Giornata internazionale della donna, Mattarella: 'Il femminicidio è un fenomeno impressionante'
Il Capo dello Stato, durante le celebrazioni al Quirinale per l’otto marzo, ha ricordato i nomi delle prime 12 vittime di quest'anno
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L''impressionante fenomeno del femminicidio', è stato al centro del discorso del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione della Giornata internazionale della donna al Quirinale. 'L’anno passato – ha ricordato il capo dello Stato - le donne assassinate sono state 73. E’ un fenomeno impressionante, che scuote e interroga la coscienza del nostro Paese. Un distorto concetto del rapporto affettivo –che, non a caso, si trasforma in odio mortale– è alla base dei gravi e inaccettabili casi di femminicidio. Una mentalità che, al dunque, è solo possesso, bramosia, dominio e, in fin dei conti, disprezzo'.
Le 12 vittime del 2021
Mattarella elenca i nomi delle donne uccise in Italia nei primi due mesi di quest'anno: 'Sharon, Victoria, Roberta, Teodora, Sonia, Piera, Luljeta, Lidia, Clara, Deborah, Rossella, Sono state uccise undici donne, in Italia, nei primi due mesi del nuovo anno. Sono state uccise per mano di chi aveva fatto loro credere, di amarle. Per mano di chi, semmai, avrebbe dovuto dedicarsi alla reciproca protezione. Ora siamo di fronte a una dodicesima uccisione: quella di Ilenia'.
Possesso, non amore
'L’amore, quello autentico, si basa sul rispetto e la condivisione. Se si giunge a uccidere una donna -ha ammonito Mattarella- è perché non si rispettano il suo desiderio di libertà e la sua autonomia. Perché ci si arroga il potere di non consentirne le scelte, i progetti, le aspirazioni'. 'A distanza di settantaquattro anni dall’approvazione della nostra Costituzione –che ha sancito, in via definitiva, l’eguaglianza e la parità tra tutte le persone, senza distinzioni– gli orribili casi di femminicidio -che reclamano giustizia- ci dicono che la legge, da sola, non basta. Che un principio va affermato, ma va anche difeso, promosso e concretamente attuato'.
Le parole che alimentano gli stereotipi
Per Mattarella 'il rispetto verso le donne conosce molte declinazioni. Sul piano del linguaggio, innanzitutto. Dobbiamo respingere le parole di supponenza, quando non di odio o di disprezzo verso le donne. Parole che generano e alimentano stereotipi e pregiudizi ottusi e selvaggi, determinando atteggiamenti e comportamenti inaccettabili'. 'Compromettere l’autonomia, l’autodeterminazione, la realizzazione di una donna -ha proseguito il Capo dello Stato- esprime una fondamentale mancanza di rispetto verso il genere umano. Il rispetto è alla base della democrazia e della civiltà del diritto, interno e internazionale. Per questo il rispetto delle donne è questione che attiene strettamente alla politica. Rispettare s’impara, o si dovrebbe apprendere, fin da piccoli. Sui banchi di scuola. In famiglia. Nei luoghi di lavoro e di svago. La parità di genere non è dunque solo una grave questione economica e sociale. Ma è una grande questione culturale ed educativa'.
Rivoluzioni sociali e culturali
'Negli ultimi due secoli le donne sono state protagoniste di importanti rivoluzioni sociali e culturali, sono state –spesso e in diversi ambiti– i motori del cambiamento. Le donne hanno sempre aiutato a cogliere il valore universale e positivo della diversità, della solidarietà, della pace. Rispettare e ascoltare le donne vuol dire lavorare per rendere migliore la nostra società', sottolinea il presidente della Repubblica.
Le disparità nel lavoro
Ma nelle riflessioni di Mattarella c'è anche i problema del lavoro con l'occupazione femminile che a causa della pandemia 'è tornata indietro. Ai livelli del 2016, ben al di sotto del 50% raggiunto per la prima volta nel 2019. La causa principale è stata la crisi del settore dei servizi, nel quale lavora l'85% delle donne. Non preoccupano soltanto i dati quantitativi. Peggiora la qualità del lavoro delle donne, con un picco di contratti part-time non volontari, con l’aumento dei lavori a tempo determinato e con una riduzione delle condizioni di conciliazione vita/lavoro'. 'La diffusione del Covid-19, come sempre accade nei periodi difficili, ha colpito maggiormente le componenti più deboli ed esposte. Le donne tra queste. Dal punto di vista occupazionale anzitutto. Secondo l’Istat -ha ricordato Mattarella- abbiamo 440 mila lavoratrici in meno rispetto a dicembre 2020. Mentre sono a rischio un milione 300 mila posti di lavoro di donne che lavorano in settori particolarmente colpiti dalla crisi'.
Le donne e i contagi da Covid
Ma 'la situazione femminile si fa critica anche dal punto di vista sanitario. L’Inail ha messo in luce, in un recente studio, che quasi il 70 per cento dei contagi denunciati sui posti di lavoro riguarda le donne. Le categorie professionali più colpite come contagi riguardano soprattutto il settore sanitario. E’ dunque doveroso che la Repubblica rivolga un pensiero di forte gratitudine alle tante donne che da ormai un anno si stanno impegnando negli ospedali, nei laboratori, nelle zone rosse per contrastare la diffusione del coronavirus. Esse lavorano in condizioni difficili, con competenza e abnegazione, con spirito di sacrificio e con la loro caratteristica capacità di sopportare grandi carichi di lavoro. A loro, in special modo, desidero dedicare questa importante giornata'.
Crisi demografica
Per il capo dello stato 'vanno incrementati gli sforzi per restituire dignità al lavoro delle donne e per far fronte alla crisi demografica. Calo demografico e carenza di occupazione femminile sono tra i fattori più rilevanti del rallentamento della crescita economica; e sono fra essi strettamente collegati. Va ricordato, ancora una volta, che dove cresce il lavoro femminile, dove cresce la buona occupazione, anche la natalità è più elevata e i giovani ricevono una spinta positiva per i loro progetti di vita. Politiche per la famiglia, sostegno alla maternità, potenziamento dei servizi, conciliazione con i tempi di lavoro e con quelli di cura rappresentano un elemento di fondamentale importanza per la crescita del nostro Paese'.