Dopo il marito aguzzino, parlano gli stupratori di Gisèle Pelicot: “La mia sessualità era incontrollabile”. Agghiaccianti le testimonianze

La procura chiede la pena massima contro Dominique Pelicot e 17 anni per il suo “discepolo” ispirato al metodo della "sottomissione chimica". Attesa per la sentenza

di Redazione

Continua a fare discutere il processo di Mazan, soprattutto ora che siamo alle battute finali ed è stata chiesta la condanna degli imputati. "Vent'anni sono tanti, perché sono vent'anni di una vita, qualunque sia l'età dell'imputato. Ma sono anche troppo pochi vista la gravità dei fatti che sono stati commessi e ripetuti", sono parole pesanti quelle con le quali Laure Chabaud, vice pm al processo per gli incredibili fatti accaduti nel villaggio di Mazan, dove Gisèle Pelicot è stata drogata per 10 anni dal marito e violentata da decine di uomini, ha chiesto il massimo della pena per l'imputato principale, Dominique Pelicot, 71 anni. Intanto per le strade francesi non cessano le manifestazioni di sostegno alla vittima e contro la violenza maschile.

Un processo dall’eco internazionale

Da due mesi i media francesi, e quelli di tutto il mondo, raccontano l'indicibile che è stato invece descritto nell'aula di tribunale come ciò che per tanti anni è avvenuto nel sud della Francia. Una donna sedata a ripetizione e a sua insaputa dal marito per 10 anni, decine e decine di uomini reclutati e convocati su un sito di incontri che ora è stato bandito dal web, per stuprarla a turno mentre lei era incosciente.

Le parole dello stupratore più assiduo

Alcuni sono tornati più volte, un tale Jerôme - uno dei 50 imputati presenti in aula, soltanto una parte del totale - ha ammesso di essere tornato sei volte: "Non perché mi piacesse stuprare, ma perché la mia sessualità era incontrollabile", ha detto al processo. Molti di questi 50 "frequentatori" di casa Pelicot - compreso Jerôme - rischiano una pena non molto inferiore a quella del marito di Gisèle. Il quale avrebbe personalmente commesso di persona una buona metà degli stupri, quando non si limitava a filmare e poi catalogare i video in cui i suoi "invitati" approfittavano dello stato in cui lui riduceva Gisèle.

Le parole dell’ex marito Dominique Pelicot

"Sono colpevole di quello che ho fatto, ho rovinato tutto, ho perso tutto. Devo pagare", ha detto Dominique Pelicot. Se per lui sono stati chiesti 20 anni, 17 i pm ne hanno invocati per Jean-Pierre M., definito "il suo discepolo", un individuo che si era ispirato al metodo della "sottomissione chimica" varato dal marito di Gisèle per stordire e far stuprare la propria moglie.

Un processo simbolo

Per gli altri, in questa prima di tre giornate di requisitorie, sono per ora stati chiesti 10 anni (nei confronti di 11 imputati) e 4 anni. Suscitando una vigorosa protesta degli avvocati, che hanno definito "sconcertante" la severità della pubblica accusa nei confronti dei loro clienti: "La procura - ha detto uno di loro, Patric Gontard - aveva la spada dell'opinione pubblica puntata sulla schiena. Quando vedo le pene richieste, mi dico che sono davvero sproporzionate". Nella sua requisitoria, il pubblico ministero e i suoi collaboratori hanno affermato che "il nodo" del processo per gli stupri di Mazan "è cambiare fondamentalmente i rapporti fra uomini e donne". La sentenza è attesa per la fine di dicembre.