Scandalo in Vaticano: le giornaliste del mensile dell'Osservatore Romano si dimettono in massa
In una lettera a Papa Francesco Lucetta Scaraffia annuncia le sue dimissioni e quelle delle giornaliste del mensile dell'Osservatore Romano. La decisione arriva dopo aver raccontato lo scandalo delle suore abusate
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Non c’è pace per il Vaticano che da qualche tempo ha iniziato a fare i conti con la pedofilia e ultimamente con le violenze sessuali dei sacerdoti sulle suore. Il nuovo scandalo coinvolge la direttrice e le giornaliste del mensile dell’Osservatore romano intitolato “Donne Chiesa Mondo”. Uno scandalo senza esclusione di colpi, dove alle dimissioni in massa dell’intera redazione e della direttrice Lucetta Scaraffia, che ha addirittura indirizzato una lettera a Papa Francesco, ha immediatamente corrisposto una risposta puntuta da parte del direttore dell’Osservatore Romano.
Ma andiamo con ordine. La fondatrice e il comitato editoriale esclusivamente femminile della rivista femminile vaticana, lanciata nel 2012, si sono dimesse perché nei loro confronti, così sostengono, c’è stata una campagna vaticana per screditarle e metterle 'sotto il controllo diretto degli uomini'. Un controllo che è aumentato dopo aver denunciato l'abuso sessuale delle suore da parte del clero.
'Un clima di sfiducia e di delegittimazione'
Così il comitato editoriale del supplemento mensile del quotidiano vaticano ha dato l'annuncio nell'editoriale del primo aprile e in una lettera aperta a Papa Francesco. A scrivere è la direttrice Lucetta Scaraffia: 'Stiamo gettando la spugna perché ci sentiamo circondate da un clima di sfiducia e progressiva delegittimazione. Come ben sa, non siamo state noi a parlare per prime, come forse avremmo dovuto, delle gravi denunce dello sfruttamento al quale numerose donne consacrate sono state e sono sottoposte (sia nel servizio subordinato sia nell'abuso sessuale) ma lo abbiamo raccontato dopo che i fatti erano emersi, anche grazie a molti media. Non abbiamo più potuto tacere: sarebbe stata ferita in modo grave la fiducia che tante donne avevano riposto in noi. Ora ci sembra che un'iniziativa vitale sia ridotta al silenzio e che si ritorni all'antiquato e arido costume della scelta dall'alto, sotto il diretto controllo maschile di donne ritenute affidabili'.
Lucetta Scaraffia racconta che la decisione è stata presa dopo che Andrea Monda, il nuovo direttore dell'Osservatore, succeduto lo scorso 18 dicembre a Gian Maria Vian, aveva detto all'inizio di quest'anno che avrebbe assunto il ruolo di direttore. Poi, dopo che il comitato editoriale aveva minacciato di dimettersi e dopo che i settimanali cattolici che distribuiscono traduzioni di 'Donne Chiesa Mondo' in Francia, Spagna e America Latina, avevano annunciato che avrebbero smesso di distribuire, Monda ha riconsiderato questa decisione. 'Così dopo i tentativi di metterci sotto controllo, sono venuti i tentativi indiretti di delegittimarci. L’effetto è stato di oscurare le nostre parole, delegittimandoci come parte delle comunicazioni della Santa Sede'.
La replica del direttore dell'Osservatore Romano
Andrea Monda cerca di gettare acqua sul fuoco e di chiudere rapidamente la polemica sessista in Vaticano. “In questi pochi mesi da quando sono stato nominato Direttore ho garantito alla professoressa Scaraffia, e al gruppo di donne della redazione, la stessa totale autonomia e la stessa totale libertà che hanno caratterizzato l'inserto mensile da quando è nato, astenendomi dall'interferire in qualsiasi modo sulla fattura del supplemento mensile del giornale e limitandomi a offrire il mio doveroso contributo (nel suggerimento di temi e persone da eventualmente coinvolgere) alla libera valutazione della professoressa Scaraffia e della redazione del supplemento'.
'Il mio impegno non è stato in alcun modo quello di depotenziare il mensile “Donne Chiesa Mondo”, al quale è stato confermato integralmente il budget ed è stata garantita la traduzione e la diffusione in altri Paesi nonostante la necessità generale di contenere i costi della Curia. Il mio impegno è stato e rimane quello di potenziare l'edizione quotidiana de 'L'Osservatore Romano' come è naturale e giusto che sia'. E aggiunge: 'In nessun modo ho selezionato qualcuno, uomo o donna, con il criterio dell'obbedienza. Semmai, al contrario, evitando di interferire con il supplemento mensile, ho sollecitato nella fattura del quotidiano confronti realmente liberi, non costruiti sul meccanismo degli uni contro gli altri o dei gruppi chiusi. E l'ho fatto proprio nel segno dell’apertura e della parresia chiesta da Papa Francesco, nelle cui parole e nel cui magistero tutti ci riconosciamo'. E il futuro del supplemento mensile de 'L'Osservatore Romano'? 'Posso assicurare che esso non era in discussione. E che dunque la sua storia non s’interrompe ma continua. Senza clericalismi di alcun genere', assicura Monda.
Le reazioni
E Il Papa? A lui è stata indirizzata la lettera da parte di Lucetta Scaraffia che raggiunta dall’agenzia Ansa commenta così: “Non so cosa pensi papa Francesca della nostra lettera, io mi auguro che la legga. L'interruzione della collaborazione l'abbiamo decisa noi per il clima che abbiamo subito”. E ancora: “Se spero di essere ricevuta dal Papa? Penso che il Santo Padre abbia cose più importanti da fare'.
Anche la Federazione nazionale della Stampa è intervenuta nella vicenda. L'Fnsi auspica che sia fatta al più presto chiarezza e non venga lasciata alcuna zona d'ombra, in linea con lo spirito introdotto da Papa Francesco