Elena Di Cioccio: "I drammi in famiglia, le dipendenze. Sono sieropositiva e racconto tutto"
La conduttrice radio e tv e attrice, figlia di Franz della Pfm consegna al passato la prima parte della sua vita. Raccontandosi senza vergogna
C'è un momento in cui è come se ti levassi la pelle di dosso per lasciare che al posto di tutti quei segni sempre nascosti, compressi dentro una sofferenza colma di vergogna, ne cresca una nuova. E' il secondo tempo di una vita. Quello che sta vivendo a quasi 50 anni Elena Di Cioccio. La conosciamo come versatile e piuttosto energica conduttrice tv e radiofonica, da Le Iene a Radio Due fino a La 7. E si sa che è la figlia di Franz Di Cioccio, storico batterista della Pfm, e della manager Anita Ferrari. Questa è la "buccia". Dentro c'è una donna, una persona, che per più della metà della sua esistenza si è vergognata di essere quello che è: una sieropositiva.
Le ferite della vita e la forza di accettarsi
Dietro all'energia spumeggiante di Elena Di Cioccio che l'ha fatta apprezzare al grande pubblico c'è una storia di dolori moltiplicati, uno addosso all'altro. La separazione dei genitori e non certo in modi concilianti, il disagio emotivo e psicologico della madre che poi si tolse la vita, la morte infantile di suo fratellastro. Le dipendenze come tentativo di colmare quel vuoto interiore che la vita ti ha lasciato, quelle da sostanze fino alle relazioni tossiche e violente. Ventotto anni di vergogna dopo aver scoperto di essere stata infettata dall'HIV. Poi la decisione di accettarsi, raccontando tutto.
"Basta vergogna"
Elena Di Cioccio oggi è una donna che ha cambiato il suo modo di affrontare questo tabu, che in Italia è rimasto quello dei tempi dello spot in cui chi rischiava di sviluppare l'Aids veniva consegnato all'immaginario collettivo come un untore circondato da un'aura fucsia. Se lo conosci lo eviti, era lo slogan. Ma le persone restano tali e bisogna imparare a volersi bene. "Non voglio più nascondermi" dice oggi la Di Cioccio, usando per prima la vetrina tv che le ha dato grande fortuna, quella delle Iene, per raccontare la sua vicenda. Le dipendenze del passato sono tutte alle spalle, resta quella dai farmaci che stabilizzano l'HIV e che "possono dare sbalzi di umore". E' il secondo tempo di una vita. ll primo è consegnato al libro Cattivo sangue scritto per Vallardi. Come la prenderà papà Franz, quell'ariete a tutta energia che picchia fra i tamburi della Premiata Forneria Marconi? Sorriso ritrovato e occhi azzurri pieni di nuove stelle, Elena è sincera fino in fondo: "Stavolta ho deciso di preoccuparmi solo di me".