Nuovo femminicidio a 2 giorni dalla ultima strage familiare. La criminologa: 'Denunciare malgrado il Covid'
Nel Casertano un 34enne ha sparato alla moglie e poi ha chiamato i carabinieri. La convivenza forzata causata dalla pandemia può incancrenire certe situazioni: bisogna denunciare prima che sia troppo tardi
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Sono passati appena due giorni dalla strage familiare del Torinese e oggi si registra un nuovo femminicidio nel Casertano, e del resto le statistiche parlano di uno ogni tre giorni. Stavolta è accaduto a Cancello Scallo, frazione di San Felice a Cancello, dove un 34enne ha ucciso la moglie con alcuni colpi di pistola e si è costituito. Dalle prime indagini dei carabinieri di Maddaloni, è emerso che l'uomo sarebbe uscito dalla quarantena dove si trovava perché positivo al Covid, avrebbe condotto la moglie, di poco più giovane, presso un'area di campagna dove l'ha uccisa con colpi d'arma da fuoco, per poi lasciarla sul posto. Quindi è tornato nella sua abitazione, a San Felice a Cancello, ed ha chiamato i carabinieri, dicendo di aver ucciso la moglie in seguito ad una lite: i militari sono andati a casa, hanno raccolto la sua confessione e lo hanno arrestato, per poi recarsi sul luogo del delitto, dove hanno rinvenuto il corpo della donna. Sul posto sarebbe stata ritrovata anche la pistola usata.
La criminologa: denunciare malgrado il Covid
Neanche la pandemia ferma la mano assassina che si rivolge contro le proprie compagne, anzi il Covid potrebbe peggiorare le cose, da qui l’appello a denunciare nonostante la convivenza forzata. 'A marzo scorso durante il lockdown ci sono state migliaia di violenze domestiche, in un momento difficile per tutti le sfortunate donne rinchiuse in casa con i loro aguzzini avevano ancor più difficoltà nel chiedere aiuto. L'impennata di violenza non si arresta, tante, troppe donne continuano a subire maltrattamenti e a morire'. Così la criminologa Antonella Formicola, commenta l'ennesimo femminicidio. 'Mentre il mondo giustamente è distratto dalla grave pandemia che ci coinvolge tutti, - continua - dobbiamo trovare il modo e la forza nonostante tutto di non abbassare la guardia. E' necessario continuare a garantire alle donne tutela e protezione. Lo dobbiamo a loro e anche ai propri figlioli, sono troppi gli orfani che subisco violenze all'interno delle mura domestiche e troppi sono anche quelli a cui viene strappata la loro mamma'. 'Siamo in un periodo drammatico - conclude Formicola - ma la lotta, alla 'violenza di genere' deve continuare. Noi operatori del settore seppur con tante difficoltà ci siamo e invitiamo le donne come sempre a denunciare: la paura è la peggiore nemica in questi casi. Il mio abbraccio commosso alla famiglia della giovane uccisa nel Casertano'.
I rischi della convivenza forzata
Gabriella Notorio, presidente dell'Associazione 'Frida Kahlo la città delle Pari Opportunità', responsabile dello Sportello Antiviolenza 'Le Porte di Frida' di Marano di Napoli, dal canto suo fa sapere che in questo periodo, con l'aumento delle restrizioni, si inizia a notare 'una diminuzione delle richieste di aiuto da parte delle donne, pur operando nel pieno rispetto delle procedure anticovid'. 'Temiamo - spiega Notorio - che le donne non denuncino gli episodi di violenza per timore della pandemia. Questo può incidere notevolmente sull'incremento stesso della violenza tra le mura domestiche. Sentiamo la necessità di invitare le donne a rivolgersi ai centri e agli sportelli antiviolenza e, nel nostro caso, a contattarci telefonicamente, al numero 333 3397549, con reperibilità h24'.