Come sarà la vita dopo la quarantena? Il revenge spending sul lusso e addio bus e metro
Dall’analisi delle tendenze della Cina, dove per primi sono stati colpiti dal virus e per primi ne stanno uscendo, emerge una gran voglia di spendere in beni di lusso
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Tutti ci chiediamo come sarà la nostra vita dopo il passaggio del coronavirus ma, a parte la quotidianità stravolta dalle norme igieniche e dal distanziamento sociale, a preoccuparci di più è la prospettiva economica. Tutti gli esperti parlano di recessione globale imminente ma dalla Cina, la prima ad affrontare il Covid 19 e la prima a intravedere l’uscita dal tunnel, arrivano buone notizie. Come scrive Il Corriere della Sera, la fase 2 cinese è iniziata col botto, almeno per il comparto del lusso. E se la nuova boutique di Hermès a Canton può fare da termometro, sembra che si tratti di febbre: sabato scorso l'atelier della maison francese ha riaperto i battenti dopo le lunghe settimane di lockdown e, secondo quanto scrive il magazine americano 'Women's Wear Daily', in un solo giorno ha registrato un incasso di 2,7 milioni di dollari (circa 2,5 milioni di euro), fatturato mai raggiunto prima da un negozio in Cina.
Il revenge spending dopo la quarantena
I ricchi cinesi, dopo la cattività forzata, sono arrivati in massa nella nuova sede di quasi duemila metri quadrati, precedentemente occupata da Prada, e hanno scelto per i loro acquisti proprio i pezzi picari, come la Himalayan Birkin, borsa tempestata di diamanti e creata dalla maison francese appositamente per l'occasione. Del resto il «revenge spending» fu un'espressione lanciata negli anni '80 per descrivere la fame di prodotti stranieri che in Cina erano stati a lungo proibiti fino a quando Deng Xiaoping non aprì all'economia di mercato.
Le folli spese dell'influencer
L'influencer Atomniu, molto popolare in Cina, ha pubblicato diverse foto nel negozio e ha affermato di aver speso quasi 1 milione di renminbi (circa 130 mila euro). Tra i prodotti scelti c’è anche una Birkin 30 in coccodrillo nero, vestiti e scarpe
La maison ha rilasciato per l’occasione un veloce comunicato: 'Questa riapertura conferma l'impegno del marchio in Cina meridionale e segna un nuovo capitolo per la casa parigina a Canton, dove è presente dal 2004'.
Gli esperti di economia stanno analizzando l’economia cinese ora che è iniziata la graduale riapertura delle attività. La risposta dei consumatori orientali è considerato un interessante indicatore di come potrebbero andare le cose anche in casa nostra una volta finito il periodo di quarantena con la speranza che anche gli italiani, dopo lunghi mesi di spese esclusivamente dedicate ai consumi essenziali, ora vogliano consolarsi con il lusso.
Meno mezzi pubblici più auto private
Un altro degli effetti Covid 19 e del necessario distanziamento sociale potrebbe essere un aumento del traffico di auto private a discapito dell’uso dei mezzi pubblici. All'inizio di quest'anno, i volumi di traffico giornaliero di veicoli in autostrada in Cina sono stati inferiori a quelli dell'anno precedente grazie alla riduzione dell'attività durante il blocco. All'inizio di marzo, tuttavia, il traffico giornaliero cinese era costantemente superiore a quello dell'anno precedente. Anche l'acquisto di auto a Wuhan, l'epicentro originario di Covid-19 e la prima città ad essere isolata per impedirne la diffusione, ha fatto registrare una ripresa. Come ha detto un rappresentante commerciale di Audi AG: 'È come un boom dopo due mesi di inattività. Pensavo che le vendite sarebbero state congelate'.
Meno Metro
Anche gli operatori dei trasporti pubblici Usa, stanno pensando di adeguare il servizio all’inevitabile calo di accessi. Secondo la giornalista specializzata in trasporti del Los Angeles Times Laura Nelson, il personale della Metro stima che i tagli rappresentino una riduzione del 29% annuo del servizio di autobus e del 14% annuo del servizio ferroviario.
Il ministro dei trasporti della Nuova Zelanda ha annunciato che il Paese finanzierà il 90% del costo delle piste ciclabili e dei percorsi pedonali. Insomma quando usciremo finalmente dalle nostre case, vorremo viaggiare e lo faremo nel modo più sicuro possibile, cioè lontani dai mezzi solitamente affollati.