"Vivo nel terrore da 5 anni": perseguitata dall'ex, libero e non imputabile nonostante sei denunce e una condanna
Parliamo di reati da Codice Rosso. Una condanna per maltrattamenti, lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento
Leggi più veloce
"Vivo in uno stato costante di ansia e di paura sono costretta ad assumere calmanti e a non uscire più da sola. Temo anche che possa fare del male alle mie amiche. Ho dovuto mettere i fermi alle finestre. Torno a casa dal lavoro scortata dai colleghi".
Questo è l'ultimo dei racconti fatti da una donna ai carabinieri nell'ennesima denuncia all'ex marito, un uomo di 45 anni di un paesino dell'area di Pinerolo, in provincia di Torino. Da cinque anni vive un vero incubo.
La storia
Parliamo di reati da Codice Rosso. Una condanna per maltrattamenti, lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. E ancora sei denunce per atti persecutori e minacce. Ma nonostante tutto questo sono cinque anni che un uomo perseguita la ex moglie, seguendola, minacciandola di morte e tentando continui blitz nella sua abitazione.
L'iter giudiziario inizia nel 2019, quando è stato giudicato responsabile di maltrattamenti e lesioni nei confronti della donna e anche aver avere picchiato due carabinieri. Il 45enne ha patteggiato un anno e cinque mesi di condanna. Dopo la scarcerazione il braccialetto elettronico era stato usato per pochi mesi lasciando l'uomo completamente libero. Il secondo processo per atti persecutori si è invece concluso direttamente con l'assoluzione perché è stato giudicato non imputabile per vizio di mente.
L'uomo è ugualmente libero
Dunque, nonostante due procedimenti penali conclusi, a cui se ne aggiunge un terzo tuttora in corso, l'uomo è libero. Questo perché è stato giudicato non imputabile a causa dei suoi problemi psichiatrici. Una perizia l'ha infatti giudicato "incapace di intendere e di volere a causa di un grave disturbo di personalità".
I legali della signora affermano che "continua a vivere nel terrore e senza protezione". La vittima abita nello stesso paese dello stalker.
L'uomo però è stato ritenuto socialmente pericoloso perché anche i giudici hanno riscontrato sarebbe convinto che "la ex lo voglia avvelenare" e come si legge in una delle consulenze psichiatriche, nutrirebbe propositi di vendetta.
Il problema è che nonostante tutto questo per lui non è stata prevista dal gip alcuna misura psichiatrica detentiva, ma la libertà vigilata.
Come facciamo a convincere le donne a denunciare se poi non ci sono conseguenze per chi usa violenza contro di loro?