È destituito ma fa lezione, Bellomo avverte: «Aspettatevi delle sorprese»
Cacciato dalla magistratura dopo il caso delle aspiranti giudici cui erano imposte minigonna e tacchi alti, continua ad insegnare
Destituito dalla carica di giudice del Consiglio di Stato dopo il caso dei contratti con imposizione di minigonne e tacchi a spillo alle aspiranti magistrate, Francesco Bellomo continua ad insegnare come se niente fosse. Lo ha scoperto La Stampa che lo ha avvicinato alla fine di una lezione in un albergo poco fuori dal centro di Roma, l’hotel Holiday Inn Eur Parco dei Medici, dove erano in tanti a seguire le sue parole e a prendere appunti.
Protetto da guardie del corpo
Bellomo è uscito dall’aula dopo tre ore di lezione per fare una breve pausa al bar, contornato da quattro ragazze in minigonna. «Io con lei non parlo. Continuo a insegnare, sì. Qual è il problema?», ha risposto al giornalista che lo ha incalzato. Seguito da due uomini della sicurezza privata che non fanno avvicinare nessuno all’aula, lui continua ad insegnare a chi frequenta la sua scuola “Scienza e diritto” e il corso di preparazione al concorso in magistratura.
L’avvertimento
Non vuole parlare Bellomo ma una cosa la dice prima di congedare i cronisti: «Aspettate alcuni giorni e vedrete. Ci saranno delle sorprese. Abbiate solo un po’ di pazienza». L’ex giudice non dà particolari e torna dai suoi allievi: circa 50 tra maschi e femmine per l’ultimo corso prima del test.
La destituzione
Dopo la denuncia del padre di una delle allieve, che ha acceso i riflettori sul caso delle borsiste con minigonne e tacchi alti, l’ex giudice è stato destituito il 12 gennaio dal Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, l’organo di autogoverno dei magistrati dei Tar e del Consiglio di Stato, quasi all’unanimità (un solo astenuto). Lui ha annunciato un appello al Tar ma sul suo operato indagano tre procure.
Un genio
Il fatto non impedisce che Bellomo continui ad essere ritenuto da molte sue studentesse un genio. È uno dei giudici più giovani ad essere entrato nel Consiglio di Stato, pure se è uno dei tre casi di destituzione in 150 anni di storia della giustizia amministrativa. «A me non interessa ciò che fa Bellomo. È considerato un genio del diritto e il mio obiettivo è solo quello di passare questo concorso», spiega una delle corsiste fuori dall’aula. Alcune di queste vestono il dress code prescritto: minigonne nere, altre o vestiti attillati rossi.
«Credo che sia tutto vero – afferma un’altra giovane - ma a me non interessa. Come può vedere sono vestita in modo normale. C’è un’ampia libertà di scelta. Chi vuole vestirsi in quel modo lo fa».
Ma la parata di giovani in minigonna e tacchi non passa inosservata e nell’albergo dove alloggiano centinaia di concorsisti, non solo quelli che seguono Bellomo, alcuni storcono il naso: «Queste scene fanno soffrire. Credevo che fosse qualcosa di più nobile ambire a fare i magistrati».