme avevano individuato un codice, un segnale che avrebbe fatto capire quando era in pericolo. Avevano deciso che se Rita avesse inviato un messaggio whatsapp contenente un pollice all'insù, la sua amica avrebbe dovuto chiedere aiuto. E domenica, puntualmente, quel messaggio è arrivato davvero. I carabinieri sono stati subito allertati. Sotto casa hanno sentito una donna piangere. Hanno bussato, più volte, visto che nessuno apriva. E quando si sono trovati davanti Rita, lei era in lacrime. Continuava a ripetere che andava tutto bene, che in casa non c'era nessuno oltre sua figlia. Un atteggiamento frequente in molti casi di violenza in cui, alla fine, la donna cerca di coprire il comportamento del compagno.
Ma è stata proprio lei, la figlia, a raccontare che la storia era del tutto diversa. Così i militari hanno capito che in casa c'era ancora l'uomo. Lo hanno trovato sul retro della casa, mentre stava riempiendo una borsa per poi fuggire. Era armato: i carabinieri lo hanno trovato in possesso di un coltello a lama sottile lungo 18 centimetri e di un coltello multifunzione lungo 14 centimetri.
Si allunga così il lungo, lunghissimo elenco di storie di donne segnate dalla violenza.