Due imprenditrici costrette a inventare un socio maschio per poter lavorare
Penelope Gazin e Kate Dwyer, confondatrici di una piattaforma online di compravendita, hanno dovuto inventare il terzo socio, Keith Mann, per essere prese sul serio
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Avete presente il film Funny Money, con una fantastica Whoopi Goldberg? Racconta di una broker che per farsi prendere sul serio in un mondo maschilista come quello della finanza Usa (ma pure mondiale) è costretta ad inventarsi un socio maschio. È una commedia del 1996 ma resta, purtroppo, attualissima. Businessinsider.com racconta infatti delle due fondatrici di un marketplace di moda e arte, Witchsy, costrette a creare un falso cofondatore maschio per condurre i loro affari via email. Prima in pochi mostravano attenzione alle loro proposte, dopo la comparsa del fantomatico socio c’è stata la svolta, il che la dice lunga sul sessismo all’interno dell’industria tecnologica e sul lavoro in generale.
La strategia
Penelope Gazin e Kate Dwyer, hanno infatti notato un’enorme differenza tra come i clienti trattavano il falso socio maschio rispetto al modo in cui trattavano loro. Proprio come fa Whoopi Goldberg in Funny Money, le due non hanno solo inventato il socio dandogli un nome, Keith Mann, ma pure una storia che facesse da corredo al personaggio per renderlo credibile: “Lui era il tipico bravo ragazzo che aveva giocato a football al college. Devoto alla moglie con cui stava da cinque anni e non vedeva l’ora di diventare papà. Era il classico bravo ragazzo”, ha raccontato Gazin: “Non si intendeva tanto con me e Kate, ma era felice di aiutarci con il nostro progetto, anche se pensava che avremmo dovuto trovare marito“.
Giovani e carine? Devono essere sceme
Gazin e Dwyer alla fine hanno confessato a John Paul Titlow di Fast Company di aver inventato il terzo cofondatore a causa di ripetuti casi di atteggiamenti sessisti come il tono di superiorità di un programmatore che ha indirizzato loro una email iniziando con, “Okay, ragazze…” Invece, “è’ cambiato tutto: come il giorno e la notte”, ha detto Dwyer a Titlow dopo aver iniziato a lavorare “nei panni di Mann”. “Mi ci volevano giorni per ottenere una risposta, mentre Keith non solo riceveva rapidamente la risposta o un aggiornamento sugli affari, ma gli veniva anche chiesto se ci fosse qualcos’altro di cui avesse bisogno“. Prima che Mann esistesse, “era chiaro che nessuno ci prendeva seriamente e tutti pensavano che eravamo solo delle idiote“. Ma quando quelle stesse persone hanno ricevuto email da Mann, “hanno risposto con frasi sul genere di: “Okay, fratello, certo, facciamo un po’ di brainstorming!”.
La rivelazione
Quando la notizia che il socio maschio fosse un’invenzione è diventata di dominio pubblico, per le due donne è stato davvero divertente: “La gente non riesce a credere che gli abbiamo dato proprio il cognome Mann”, ha detto Dwyer. “Così maschile. Quando le persone hanno appreso di Keith, sono rimaste abbastanza sconvolte dall’idea che un personaggio fasullo sia stato preso più seriamente di noi. Ora è diventato uno strumento che contribuisce a evidenziare quanto il sessismo sia dilagante nel settore tech e più in generale sul posto di lavoro. È stato fantastico vedere tante persone rispondere positivamente. Ancora una volta, Keith ha fatto un ottimo lavoro“.