Donna e madre, ecco come trovare lavoro se si è disoccupate: agevolazioni, bonus e sostegni al reddito

In Italia lavora solo il 55% delle donne. La motivazione non è solo culturale ma anche legata a scarse politiche di occupazione femminile

di Redazione

L'Italia si colloca tra i Paesi con il tasso di occupazione femminile più basso dell'Unione Europea (UE), pari al 55%, una percentuale decisamente inferiore alla media europea del 69.3% (Eurostat 2022). Questo dato è ulteriormente aggravato dalla segregazione occupazionale in determinati settori. 

Segregazione occupazionale

Le donne, infatti, sono sovrarappresentate nell’istruzione, nella salute e nel lavoro sociale, mentre la loro partecipazione nei settori scientifici e tecnologici (STEM) è nettamente più bassa. Ciò è particolarmente grave perché strettamente legato al divario di genere sia nell’occupazione che nelle retribuzioni. Le competenze STEM, infatti, sono attualmente tra le più richieste e meglio pagate sul mercato del lavoro. Dunque, le scelte educative e professionali hanno un impatto diretto sulle disparità salariali tra uomini e donne.

Il tracollo col Covid

Anche la pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto significativo sull’occupazione femminile in Italia. Poiché maggiormente impiegate nei settori più colpiti dalla crisi, come quelli dell’alberghiero e della ristorazione e il lavoro domestico, le donne hanno registrato una diminuzione della partecipazione al mercato del lavoro circa 2.5 volte maggiore rispetto agli uomini: solo mese dicembre 2020, il 98% delle 100.000 persone che hanno perso il lavoro erano donne (Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026).

Poche pensionate e povere

Inoltre, il divario di genere si estende anche alle pensioni: le donne italiane ricevono in media pensioni inferiori del 33.2% rispetto agli uomini (Eurostat 2019). Lo svantaggio economico dura, dunque, per tutta la vita, riducendo la capacità delle donne di garantirsi una sicurezza finanziaria in età avanzata

Se sei mamma e disoccupata

Se sei una donna disoccupata e madre puoi richiedere il Bonus Mamme Disoccupate 2024, o Assegno di Maternità dei Comuni. Si tratta di una misura di sostegno al reddito, concessa dai Comuni ma pagata dall’ente INPS, per le mamme disoccupate o non lavoratrici (come casalinghe) in caso di nascita o adozione e affidamento pre-adottivo di un minore di età non superiore ai 6 anni (o ai 18 anni in caso di adozioni o affidamenti internazionali). L'indennità è di 2.020,85 €. Puoi richiedere la domanda Bonus Mamme Disoccupate 2024 online in maniera semplice e veloce sulla piattaforma BonusX, cliccando “Richiedi Ora!“. I requisiti per richiedere il Bonus Mamme Disoccupate 2024, o assegno maternità dei Comuni, sono i seguenti:
• cittadinanza italiana, oppure comunitaria con residenza in Italia o extracomunitaria con regolare permesso di soggiorno;
• valore ISEE inferiore a 20.221,13 €;
• residenza in Italia della mamma al momento della nascita, dell’adozione o dell’affidamento pre-adottivo;
• non essere beneficiario di altri trattamenti per la maternità garantiti dallo Stato o dal datore di lavoro.

Il bonus donna

Altra importante misura è il bonus donna che viene riconosciuto nel momento in cui si assumono donne lavoratrici: di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, con almeno 50 anni di età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 12 mesi. Poi per la sola annualità del 2024, in via sperimentale, l'esonero contributivo è esteso alle lavoratrici madri di due figli. La misura agevolativa si sostanzia in un abbattimento totale della contribuzione previdenziale dovuta dalla lavoratrice, nel limite massimo di 3.000 euro annui, da riparametrare su base mensile.

Agevolazioni se si assumono donne

L’articolo 23 del decreto coesione, ai comma 1 e 2, prevede che ai datori di lavoro privati che dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025 assumono con contratto a tempo indeterminato:

  • donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, residenti nelle regioni della Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna);
  • donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi, ovunque residenti;

è riconosciuto per un periodo massimo di ventiquattro mesi, l’esonero dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) nel limite massimo di importo pari a 650 euro su base mensile per ciascuna lavoratrice.