Se a 44 anni non sei ancora sposata “sei una donna di scarto”

La top model che ha infranto i tabù e le altre che non ci riescono. Dalla Cina all'Italia, facciamo i conti con gli stereotipi di genere

Foto Instagram @chiling.lin

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Puoi essere bella e famosa come una top model - anzi essere una top model - ma se a 30 anni non porti ancora la fede al dito, non fuggi lo stigma di “donna di scarto”. Come racconta l’Huffingtonpost.it, in Cina superata la terza decade senza un marito al seguito, si è automaticamente considerate delle “leftover women”. E il triste destino è toccato anche Lin Chi-ling che, con i suoi 44 anni, apparteneva a buon titolo alla categoria nonostante l’innegabile successo come modella e attrice. La taiwanese si è portata appresso l’etichetta dispregiativa fino alle recenti nozze con un uomo di sette anni più giovane.  Lin Chi-ling ha così infranto un tabù dimostrando che una donna può aspettare quanto vuole prima di dire “sì” alla persona giusta che può, addirittura, essere più giovane dell’attempata mogliettina.

Nozze tardive

La modella ha annunciato su Instagram il matrimonio con la pop star giapponese Akira. “Con amore e coraggio, mi sono sposata”, ha scritto sul social. “Mi accetta per quello che sono. Mi spinge a essere una persona migliore, voglio solo renderla felice”, ha affermato invece il neo marito Akira sui social. I due si erano incontrati nel 2011, protagonisti di una pièce teatrale. All’epoca nacque solo una bella amicizia, tramutata in relazione sentimentale solo lo scorso anno. Il che ci insegna che l’amore a volte ha solo bisogno di tempo per trovare la strada della certificazione e, in ogni caso, il fatto che manchi il “bollino” delle nozze non ha nessun legame con il valore di una persona.

Stereotipi asiatici e di casa nostra

La Cina non è vicina, si dirà, precisando che in Italia una donna sopra i 40 senza un marito non è certo considerata uno scarto. Un avanzo no, ma il termine “zitella” fatica ad uscire dall’uso comune e lo dimostra un libro, tutto italiano, pubblicato di recente da Einaudi. In Volevo essere una vedova, Chiara Moscardelli, già autrice di Volevo essere una gatta morta, parla di sé e della sua diretta esperienza di 46enne nubile che vive con disagio l’assenza di un marito. Un disagio in realtà indotto dagli altri, da quanti la fanno sentire “una diversa” per il fatto di non avere ancora marito e figli. Fra le peggiori chiose raccolte dalla Moscardelli c’è quella di chi le fa notare che “se aspetti ancora poi diventa tardi”. Tardi per cosa? Ma per trovare 'uno straccio di uomo' e avere dei figli, ovviamente. Come se una donna non potesse avere altre aspirazioni. La protagonista del romanzo, stanca degli sguardi di commiserazione e delle domande imbarazzanti ('come mai non ti sei ancora sposata?”) decide all’improvviso di sovvertire la situazione fingendosi vedova.

La vera donna è madre

Che nel 2019 una donna single di 46 anni debba inventarsi una vedovanza per evitare domande e commenti inopportuni, la dice lunga sugli stereotipi “cinesi” che ancora abitano il Belpaese. Insomma, donne di scarto forse no, ma “zitellone” sì. È infatti duro a morire il pregiudizio per cui, se hai superato i 40 senza imbatterti in un matrimonio, ci deve essere qualcosa di sbagliato in te (leggi: “non ti ha voluto nessuno”). Perché essere single dopo gli anta, “fa figo” se sei un uomo con tante possibilità di scelta davanti a sé. Le donne hanno invece di fronte a sé la prospettiva di una sveglia biologica che trilla impazzita e soltanto altri 10 anni prima della menopausa: certificata infertilità. Del resto non sono pochi gli uomini, ma pure le signore, che ritengono inutile chi non si sia riprodotta e non lo possa più fare. Le cose stanno cambiando e, soprattutto fra le nuove generazioni, certi stereotipi restano come un residuale rumore di fondo: la libertà di sposarsi, o no, e la libertà di fare figli, o non farli, esiste. Però chi la esercita a volte si trova a doverne spiegare il perché raccogliendo sospetto fra gli astanti, ma anche invida a volte. E parlo per esperienza diretta, come Chiara Moscardelli.

12/06/2019
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