Uomo o donna? La pugile Imane Khelif parla per la prima volta alla tv italiana e dice la sua verità

A proposito dell’incontro olimpico con la pugile italiana Angela Carini dice: “Non me la prendo con lei ma con chi le ha fatto pressioni”. La questione degli ormoni e del Dna

di Redazione

La medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi di Imane Khelif sembrava avere messo tutti a tacere quanto alle sue capacità sportive e al suo genere. Invece una settimana fa, una rivista francese ha reso pubblico un referto del 2023 e per qualcuno il caso sulla vittoria dell'atleta intersex nella boxe femminile ai Giochi si è riaperto. E non basta che ancora si cerchi di indagare su quanto testosterone abbia in corpo e con quali cromosomi sia nata, perché poco dopo la notizia della rivista francese ha ricominciato a girare una foto palesemente falsa della povera Imane con un corpo da uomo in mutande. Per cercare di ripristinare “Lo stato delle cose”, Imane è stata ospite su Rai 3 di Massimo Giletti e ha raccontato la sua, proprio a partire dall’incontro con la pugile italiana Angela Carini.

L’incontro farsa

“Conosco bene Angela Carini, non voglio però prendermela con lei. Io ce l’ho con le persone che hanno fatto pressione su di lei. Sono sicura che la pressione a cui è stata sottoposta l’hanno portata a questo atteggiamento. Voglio anche ringraziare le parole spese dal presidente del Coni Malagò, anche oggi”. A Parigi, durante i Giochi, era nata una polemica per il fatto che la pugile algerina pareva avesse degli alti livelli di testosterone, una valutazione che aveva portato al ritiro dell’azzurra Angela Carini suscitando l’indignazione (anche politica) di tanti. “Avrei voluto avere un incontro normale - racconta a Giletti - ma è stata una farsa. Se l’ho più sentita? No, ho visto però un video dove chiede scusa le ho accettate. Angela è una sorella, un’amica. Nello sport è così”. E ribadisce: “Volevo dire ad Angela Carini che le sue scuse le ho accettate dal profondo del cuore. Sei una amica, ti auguro ogni successo, le persone in certi casi possono sbagliare. Sono sicura che possono imparare dai loro errori”.

La scelta del pugilato

Nel corso dell’intervista con Giletti, Khelif ha raccontato la sua vita e i primi passi nella boxe: “Credo sia lei ad aver cercato me. Sono entrata sul ring per caso poi è stata una passione che mi ha travolto. I miei genitori? All’inizio non erano favorevoli. Mi dicevano ‘tu ami il calcio perché non fai quello’. Ma ho detto che volevo andare a fare boxe”. Poi l’Iba e la squalifica a due passi dalla finale dei mondiali ma sui certificati relativi ai cromosomi maschili rilevati dall’ente Imane dichiara: “Io ho questi esami non li ho visti, neanche successivamente alla mia esclusione. Quel giorno mi portarono un foglio, da firmare, dove dichiaravano che non avrei gareggiato. Ero scioccata”.

L’Iba e l’esclusione dai Mondiali

Da lì il ricorso della federazione algerina, e quello che per la pugile è stato un percorso che ha portato a una svalutazione dell’immagine dell’Iba. “Quello stesso giorno in cui l’appello fu presentato è stato respinto. E hanno fatto una nuova votazione. Ma se era tutto regolare perché indire una nuova votazione per escludermi?”, si chiede Khelif precisando: “Posso assicurarvi che io sono molto attenta ai miei ormoni, prendo tutte le precauzioni affinché rientrino nei parametri in tutte le mie competizioni. Sono dalla parte della commissione medica che provvede a fare questi controlli”. E sull’articolo di Le Correspondant che riprende la questione di genere, Imane Khelif spiega che si è già mossa per vie legali: “Il successo ha i suoi nemici”.