Elena Cecchettin: “Penso sempre a Giulia, non riesco a smettere. Gli uomini devono capire i loro privilegi”

La sorella di Giulia, uccisa l'11 novembre 2023 vicino a Padova dall’ex fidanzato, cerca di rifarsi una vita “ma mi pare mancarle rispetto”

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di Redazione

Elena Cecchettin, diventata suo malgrado un simbolo delle vittime collaterali di un femminicidio e della lotta al patriarcato, stenta a ritrovare una vita normale. La sorella di Giulia, uccisa dall'ex fidanzato, ci prova ma sa che "non è più e non sarà più come prima". "Giulia - dice Elena in una intervista al settimanale Grazia - era la persona più importante della mia vita. Una parte di me ci pensa sempre, ma se continuo a pensarci continuamente non riesco ad andare avanti. Dovrò smetterla, ma temo di mancarle di rispetto, non pensando più a lei ogni momento".

La vita stravolta

La giovane, che sta svolgendo i suoi studi all'estero, lo sa: "Giulia vorrebbe che affrontassi la mia vita ricordandola, volendole comunque bene, però non rimanendo impantanata nel lutto. Ma è difficile andare avanti, perché lei era la mia quotidianità, e tutta la mia quotidianità è stata stravolta". Quello di Giulia Cecchettin è uno dei femminicidi che più hanno impressionato l’opinione pubblica italiana degli ultimi anni e tanto risalto ha avuto sui media proprio per la battaglia contro la violenza sulle donne esercitata da suo padre Gino e proprio da Elena.

“Non c’era niente da fare”

"Ti senti in colpa per ciò che avresti potuto dire o fare?", le chiede la direttrice di Grazia, Silvia Grilli: "No - risponde Elena - perché parlando con chi per lavoro conosce le dinamiche dei femminicidi molto meglio di me, mi è stato detto: 'Mettiti il cuore in pace, non c'era niente che avresti potuto fare per impedirlo'. Però io continuo a chiedermi: se invece di fare quella facoltà universitaria e conoscere quella persona avesse scelto un altro corso? Se quella sera non fosse uscita? Accetterei che lei non fosse più parte della mia vita, non vederla mai più, non sentirla mai più pur di sapere che è viva e fa quello che vuole fare".

Il privilegio degli uomini

Quanto al tema del femminicidio e delle dinamiche maschiliste, la sorella di Giulia sottolinea che "bisogna fare un lavoro di decostruzione di una mentalità che ci viene inculcata da tutto (società, tv, ogni contesto) e da cui tutti gli uomini traggono vantaggio. Se sei un uomo minimamente corretto vieni considerato buono. Nessuno pensa che, se una donna non è violenta, sia una donna buona. E, quando una donna alza la voce perché le viene mancato di rispetto, diventa automaticamente una pazza, feroce". "Gli uomini - conclude - devono capire che hanno un privilegio. Tutti, anche chi si batte contro la violenza di genere, anche mio padre e mio fratello. Il privilegio non ti rende malvagio, ma devi imparare a usarlo per lottare per chi non ce l'ha. Quando lo si capisce è l'inizio del cambiamento".