Esclusa da un concorso perché ex malata di cancro: "Siamo trattati come pregiudicati". La petizione
Lucia Palermo ha avuto un tumore al seno nel 2021. La sua petizione online per rivedere le norme ha superato le 26mila firme
"In un certo qual senso, le norme equiparano chi ha avuto un tumore a un pregiudicato e questo non è giusto. Dopo aver superato il cancro al seno nel 2021, sono stata dichiarata non idonea in un concorso pubblico per 'psicologo nella guardia di finanza' perché ero una ex paziente oncologica. Ero stata operata d'urgenza e sottoposta a chemioterapia e radioterapia neoadiuvante (cioè per pura prevenzione). Io, oggi, seguo la terapia ormonale e sto bene. Dopo anni di studio, master, impegno, ho visto il mio sogno infrangersi perché ho avuto una malattia. I concorsi pubblici hanno un limite di età, quindi non potrò più partecipare".
L'appello lo ha lanciato con un video messaggio Lucia Palermo, una giovane di Caserta, che è stata esclusa da un concorso pubblico poiché ha avuto un tumore.
E sì! In Italia se hai avuto un tumore e non sono passati 10 anni (anche con la nuova legge) dalla guarigione, non puoi fare nulla. Partecipare a un concorso, adottare un figlio, accedere a un mutuo.
Equiparati di fatto a dei criminali. E anche la nuova legge sull'oblio purtroppo non risolve la questione, anzi!
Ecco cosa prevede
La Camera il 3 agosto scorsi ha approvato all'unanimità la proposta di legge sul diritto all'oblio oncologico. Ora il testo passerà in Senato.
Ecco perché non risolve in sostanza la vita di tutte queste persone
Una persona guarita dal tumore da più di 10 anni senza episodi di recidiva (ed è questo il punto, 10 anni senza poter lavorare o comprare una casa o diventare genitore significano non vivere) e che voglia accedere a servizi bancari, finanziari e assicurativi non sarà obbligata a dare informazioni relative alla sua salute. Cinque anni se la malattia sia insorta prima del compimento del 21esimo anno di età. Stesse condizioni per l'accesso ai concorsi pubblici che prevedono l’accertamento di requisiti psicofisici o riguardanti lo stato di salute dei candidati. Riguardo adozioni e affidamento dei minori, le indagini svolte sui potenziali genitori o affidatari non possono riguardare il loro stato di salute se sono trascorsi 10 anni dalla fine del trattamento terapeutico, in assenza di recidive o ricadute, o 5 anni se la patologia è insorta prima del compimento del 21esimo anno di età.
Il commento della giovane donna
"Purtroppo, non risolverebbe nulla in questi casi, perché prevede che siano passati 10 anni dalla fine della malattia. Vi chiedo una mano - prosegue - affinché possiamo finalmente cambiare la normativa e impedire a queste ingiustizie di ripetersi per tutte le persone come me. Il decreto in questione, a cui il bando fa riferimento, equipara chi sopravvive al cancro alla mammella a chi è ancora malato. Ritenendo quindi il post-cancro incompatibile con la vita militare. Ma se ho superato tutte le prove mediche, psicoattitudinali e fisiche, e se ci sono diversi oncologi che hanno scritto nero su bianco quanto io sia pienamente in salute e in grado di svolgere qualsiasi attività senza alcun problema, questa è una pura discriminazione burocratica. Penso sia necessario modificare questo decreto, visto che oggi chi sopravvive al cancro ha un'aspettativa di vita pari a chi non ha mai avuto un tumore".
Per 10 anni la vita sospesa
La legge, una volta approvata anche al Senato, sarebbe dovuta servire ad assicurare concretamente la possibilità di esercitare i propri diritti in condizioni di uguaglianza rispetto al resto della popolazione, ma l'oblio scatta dopo 10 anni, come detto sopra e in quel lasso di tempo una persona -che ha già patito la sofferenza della malattia- non potrà lavorare nel pubblico, comprare una casa o diventare genitore. Ricordiamo infatti che spesso le patologie oncologiche e le cure possono avere come conseguenza una sterilità. La storia di Carolina Marconi che abbiamo raccontato qualche mese fa lo testimonia (clicca qui).
Attualmente soffre di una patologia oncologica il 4% della popolazione. Più di 2 milioni di individui, infatti, hanno un tumore e anche una volta guariti, non avranno gli stessi diritti di tutti gli altri. Senza colpe.
Per firmare la petizione clicca qui