Il Vaticano ha scelto la formula: "Ecco come verranno benedette le coppie gay"
Le "benedizioni pastorali" alle coppie gay o irregolari, consentite in base alla recente dichiarazione "Fiducia supplicans", devono essere soprattutto "molto brevi"
Leggi più veloce
Questo è un momento storico. Anche se è solo il primo passo.
"Il sacerdote può recitare una semplice orazione come questa: 'Signore, guarda a questi tuoi figli, concedi loro salute, lavoro, pace e reciproco aiuto. Liberali da tutto ciò che contraddice il tuo Vangelo e concedi loro di vivere secondo la tua volontà. Amen'. E conclude con il segno della croce su ciascuno dei due".
10 o 15 secondi, non di più
La Santa Sede si è espressa sulle "benedizioni pastorali" alle coppie gay o irregolari. La lunga nota dell'ex Sant'Uffizio sulla ricezione di "Fiducia supplicans", a firma del cardinale prefetto Victor Manuel Fernández e del segretario monsignor Armando Matteo sottolinea che devono essere soprattutto "molto brevi".
"Ha senso negare questo tipo di benedizioni a queste due persone che la implorano? Non è il caso di sostenere la loro fede, poca o molta che sia, di aiutare le loro debolezza con la benedizione divina, e di dare un canale a questa apertura alla trascendenza che potrebbe condurli a essere più fedeli al Vangelo?".
Distinzione netta dalle liturgie ritualizzate
La precisazione però è netta: "mai verrà svolta contestualmente ai riti civili di unione e nemmeno in relazione a essi. Neanche con degli abiti, gesti o parole propri di un matrimonio". Inoltre "non deve avvenire in un posto importante dell'edificio sacro o di fronte all'altare, perché anche questo creerebbe confusione".
Per la Santa Sede infatti le benedizioni devono "distinguersi chiaramente da quelle liturgiche e ritualizzate". Insomma: "se si avvicinano insieme due persone per invocarla, semplicemente si chiede al Signore pace, salute e altri beni per queste due persone che la richiedono".
Nel comunicato diffuso dal Dicastero per la Dottrina della Fede si legge anche che, allo stesso tempo, "si chiede che queste due persone possano vivere il Vangelo di Cristo in piena fedeltà. E che lo Spirito Santo possa liberare queste due persone da tutto ciò che non corrisponde alla volontà divina e di tutto ciò che richiede purificazione".
"La dottrina sul matrimonio non cambia"
Nessun fraintendimento possibile. Il testo ribadisce che la dottrina sul matrimonio non cambia, restano "Inammissibili riti e preghiere che possono creare confusione". Ma va riconosciuto che "quanto espresso da queste Conferenze episcopali non può essere interpretato come un'opposizione dottrinale, perché il documento è chiaro e classico sul matrimonio e sulla sessualità".
Nei Paesi in cui è vietata per legge l'omosessualità, cosa farà la Chiesa?
Il Vaticano parla anche della "situazione delicata di alcuni Paesi", spiegando che "se ci sono legislazioni che condannano con il carcere e in alcuni casi con la tortura e perfino con la morte il solo fatto di dichiararsi omosessuale, va da sé che sarebbe imprudente una benedizione". È evidente che i vescovi "non vogliono esporre le persone omosessuali alla violenza".
Quale è la vera novità?
Per il Dicastero "la vera novità di questa dichiarazione, quella che richiede un generoso sforzo di ricezione e da cui nessuno dovrebbe dichiararsi escluso, non è la possibilità di benedire coppie irregolari. È l'invito a distinguere tra due forme differenti di benedizioni: liturgiche o ritualizzate e spontanee o pastorali". E queste ultime "non sono una consacrazione della persona o della coppia che le riceve, non sono una giustificazione di tutte le sue azioni, non sono una ratifica della vita che conduce".