“La vita non è solo lavoro”: la lezione di vita di Giovanna Botteri è virale e svela un nervo scoperto
"Da 50 anni ci ripetono che ‘devi lavorare duro, fare carriera. Ti dicono che dipendi dal lavoro che fai, dai soldi che ti guadagni’. E invece c’è una vita oltre il lavoro e bisogna rivendicarla”: le parole della corrispondente Rai da Parigi diventano un messaggio universale
Un fantasma si aggira per l’Europa, e non è il comunismo ma un’idea che da Parigi potrebbe camminare proprio verso il resto del Vecchio Continente diffondendo il sovversivo principio che “c’è una vita oltre il lavoro”. Questa frase è stata detta dalla corrispondente da Parigi, Giovanna Botteri, durante l’ultima puntata di “Parole”, il programma di Massimo Gramellini su Rai 3. Il video in cui lo pronuncia è diventato virale e continua a essere postato e ripostato sui social dimostrando che l’argomento rappresenta un nervo scoperto anche in Italia.
Le proteste di Parigi
Sono giorni che noi italiani, che in pensione andiamo a 67 anni grazie alla riforma del 2011, assistiamo un po’ sconcertati alle proteste che animano le piazze francesi. I cugini d’Oltralpe non ne vogliono sapere di accettare una riforma che li porterebbe in pensione dai 62 anni attuali ai 64. Stanno mettendo a ferro e fuoco le città e da questa parte delle Alpi non sappiamo se sentirci cretini, per avere accettato la pensione a 67 anni senza affondare Roma e il Parlamento, oppure virtuosi e assai simili ai paesi frugali dell’Europa settentrionale. In questo contesto arriva la corrispondenza da Parigi di Giovanna Botteri che ci spiega perché i francesi insistono: “Per gli spazzini l’aspettativa di vita è inferiore di 10 anni rispetto alla media. Hanno lavorato per tutta la vita duramente e adesso gli dicono ‘ tu non vai più in pensione a 62 anni ma 64’. È come se gli prendessero due anni di vita”. In realtà questo ciò che è capitato a tutti ma in Francia la questione è sentita come un problema di giustizia sociale. E di classe sociale.
Foto Ansa e Instagram
Gli slogan di piazza
“’Vivere’, è uno degli slogan più ripetuti per strada”, spiega Botteri. La rabbia sociale cova: chi fa un lavoro duro e usurante come i netturbini che stanno scioperando e stanno lasciando l’immondezza nelle strade, come ha testimoniato Carla Bruni con la sua singolare protesta, in genere ha iniziato a lavorare a 16 anni, dopo i primi cicli scolastici. Il confronto con la categoria dei colletti bianchi, che magari si sono laureati e hanno iniziato a lavorare 10 anni dopo di loro, li esaspera e li fa sentire vittime di una grande ingiustizia sociale.
Un nuovo maggio '68
Un altro slogan ripetuto, spiega ancora Botteri, e che fa pensare a “un nuovo maggio 68” è: “I vecchi continuano a essere sfruttati e i giovani sono nella miseria perché non trovano lavoro”. Ma la questione, oltre che economica e sociale, diventa anche filosofica, investe il vero senso della vita umana: “La vita è una sola e non possiamo permetterci di sprecarla con il lavoro”. Queste le parole che la giornalista ripete dando voce ai francesi. “Perché dobbiamo lavorare così tanto e fino allo stremo? C’è una vita oltre il lavoro. Sono 50 anni che ci ripetono che ‘devi lavorare duro, fare carriera. Ti dicono che dipendi dal lavoro che fai, dai soldi che ti guadagni’. E invece improvvisamente oggi nelle piazze si sente qualcos’altro. Che c’è una vita oltre il lavoro e che bisogna rivendicare anche questa vita”.
C'è lavoro e lavoro
Certo Giovanna Botteri non è la migliore testimone del principio e infatti è il primo Gramellini a notare che proprio in quella giornata la giornalista doveva essere al lavoro da almeno 12 ore per dare conto e testimonianza di ciò che accade a Parigi. Ma forse questo messaggio, “c’è vita oltre il lavoro”, assume ancora più potenza proprio perché ripetuto da una grande e indefessa lavoratrice che, come fa notare il collega Peter Gomez dallo studio, fa un mestiere gratificante. E anche questa è la differenza con chi ne fa uno usurante. Ma questa è un’altra storia.