Federica ha la sua mano bionica: un sogno che si avvera. Il suo pitbull le aveva strappato il braccio
A 23 anni l’aggressione del cane che aveva adottato le ha cambiato la vita. L'arto bionico sembrava un sogno. Ma non si è data per vinta e con l’aiuto e la solidarietà di chi le ha voluto dare una mano ora ha riconquistato le capacità e la serenità
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Si chiama Federica Aiello, è siciliana, e quando aveva 23 anni il pitbull che aveva adottato col suo ragazzo l’ha aggredita strappandole un braccio. Aveva tanti sogni allora, e sembrava tutto perduto. E in effetti non è stato facile, confessa la giovane sul Corriere della Sera: “Ho dovuto riscrivere il mio futuro”. Per riguadagnare la vita che sembrava evaporata. L’obiettivo era, tra gli altri, quello di una protesi bionica. Ci sono voluti tenacia e determinazione, oltre all’aiuto di chi le è stato vicino affiancandola nel progetto, per giungere al risultato. Ed ora, con l’intervento di un’azienda ennese, la Ro.Ga., sembra aver riconquistato capacità fisiche e serenità.
La lunga lotta per consentire alla vita di riprendere il suo corso
La strada è stata lunga, ha dovuto frequentare non solo ospedali. Per molto tempo i cani l'hanno terrorizzata e sono sopravvenuti altri problemi psicologici. Per uscirne è stato fondamentale l’aiuto di una psicologa del servizio pubblico e poi di uno specialista privato. La vita ha ripreso così il suo corso. Ora Federica studia Pedagogia e lavora come educatrice d’infanzia. “I bambini – racconta sul quotidiano milanese - non mi hanno mai fatta sentire strana”. Ritengono la differenza una risorsa. Tanto che “alcuni, vedendo le mie protesi, mi hanno detto che volevano essere come me. Forse - dato l’arto artificiale - mi consideravano come una sorta di eroina dei cartoni”.
Giusy Versace, immagini:
L'aiuto di Giusy Versace e Rosario Garigliano
L'arto bionico in effetti consente una manualità straordinaria. Tutta un’altra cosa rispetto alla protesi solo estetica fornita all’inizio dal servizio sanitario Nazionale. Avere la mano bionica, abbastanza costosa, non è stato semplice. Lo conferma Rosario Gagliano, il proprietario della Ro.Ga. di Enna: settanta dipendenti e un centro di riferimento d'eccellenza per pazienti che, solitamente, sono bambini venuti al mondo con malformazioni. “Lì - spiega Federica – si creano rapporti fortissimi”. Lei, per esempio, vi ha conosciuto Giusy Versace, atleta paralimpica e senatrice impegnata anche nella raccolta di fondi per gli sportivi con disabilità attraverso Disabili no limits. Versace e l’imprenditore della Ro. Ga., l’hanno aiutata a reperire i fondi per la speciale protesi. Molto hanno fatto poi Confindustria e il gruppo Arena Deco. Così l’arto bionico alla fine è arrivato. Federica non ha ancora imparato a usarlo bene, però l’ha provato ed è stato - afferma - come l’avverarsi di un sogno. Un sogno che lei si augura possa “essere realizzato da tanti altri come lei, sprovvisti di possibilità economiche”.