Federica Angeli: 'La mia vita sotto scorta trasformata in favola per i miei 3 bambini'
Intervista alla giornalista de 'la Repubblica' che da due anni e mezzo è privata della libertà: 'Ecco cosa farò quando questo incubo sarà finito'
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“La prima cosa che vorrei fare da donna libera è una passeggiata al mare. Con i miei bambini, naturalmente. Magari a prendere un gelato, magari guidando la macchina”. A Federica Angeli da due anni e mezzo è stata tolta la libertà. Ma il carcere in questo caso non c’entra niente. O meglio in carcere dovrebbero stare i mafiosi che l’hanno più volte minacciata di morte per il solo fatto di aver svolto con correttezza e coraggio il proprio lavoro, quello di giornalista di cronaca nera e giudiziaria in seno al quotidiano “La Repubblica” e di aver raccontato “Mafia Capitale”.
"Non posso nemmeno affacciarmi al balcone e loro invece si appostano sotto casa" - Federica Angeli non può nemmeno affacciarsi al balcone di casa: “Mentre loro possono venire sotto casa mia a spiarmi tutte le volte che vogliono”. Ma soprattutto Federica non può raccontare ai suoi bambini, troppo piccoli per non rimanerne traumatizzati, una storia di orchi e di malvagi in cui ancora manca il lieto fine: “Oggi i miei figli hanno 10, 8 e 6 anni. Due anni e mezzo fa, quando è iniziata la mia vita sotto scorta, ho raccontato loro una favola sulla falsariga de “La vita è bella” di Roberto Benigni. Ovvero che la mamma aveva scritto un articolo bellissimo e che il mio giornale, per premiarmi, mi aveva dato una macchina blindata con tanto di autisti. Ma poi piano piano il più grande ha capito che erano dei carabinieri e che dovevano stare con me perché avevamo bisogno di essere protetti. Ho cercato di trasformare anche questa consapevolezza in qualcosa di positivo e gli ho detto: “Siccome noi siamo più forti di loro ci proteggono e invece a loro non li protegge nessuno”. Vedremo nell’adolescenza come potrò trasformare questo gioco tarandolo sulla loro età”.
Forza interiore e fantasia - Perché, oltre alla forza interiore che ti soccorra quando la paura bussa al tuo cuore e lo sconforto riveste la rabbia per l’ennesima cattiveria che si subisce, ci vuole anche fantasia per vivere sotto scorta: “A me stessa racconto la favola che non si può sempre far finta di non vedere le cose che non ci stanno bene. Io ho scelto di guardarle in faccia e di affrontarle con le mie denunce e con le mie inchieste. Non sono né sconfortata né entusiasta di come le cose vanno a livello giudiziario. Sono nel pieno di una partita e dico a me stessa vediamo come va a finire”.
Il processo a Mafia Capitale - E a proposito di cronaca giudiziaria è lei stessa a raccontare a che punto è il processo a Mafia Capitale: “Proprio in questi giorni è stato sequestrato un bene dei Casamonica, una villa con piscina del valore di 4 milioni di euro. E Le dieci persone che io denunciai sul malaffare di Ostia oggi sono a processo per concussione e corruzione. Il capo clan degli Spada è attualmente in carcere per estorsione con l’aggravante dell’articolo 7, quello del metodo mafioso. E la spiaggia confiscata al clan Fasciani di Ostia dal 21 marzo rinascerà con un’industria e dimostrerà che i beni confiscati alla mafia possono diventare parte di un’economia sana. Insomma lentamente si stanno muovendo le cose. Per me troppo lentamente a fronte di una libertà che non ho più”.
Un premio per sentirsi meno sola - In questi giorni Federica ritirerà il premio “ Magna Grecia Awards”, “un riconoscimento importante perché ti fa sentire meno sola. Il fatto è che vivere sotto scorta è una privazione totale della propria libertà di movimento. Sono limitata in tutto, devo comunicare dalla sera prima ai carabinieri della mia scorta a che ora devono venirmi a prendere e non posso mettere un piede fuori di casa senza che ci siano loro. La mia giornata professionale è sempre accompagnata da loro quindi anche sul lavoro ho avuto delle ripercussioni perché fino a due anni e mezzo fa lavoravo molto con le fonti confidenziali e ovvio invece non posso più perché non posso garantire l’anonimato delle fonti. Anche a livello umano è molto dura soprattutto quando capita che al mio rientro a casa magari i bambini abbiano voglia di andare a prendere un gelato e invece io ho già mandato via la scorta. Allora mi devo inventare delle scuse tipo un mal di testa o tipo la voglia di fare un dolce in casa. Ci sono poi dei momenti veramente drammatici. Quando, ad esempio, è capitato che uno dei miei bambini stesse male nel cuore della notte e che al pronto soccorso sia potuto andare solo mio marito perché, appunto, la scorta non c’era. E io ho dovuto aspettare l’arrivo di una pattuglia del 112 per potermi muovere. Ecco tutto questo è molto, molto duro”.
La solidarietà di Saviano e la macchina del fango - Ma poi forse la parte più difficile da sopportare sono gli schizzi di fango, quelli che inevitabilmente ti arrivano addosso da quella macchina infernale mossa dall’invidia che nella società civile ha i suoi tristi proseliti . “È stato Roberto Saviano a mettermi in guardia.. Mi ha detto di aspettarmi il peggio perché quando non sei allineato dai fastidio a molti. Lui stesso è stato vittima di attacchi vergognosi perfino da parte di direttori di giornali. E aveva perfettamente ragione: la macchina del fango si è messa in moto e per oltre un anno mi ha reso la vita impossibile attraverso alcuni gruppi creati su facebook che comunque sono stati chiusi qualche settimana fa”.
“La prima cosa che vorrei fare da donna libera è una passeggiata al mare. Con i miei bambini, naturalmente. Magari a prendere un gelato, magari guidando la macchina”. A Federica Angeli da due anni e mezzo è stata tolta la libertà. Ma il carcere in questo caso non c’entra niente. O meglio in carcere dovrebbero stare i mafiosi che l’hanno più volte minacciata di morte per il solo fatto di aver svolto con correttezza e coraggio il proprio lavoro, quello di giornalista di cronaca nera e giudiziaria in seno al quotidiano “La Repubblica” e di aver raccontato “Mafia Capitale”.
"Non posso nemmeno affacciarmi al balcone e loro invece si appostano sotto casa" - Federica Angeli non può nemmeno affacciarsi al balcone di casa: “Mentre loro possono venire sotto casa mia a spiarmi tutte le volte che vogliono”. Ma soprattutto Federica non può raccontare ai suoi bambini, troppo piccoli per non rimanerne traumatizzati, una storia di orchi e di malvagi in cui ancora manca il lieto fine: “Oggi i miei figli hanno 10, 8 e 6 anni. Due anni e mezzo fa, quando è iniziata la mia vita sotto scorta, ho raccontato loro una favola sulla falsariga de “La vita è bella” di Roberto Benigni. Ovvero che la mamma aveva scritto un articolo bellissimo e che il mio giornale, per premiarmi, mi aveva dato una macchina blindata con tanto di autisti. Ma poi piano piano il più grande ha capito che erano dei carabinieri e che dovevano stare con me perché avevamo bisogno di essere protetti. Ho cercato di trasformare anche questa consapevolezza in qualcosa di positivo e gli ho detto: “Siccome noi siamo più forti di loro ci proteggono e invece a loro non li protegge nessuno”. Vedremo nell’adolescenza come potrò trasformare questo gioco tarandolo sulla loro età”.
Forza interiore e fantasia - Perché, oltre alla forza interiore che ti soccorra quando la paura bussa al tuo cuore e lo sconforto riveste la rabbia per l’ennesima cattiveria che si subisce, ci vuole anche fantasia per vivere sotto scorta: “A me stessa racconto la favola che non si può sempre far finta di non vedere le cose che non ci stanno bene. Io ho scelto di guardarle in faccia e di affrontarle con le mie denunce e con le mie inchieste. Non sono né sconfortata né entusiasta di come le cose vanno a livello giudiziario. Sono nel pieno di una partita e dico a me stessa vediamo come va a finire”.
Il processo a Mafia Capitale - E a proposito di cronaca giudiziaria è lei stessa a raccontare a che punto è il processo a Mafia Capitale: “Proprio in questi giorni è stato sequestrato un bene dei Casamonica, una villa con piscina del valore di 4 milioni di euro. E Le dieci persone che io denunciai sul malaffare di Ostia oggi sono a processo per concussione e corruzione. Il capo clan degli Spada è attualmente in carcere per estorsione con l’aggravante dell’articolo 7, quello del metodo mafioso. E la spiaggia confiscata al clan Fasciani di Ostia dal 21 marzo rinascerà con un’industria e dimostrerà che i beni confiscati alla mafia possono diventare parte di un’economia sana. Insomma lentamente si stanno muovendo le cose. Per me troppo lentamente a fronte di una libertà che non ho più”.
Un premio per sentirsi meno sola - In questi giorni Federica ritirerà il premio “ Magna Grecia Awards”, “un riconoscimento importante perché ti fa sentire meno sola. Il fatto è che vivere sotto scorta è una privazione totale della propria libertà di movimento. Sono limitata in tutto, devo comunicare dalla sera prima ai carabinieri della mia scorta a che ora devono venirmi a prendere e non posso mettere un piede fuori di casa senza che ci siano loro. La mia giornata professionale è sempre accompagnata da loro quindi anche sul lavoro ho avuto delle ripercussioni perché fino a due anni e mezzo fa lavoravo molto con le fonti confidenziali e ovvio invece non posso più perché non posso garantire l’anonimato delle fonti. Anche a livello umano è molto dura soprattutto quando capita che al mio rientro a casa magari i bambini abbiano voglia di andare a prendere un gelato e invece io ho già mandato via la scorta. Allora mi devo inventare delle scuse tipo un mal di testa o tipo la voglia di fare un dolce in casa. Ci sono poi dei momenti veramente drammatici. Quando, ad esempio, è capitato che uno dei miei bambini stesse male nel cuore della notte e che al pronto soccorso sia potuto andare solo mio marito perché, appunto, la scorta non c’era. E io ho dovuto aspettare l’arrivo di una pattuglia del 112 per potermi muovere. Ecco tutto questo è molto, molto duro”.
La solidarietà di Saviano e la macchina del fango - Ma poi forse la parte più difficile da sopportare sono gli schizzi di fango, quelli che inevitabilmente ti arrivano addosso da quella macchina infernale mossa dall’invidia che nella società civile ha i suoi tristi proseliti . “È stato Roberto Saviano a mettermi in guardia.. Mi ha detto di aspettarmi il peggio perché quando non sei allineato dai fastidio a molti. Lui stesso è stato vittima di attacchi vergognosi perfino da parte di direttori di giornali. E aveva perfettamente ragione: la macchina del fango si è messa in moto e per oltre un anno mi ha reso la vita impossibile attraverso alcuni gruppi creati su facebook che comunque sono stati chiusi qualche settimana fa”.