Harry in tribunale: la prima volta di un membro della famiglia reale britannica in 130 anni. “Colpa vostra la lite con Willliam”
Il principe depone nel processo contro il tabloid Daily Mirror per intercettazioni illegali: gli effetti della “follia della stampa anche su mamma Diana”
È un fiume in piena quello testimoniato dal principe Harry all'Alta Corte di Londra nel processo contro il tabloid Daily Mirror per intercettazioni illegali, solo l'ultimo atto di una lunga battaglia contro l'invadenza della stampa durante il quale ha infranto una delle regole indiscusse della famiglia reale: non parlare di politica e non giudicare il governo britannico. In una deposizione scritta, rilasciata nel momento in cui è comparso in tribunale, il secondogenito del Re Carlo ha iniziato sostenendo di aver "sperimentato l'ostilità della stampa da quando sono nato" e concluso affermando che i suoi messaggi di segreteria telefonica sono stati violati da quando era un adolescente alla scuola di Eton. "I miei messaggi vocali includevano informazioni assolutamente private e sensibili sulle mie relazioni", ha detto, sottolineando che l'attenzione dei tabloid l'avevano fatto diventare paranoico e che non poteva fidarsi di nessuno, "una sensazione terribile in così giovane età".
La prima volta in oltre un secolo
Le presunte intercettazioni illegali ai danni del duca di Sussex risalgono al periodo compreso fra il 1995 e il 2011. È la prima volta, in 130 anni, che un membro della famiglia reale britannica appare in tribunale. Harry è arrivato da Los Angeles ed era atteso in aula ieri, ma ha ritardato la sua presenza per festeggiare il compleanno della figlia Lilibet.
Le accuse al giornale
Il giornale è accusato di diffamazione e di aver usato mezzi illeciti, tra cui proprio intercettazioni di messaggi telefonici, per ottenere informazioni sul principe e altre celebrities. All'inizio di maggio il Mirror si era scusato "senza riserve" con il principe Harry per aver raccolto illegalmente informazioni personali sul suo conto, intercettando le sue telefonate. Gli avvocati del principe hanno detto alla Corte che l'Mgn, che pubblica anche i tabloid Sunday Mirror e il Sunday People, ha fatto ricorso ai "metodi più intrusivi per ottenere delle informazioni personali". Inoltre, sostengono che i dirigenti della società sapessero della diffusione di informazioni personali attraverso la tecnica dell'hacking, ma nonostante questo nessuno ha agito.
La stampa che gronda sangue
"La mia speranza è porre fine alla follia della stampa", ha detto il principe durante la sua dichiarazione nel corso del controesame condotto da Andrew Green, l'avvocato di Mgn, che gli aveva chiesto chiarimenti su una frase contenuta nella deposizione scritta presentata al tribunale dal duca di Sussex in cui accusava i giornalisti della stampa scandalistica di avere le dita sporche di sangue. Harry ha denunciato l'"atteggiamento assolutamente vile" e l'ostilità contro di lui fin dalla sua nascita nonché l'invasione della sua privacy subita per gran parte della vita. "Ogni articolo mi ha fatto soffrire", ha sottolineato il duca di Sussex riferendosi anche a quelli pubblicati quando era bambino o adolescente.
Harry ha fatto pure nomi e cognomi di giornalisti e direttori: puntando il dito ad esempio su figure come Piers Morgan, a lungo editor del Mirror in passato e oggi anchorman tv, tanto sulfureo quanto popolare, noto per le continue polemiche furibonde contro i Sussex. Personaggio a cui il figlio minore del re ha addossato - a costo di scatenare nuovi conflitti e querele - la responsabilità diretta di "attacchi personali orribili e spregevoli".
Effetto della stampa pure su mamma Diana
Il legale di Mgn ha chiesto ad Harry perché sia stato scelto solo un numero ridotto di articoli pubblicati su di lui, rispetto alle migliaia disponibili, nel periodo tra il 1996 e il 2010 per la causa contro il gruppo editoriale. "Perché hanno mostrato gli elementi più evidenti di attività illecite intrusive", ha risposto Harry. L'avvocato Green ha poi cercato di mettere in discussione il senso di angoscia e turbamento causato dalle rivelazioni dei tabloid sul giovanissimo principe in quanto non le aveva lette sulla stampa. Secondo Harry quelle storie avevano avuto un effetto diretto sulla sua vita e sulle persone intorno a lui, a partire da sua madre, la principessa Diana, influenzando "la sua reazione nei miei confronti come suo figlio".
Harry attacca anche il governo Gb
Il duca di Sussex non si è risparmiato un duro affondo contro la reputazione dei media britannici, ma anche su quella del governo e delle supposte relazioni incestuose fra politica e tabloid. Incalzato dall'aggressivo controesame dell'avvocato difensore del gruppo editoriale che pubblica il giornale, Harry - apparso via via più sicuro di sé nella deposizione - non si è sottratto ai botta e risposta. Assistito da David Sherborne, legale di chiara fama, il duca ha tenuto botta per ore, pur alternando fasi più convincenti a esitazioni e pause di stanchezza. E non si è tirato indietro da possibili bufere. "A livello nazionale - ha denunciato a un certo punto - il nostro Paese viene giudicato globalmente dallo stato della sua stampa e del suo governo, e io credo che entrambi siano ora al punto più basso". "Una democrazia fallisce quando la sua stampa rinuncia a controllare e a chiamare i governi a rispondere del loro operato e sceglie invece di mettersi a letto assieme per garantire lo status quo", ha affermato: lasciando intendere di riferirsi all'esecutivo attuale, ma anche a quelli degli ultimi anni, nel quadro di un processo che riguarda vicende comprese fra la metà degli anni '90 e il primo decennio e oltre degli anni 2000.
“Il Mirror ha alimentato la sfiducia con William”
Il principe Harry ha accusato il gruppo editoriale del tabloid Mirror anche di aver alimentato la sfiducia tra lui e suo fratello. Si riferiva a quando i due fratelli erano entrati in rotta di collisione nel 2003 sull'organizzare o meno un incontro con l'ex maggiordomo della principessa Diana, Paul Burrell, per persuaderlo a non rivelare ulteriori indiscrezioni sulla loro madre e sulla vita di corte. In quell'occasione, come aveva riportato il domenicale The People (diventato poi Sunday People), ci fu un litigio fra i due, col secondogenito di Carlo III che non voleva assolutamente vedere Burrell. Quello fu uno dei tanti scontri che poi portarono alla rottura fra i due fratelli. Harry dopo il controesame fiume di oggi ha lasciato l'Alta corte ma è prevista la sua presenza in tribunale anche oggi in un nuovo confronto con gli avvocati difensori nella causa intentata contro il gruppo editoriale britannico.