Eden Golan canta il massacro del 7 ottobre e imbarazza l'Eurovision: Israele minaccia di ritirarsi e si chiama in causa Ghali
Israele ha avvertito che potrebbe ritirarsi dall'Eurovision Song Contest di quest'anno se gli organizzatori rifiutassero il testo della sua canzone ritenendolo troppo politico.
La guerra si sa, si fa anche dentro le competizioni sportive come sui palcoscenici. Mancano pochi mesi all'Eurovision Song Contest che si terrà a Malmo, in Svezia a maggio e la guerra in Medio oriente crea problemi anche agli organizzatori della competizione canora europea. Israele ha infatti avvertito che potrebbe ritirarsi se l'Eurovision rifiutassero il testo della sua canzone ritenendolo "troppo politico".
Eden Golan e la sua canzone "October Rain"
Molto poetica, nessun riferimento esplicito ma ai più è comprensibile che il testo della canzone racconti il massacro di israeliani del 7 ottobre scorso. Cantata per lo più in inglese con alcune parole in ebraico, fa riferimento alle vittime dell'attacco di Hamas. Le regole del contest sono chiare: sono vietate le dichiarazioni politiche. L'Unione europea di radiodiffusione (UER) ha dichiarato di essere "attualmente in fase di esame del testo" e di non aver ancora preso una decisione definitiva. "Se una canzone è ritenuta inaccettabile per qualsiasi motivo, le emittenti hanno la possibilità di presentare una nuova canzone o un nuovo testo, come previsto dalle regole del Concorso", ha aggiunto. UER di recente aveva respinto le richieste di escludere Israele dalla competizione a causa della guerra nella Striscia di Gaza.
La reazione di Israele
La canzone di Golan è "commovente", ha scritto sui social media, ed "esprime i sentimenti del popolo e del Paese in questi giorni, e non è politica". Parla così il ministro israeliano della Cultura e dello Sport, Miki Zohar. Mentre La KAN (Public Broadcasting Corporation) israeliana ha dichiarato giovedì di essere "in dialogo" con l'UER: "Va notato che, per quanto riguarda la Israel Broadcasting Corporation, non c'è alcuna intenzione di sostituire la canzone", ha scritto. "Se non verrà approvata dall'Unione europea di radiodiffusione, Israele non potrà partecipare alla competizione".
Nelle competizioni passate
La partecipazione di Israele è spesso segnata da polemiche. Ha fatto la sua prima apparizione all'Eurovision nel 1973 e ha vinto il concorso quattro volte, in particolare con la cantante transgender Dana International nel 1998. Nel 2019, la band islandese Hatari, che in precedenza aveva sfidato il Primo Ministro Benjamin Netanyahu in un incontro di wrestling folk nordico, ha rilasciato dichiarazioni pro-palestinesi durante lo spoglio dei voti a Tel Aviv.
Ghali chiamato in causa
Sui social ma anche sui giornali molti citano il cantante Ghali, arrivato quarto al Festival di Sanremo, criticato dall'ambasciatore israeliano e poi finito nella bagarre mediatica dopo il comunicato del a.m Sergio della Rai letto da Mara Venier. Aldo Grasso sul Corriere scrive: "Anche la difesa di una canzone è un passaggio necessario per la difesa della libertà: anche di manifestare per la Palestina e di non essere presi a manganellate dalla polizia. Sarebbe bello che Ghali, che ha urlato dal palco di Sanremo «Stop al genocidio», ricevendo il plauso degli amici di Hamas, difendesse ora la collega Eden Golan".