Sesso obbligatorio: c’è un paese Ue in cui vige ancora il “dovere coniugale”, ed è proprio al confine con l’Italia
Il caso attuale si è verificato in Francia ma da noi la questione è stata affrontata di recente: la sentenza della Corte di Cassazione sul tema è del 2019
Nel 2021 saremmo autorizzati a pensare che un retaggio del più violento patriarcato come l’imposizione del “dovere coniugale” sia morto e sepolto negli ordinamenti legislativi di paesi che si autodefiniscono “civili”. E invece scopriamo che certi anacronismi sono purtroppo attuali, visto che una donna ha dovuto presentare un ricorso contro la Francia davanti alla Corte europea per i diritti umani per 'ingerenza nella vita privata' e 'violazione dell'integrità fisica', dopo che la giustizia francese le ha 'imposto' il 'dovere coniugale'.
Il rifiuto del sesso
La notizia è stata diffusa da due associazioni che la assistono e la sostengono nella sua battaglia legale e civile. La corte d'appello di Versailles (Parigi) aveva sanzionato la donna nel 2019 in quanto si rifiutava di avere rapporti sessuali con il marito. I giudici hanno pronunciato un divorzio per colpa a carico esclusivo della donna, soprattutto per tale motivo, ritenendo che i fatti, 'confermati dall'ammissione della moglie, costituiscono una violazione grave e ripetuta dei doveri e obblighi del matrimonio, che rendono intollerabile continuare la vita in comune'.
Giustizia francese retrograda
La decisione della corte d'appello è stata poi confermata dalla Cassazione. Le due associazioni che assistono la donna, la Fondazione delle donne e il Collettivo femminista contro lo stupro, condannano il fatto che la giustizia francese 'continui ad imporre il dovere coniugale', 'negando così il diritto delle donne di essere consenzienti o meno nei rapporto sessuali'. Le due associazioni ricordano che 'nel 47% dei 94.000 stupri e tentativi di violenza sessuale registrati ogni anno, l'aggressore è il coniuge o l'ex coniuge della vittima'. 'Il matrimonio - concludono le due associazioni che chiedono la condanna della Francia - non è e non deve essere una servitù sessuale'.
Il dovere coniugale in Italia
E in Italia? Non diamoci tante arie, da noi la questione è stata affrontata di recente e, come spiega Diritto.it, con una sentenza della Suprema Corte di Cassazione del 2019. Non è quindi passato molto tempo da che la Consulta si è espressa in modo definitivo: il diritto dei rapporti sessuali tra i coniugi non esiste. Chiamata in causa dagli eventi, la Suprema Corte di Cassazione (Cass. sent. n. 17676/19 del 29/04/2019) è ritornata sull’argomento chiedendosi se esiste il diritto ai rapporti sessuali tra coniugi, e che cosa si possa fare davanti a un rifiuto della moglie o del marito e altre questioni simili.
Separazione con addebito
Il problema era che chi vuole avere per forza i rapporti sessuali deve stare attento a non commettere il reato di violenza sessuale, mentre dal lato opposto, c’era il rischio, per chi si vuole sottrarre, di subire il cosiddetto addebito e di perdere il diritto al mantenimento. La Suprema Corte di Cassazione, in quella occasione ha quindi cambiato parere rispetto al passato e ha avvertito che “non esiste un diritto all’amplesso in relazione al rapporto coniugale o paraconiugale e non si può imporre o esigere una prestazione senza il consenso del partner”. Insomma, se la moglie non vuole il marito non si può imporre.
Il rischio di sconfinare nello stupro
Diritto.it conclude l’argomento precisando: “La Cassazione ha ricordato che integra il reato di violenza sessuale nella forma ‘per costrizione’ qualunque forma di costrizione psico – fisica che incida sulla libertà di autodeterminazione altrui, compresa l’intimidazione psicologica che sia in grado di provocare l’obbligo della vittima a subire gli atti sessuali”.