"Anche noi censurate dalla Rai": parlano le due scrittrici che sarebbero dovute andare da Serena Bortone
Nadia Terranova avrebbe dovuto parlare degli scontri della polizia con gli studenti mentre Jennifer Guerra aveva preparato un testo sull'aborto. Ma entrambe non sono andate in onda
Il caso Scurati è come il vaso di Pandora. Dopo la censura al monologo dello scrittore Premio Strega, se ne scoprono altri, avvenuti nei mesi passati. Sono le stesse protagoniste a raccontare la loro triste esperienza con la Tv di Stato.
La cesura a Jennifer Guerra
La giornalista e saggista Jennifer Guerra è stata intervistata da Bresciaoggi, dove ha ricordato (lo aveva raccontato sui suoi canali social) che anche lei è stata invitata a partecipare al programma di Serena Bortone ma che poi la sua partecipazione è saltata. "La mia partecipazione era data per certa", ricorda Guerra, esperta di tematiche femministe, spiegando di aver avuto "una telefonata con un'autrice" il giorno precedente la messa in onda: "Visto che il tema della puntata erano i diritti delle donne, ho risposto alle domande dell'autrice criticando le azioni del governo Meloni, in particolare sul tema aborto. Non c'era ancora stato l'emendamento del Pnrr, ma le avevo detto che Meloni stava legittimando gli antiabortisti e minando il diritto di aborto in maniera subdola". "Finita la telefonata - prosegue Guerra nel suo racconto - in cui mi viene ripetuto ancora una volta che di lì a poco avrei saputo come collegarmi alla trasmissione, non ho più avuto notizie del programma fino alle 10 di sera. L'autrice mi scrisse un messaggio per dirmi che le dispiaceva ma che non c'era spazio in scaletta per il mio intervento. Ricordo bene che dissi subito a mio marito che sospettavo che il collegamento fosse saltato perché avevo criticato il governo. Dopo la questione Scurati sono ancora più convinta che i miei sospetti fossero fondati". "Ovviamente - precisa - non ho mai pensato che la colpa fosse dell'autrice o di Serena Bortone, anzi, il suo comportamento dopo la censura di Scurati è stato davvero ammirevole". "Non pensavo mi sarei ritrovata a parlare di censura, ma adesso tutto mi fa pensare di averla subita", conclude.
Il caso di Nadia Terranova
La famosa scrittrice Nadia Terranova (cinquina del Premio Strega 2019 con Addio Fantasmi e vincitrice con Mara Cerri dello Strega Ragazze e Ragazzi nel 2022, nella categoria 8+, con Il segreto) doveva leggere, a 'Che sarà', un monologo sui pestaggi della polizia sugli studenti in corteo lo scorso marzo a Pisa, ed è stato censurato dalla Rai. Lo racconta lei stessa: "La redazione mi aveva invitata a scrivere un monologo, che io stessa avrei dovuto leggere. L'ho fatto, ma il testo non è stato reputato adatto alla puntata" ha raccontato in un'intervista a Il Manifesto, spiegando: "sono rimasta abbastanza stupita quando mi è stato chiesto di cambiare il mio monologo". Il rifiuto del suo testo non ha fatto discutere come la cancellazione del discorso per il 25 aprile di Scurati: "Evidentemente - dice la scrittrice nell'intervista - ci sono dei temi di cui è meglio non parlare. Io l'ho sperimentato con il mio monologo sulle cariche agli studenti di Pisa, ma come vediamo non è l'unico caso". Terranova ricorda anche la querela al filologo Luciano Canfora e sottolinea: "A me sembra che quasi ci si aspetti una forma di autocensura. Quando ho raccontato questa vicenda alle persone che conosco mi è stato detto: be', ma che ti aspettavi?". "Come se si desse per scontato che si possa essere scomodi ma solo fino a un certo punto. Ecco, per paradosso, quasi preferisco chi è dichiaratamente servile a chi accetta di essere scomodo ma solo un po'". La scrittrice ha deciso di postarlo ugualmente sui social "per chi me lo sta chiedendo".
Ecco il testo:
"Adesso narrerò un apologo ai giudici. Uno sparviero, dopo aver ghermito un piccolo usignolo variopinto, lo trascinò in alto fra le nubi, e quello, trafitto dagli artigli ricurvi, piangeva di dolore. Allora lo sparviero gli disse: "Infelice, di che ti lamenti? Sei preda di uno più forte di te; dove ti porto io, tu andrai, anche se canti; ti divorerò o ti libererò a mio piacere. Stolto è chi combatte i più forti: non riporterà alcuna vittoria e, oltre al danno, dovrà subire la beffa. L'apologo dello sparviero e dell'usignolo è la prima favola della storia della letteratura occidentale. Si trova nelle Opere e i giorni di Esiodo ed è curioso che la favola sia anche una delle prime riflessioni della nostra civiltà sulla Hybris, la tracotanza, che tanta parte avrà nel mondo classico. Il potere, si evince dalle parole di Esiodo, è innanzitutto un potere fisico: il più forte, il più grosso, colui che ha più armi - in questo caso, gli artigli - tiene in scacco in più debole". "Partendo da qui, da una storia per bambini, la Hybris diventò nel mondo classico la più disdicevole delle violazioni: abusare di una carica, agire dentro un dislivello politico era un peccato disonorevole, la rivelazione dell'incapacità di essere all'altezza del proprio ruolo. Il dovere dell'uomo che governa, proprio in virtù della propria carica divina, è ergersi al di sopra degli istinti e delle passioni proprie del piano umano. Nella Politica, Aristotele elenca i comportamenti che i tiranni devono evitare per non cadere nella Hybris, e ne individua due in particolare: percuotere i sudditi e abusare della loro giovinezza". "Monica, madre di uno dei ragazzi colpiti durante la manifestazione in difesa della Palestina a Pisa, ha risposto ai giornalisti che chiedevano se avrebbe accettato delle scuse. È con le sue parole che voglio concludere. 'A me delle scuse importa fino a un certo punto. Voglio che queste cose non succedano più. Un'amica di mio figlio è rimasta in osservazione per un trauma cranico, un altro è stato colpito all'addome e aveva sangue nelle urine, si temeva un'emorragia interna. Stiamo parlando di ragazzini, li hanno curati in pediatria'".