Stessa paga per legge ma in realtà donne e uomini portano a casa stipendi molto diversi

In Italia la differenza è del 43,7% contro una media Ue del 39.6. La forza lavoro femminile impiegata è del 49% (Media Ue del 62%) con punte negative del 29% in Sicilia

Stessa paga per legge ma in realtà donne e uomini portano a casa stipendi molto diversi
di Redazione

Leggi più veloce

Nonostante una legge imponga la parità salariale fra uomo e donna, in Italia non c’è nessuna uguaglianza di genere su questo argomento. È vero che la parità di compenso, a parità di ruolo, è sancita per legge ma se si va a guardare quanto entra in tasca le cose appaiono subito diverse e dal confronto sulla paga oraria a quello sul reddito annuo cambia tutto.

Le donne non si promuovono

Come riferisce oggi La Repubblica, dall'ultimo rapporto sul gender gap salariale che la Commissione Europea pubblicherà il 3 novembre risulta che le differenze fra uomo e donna per ciò che riguarda la paga oraria in Italia sia fra le più basse d’Europa: il 5.3% contro una media Ue a 28 del 16.2%. Ma quando si confrontano le retribuzioni annuali, ecco che il gap si allarga al 43.7% contro una media Ue del 39.6%. Questo perché le posizioni apicali continuano ad essere appannaggio maschile e le donne vengono promesse con minore frequenza.

Donne penalizzate dalle interruzioni lavorative

C’è poi un problema di ore lavorate, le italiane ne fanno mediamente di meno perché su loro grava tutto il peso del welfare che non c’è: insomma se c’è da accudire un bambino, un anziano o un malato chi lo fa è una donna mentre il suo compagno va a lavorare. Le più frequenti interruzioni lavorative fanno sì che le donne guadagnino di meno, versino meno contributi e, alla fine, abbiano pensioni più povere.

Tasso di occupazione

Per non parlare del tasso di occupazione femminile che in Italia è fermo al 49% contro una media Ue del 62. Ma noi abbiamo punte negative del 29% in Sicilia e, in generale, il divario Nord-Sud resta pesante. Una situazione alla quale cerca di porre rimedio la proposta di legge della ex presidente della Camera Laura Boldrini, oggi parlamentare di LeU. Le misure vanno dalle agevolazioni per chi assume donne all’obbligatorietà del congedo parentale di 15 giorni continuativi (oggi sono 4) anche per gli uomini. Proposta anche una previdenza che non penalizzi le interruzioni di carriera e i voucher per il babysitting come misura permanente.

30/10/2018
logo tiscali tv