“Scavate qui, ci sono stata in un'altra vita”: l’egittologa e l'incredibile storia della sacerdotessa di Iside
Dorothy Eady da bambina faceva sogni di persone e luoghi della Terra del Nilo. Vedeva Seti I il faraone e scrisse pagine di geroglifici senza ancora conoscerli. Al British Museum disse ai genitori che lì c’era la sua gente. Nel tempio di Seti si mosse come se lo conoscesse da sempre. Il New York Times definì la sua 'una delle storie di reincarnazione più intriganti e convincenti del mondo occidentale”
Ci sono persone la cui vita è di per sé un mistero, una storia incredibile da raccontare. Quella dell’inglese Dorothy Louise Eady eccelle e sarebbe degna di una grande serie televisiva a sfondo parapsicologico. Molti i fatti inspiegabili che questa donna si è lasciata dietro. Dorothy era certa di essere la reincarnazione di una sacerdotessa di Iside vissuta nell’Egitto dei faraoni nel 1300 avanti Cristo. Rispetto a tale affermazione si può essere possibilisti o meno, è sicuro però che alcuni fatti assolutamente documentati risultano sorprendenti.
Gli strani sogni
Nata in un quartiere di Londra nel 1904, Dorothy cadde da una rampa di scale quando aveva 3 anni e venne dichiarata morta dal medico che la visitò. Mentre i genitori sprofondavano nella disperazione però riaprì gli occhi meravigliando tutti. Cosa sia accaduto in quel momento è difficile da spiegare, fatto sta che la piccola cominciò a fare strani sogni dove i protagonisti erano antichi sacerdoti e sacerdotesse, faraoni, piramidi, templi, sfingi, personaggi e località dell’antica Terra del Nilo. Inoltre chiedeva al padre e alla madre costantemente di essere riportata a casa. L’attaccamento a quel Paese e a quell’epoca storica remota – raccontano le cronache – divenne tanto morboso che nel corso di una visita al British Museum, nella Capitale inglese, la bambina rimase tanto incantata dalle mummie egizie che i genitori dovettero portarla via con la forza. Urlava di voler restare tra la sua gente, e osservando poi una fotografia del tempio di Seti I, esclamò: c'è la mia casa. Dove sono gli alberi? Dove sono i giardini? Corse quindi per le sale museali baciando i piedi delle statue degli dei.
Ma furono soprattutto i sogni a caratterizzarne la vita. Dorothy sognava spesso di essere stata una giovane sacerdotessa di Iside. E poi c’era un uomo potente che le compariva di sovente.
Seti I
Chi era quell’uomo? La domanda restò senza risposta, finché un giorno la bambina ne riconobbe in una antica raffigurazione il volto: si trattava di Seti I, faraone della XIX dinastia risalente al secondo millennio avanti Cristo.
“Una notte, mentre dormivo, – raccontò Dorothy a una amica – mi ritrovai quasi sveglia per uno strano peso che sentivo sul petto. Mi svegliai del tutto e vidi un uomo chino su di me. Riconobbi il volto che avevo visto anni prima in fotografia, quello di Seti. Gridai, ero sconvolta, terrorizzata, ma nello stesso tempo sentivo in me una grande gioia. Lo ricordo come se fosse successo ieri, ma è difficile spiegarlo”.
Prese a scrivere in geroglifico
Le cose assunsero un’ulteriore piega quando la bambina una notte si alzò dal letto in stato di trance e si mise a scarabocchiare dei geroglifici. Alla fine furono 70 i fogli scritti dove riportava il contenuto delle sue visioni.
I genitori preoccupati da quei fenomeni che non riuscivano a razionalizzare, consultarono medici e specialisti che prescrissero cure e ricoveri alla bambina. Di notte però l’inspiegabile attività onirica continuava. Dorothy sognava luoghi dell’antico Egitto che mai aveva visitato, e un giorno sognò in particolare di essere in un grande locale con altre ragazze e un sacerdote che la prendeva a bastonate perché si rifiutava di rispondere alle sue incalzanti domande.
Studiò la storia dell’Egitto e i geroglifici
Col trascorrere del tempo una passione sfrenata la portò a cercare di capire quanto le stava accadendo. Era tutto frutto di una fantasia malata o c’era dell’altro? Si iscrisse a un corso di egittologia. Studiò la storia di quell’antica civiltà e i geroglifici, fino a riuscire a tradurli alla perfezione. Tanto da non incontrare difficoltà a interpretare segni che risultavano ostici anche per egittologi più esperti. Scoprì che quelli tracciati tempo prima, durante la trance, raccontavano una storia particolare: quella di Bentreshyt, giovane sacerdotessa di Abido, vissuta proprio nel periodo di Seti I e suicidatasi giovanissima per tener fede al giuramento di non svelare il nome dell’uomo che amava e col quale aveva giaciuto contravvenendo al ferreo voto di castità imposto alle sacerdotesse consacrate alla dea.
Dorothy scoprì che l’uomo amato dalla giovane egizia altri non era che Seti I e si immerse sempre di più nello studio della storia dell’antico Egitto. Si iscrisse contestualmente a una scuola di disegno a Plymouth dove la sua famiglia si era stabilita. Quando decise di lasciare i genitori, si trasferì a Londra e lavorò per una rivista egiziana.
Proprio in quel periodo - erano gli anni 30 - conobbe un giovane studente e se ne innamorò. Manco a dirlo era un egiziano e, quando divenne sua moglie, lo seguì entusiasta nella sua terra d’origine. Per lei non era un nuovo Paese, era quello cui davvero apparteneva. Lo sentiva. E quando vi sbarcò baciò il suolo egiziano dicendo che finalmente era rientrata a casa. L’amore coniugale però ben presto svanì e, nonostante avesse avuto un figlio, Dorothy divorziò dal marito, Imam Abdel Maguid. Era il 1935 e il figlio si chiamava Seti, così come lei aveva desiderato.
Il tempo passava ma la donna continuava a sognare fatti e luoghi dell’antico Egitto, e quando veniva colta da sonnambulismo scriveva pagine e pagine di geroglifici. Per lo più riferite alla vita di Bentreshyt. Dopo essere divenuta mamma prese a farsi chiamare Omm Seti (madre di Seti) com’era costume nell’antico Paese del Nilo.
Le visite al tempio di Seti
A un certo punto si trasferì in un villaggio nei pressi delle Piramidi di Giza, e cominciò a fare visite frequenti ad Abido, dove si trovava il tempio di Seti I. E ad Abido si trasferì definitivamente nel 1956. Del resto era quello il luogo dove erano ambientati gran parte dei suoi sogni.
Data la sua grande conoscenza della storia Egizia collaborò con Istituzioni locali e importanti archeologi. Questi – si dice – la chiamavano volentieri nei loro cantieri perché traduceva con estrema facilità i geroglifici che trovavano durante gli scavi.
Lei c’era già stata
In quel luogo accadde qualcosa di sempre più sconvolgente: tutto ciò che vedeva sembrava a Dorothy cosa ben nota. Familiare. Era già stata lì, in quella casa, in quel cortile, palazzo o giardino. Viveva tanti dei suoi momenti ad Abido come un déjà vu. A quel punto ne fu certa, lei era già vissuta in quell’antica Città in un altro tempo e non ebbe più dubbi: la sacerdotessa Bentreshyt si era reincarnata in lei.
Ovviamente non fu facile convincere gli altri di ciò, e sfuggire allo scherno di certi benpensanti. Un giorno, visto che affermava di conoscere alla perfezione il tempio di Seti I, alcuni archeologi la sfidarono ad entrare dove mai era stata, da sola e col buio della notte. Ebbene, la donna cominciò a camminare con decisione come se fosse stata in quel luogo altre migliaia di volte e raggiunse la meta della cappella di Amon senza intoppi, come se conoscesse benissimo il percorso. Anche i più scettici tra gli archeologi rimasero stupiti.
Il giardino
Non solo, Omm Seti-Dorothy rivelò agli studiosi che sotto il suolo di Abido, ai suoi tempi, vi era un grande, meraviglioso, giardino pieno di piante e fiori. E proprio in quel luogo incantato, dove Dorothy era stata in sogno, l’egizia Bentreshyt avrebbe incontrato il faraone. Grande fu lo stupore quando, dopo aver scavato nel luogo indicato, gli archeologi portarono alla luce effettivamente le tracce di un antico ed esteso giardino.
Tante altre sue rivelazioni trovarono via via riscontro, e ci si rese conto che effettivamente la donna conosceva tanti segreti della città che agli studiosi erano ignoti. Molti di loro si convinsero che Dorothy era davvero un personaggio fuori dal normale e si guadagnò il loro rispetto. L'egittologa scrisse anche molti libri riportando studi che contribuirono a far conoscere l’antica Terra delle piramidi.
Morì nei pressi di Abido, a El Araba El Madfuna, nell’aprile del 1981, e lì fu sepolta.
La sua storia continuerà per molto tempo ancora a suscitare stupore e attenzione. A scatenare discussioni. Era davvero la reincarnazione di una sacerdotessa egizia del 1300 avanti cristo? Oppure c’è una spiegazione più plausibile? Ognuno tragga le sue conclusioni. Certo è che, a ragione delle tante dimostrazioni fornite a tanti serissimi studiosi, Dorothy Eady fu sempre circondata da grande attenzione e considerazione. A tal punto che il New York Times definì la sua una delle storie di reincarnazione più intriganti e convincenti del mondo occidentale.