“Corteggiare non è stalking”: polemiche sulla decisione delle giudici. “Non ci possono accusare di maschilismo”

Il Tar Valle d'Aosta, collegio tutto al femminile, annullò l'ammonimento del questore che imponeva a un uomo di arrestare le molestie nei confronti della maestra delle sue figli

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di Redazione

Qual è il limite fra un corteggiamento non corrisposto, indesiderato, magari eccessivo e lo stalking? Quale la differenza fra atteggiamento molesto e le molestie vere? Ci sono casi in cui il confine può non essere così evidente e se non basa un rifiuto secco e inequivocabile, si può dovere ricorrere alle istituzioni. Aveva destato clamore la decisione del Tar della Valle d'Aosta di accogliere il ricorso di un uomo con la richiesta di annullare il provvedimento di ammonimento del questore di Aosta per avere riservato alla maestra delle sue figlie attenzioni indesiderate: messaggi, piccoli regali e richieste d’incontri che avevano provocato nella donna un "progressivo accumulo di ansia e di timore" secondo la questura.

Provvedimento contro l’uomo annullato

Diversa, invece, l’interpretazione delle giudici del Tar che hanno anche una spiegazione per il disappunto originato dall’annullamento dell’ammonimento al “corteggiatore”. "La ragione di questo certo clamore risiede, secondo la mia opinione, soprattutto nel fatto che a rimarcare il confine tra corteggiamento e stalking sia stato un collegio giudicante tutto femminile, a cui quindi non si poteva certo addebitare un atteggiamento maschilista". La dichiarazione è della presidente del Tar della Valle d'Aosta, Giuseppina Adamo, nel suo intervento scritto in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2025. Il riferimento è proprio alla sentenza con cui il collegio presieduto da Adamo (Jessica Bonetto estensore) nel dicembre scorso aveva annullato l'ammonimento del questore nei confronti di un uomo che per mesi aveva tentato approcci sentimentali nei confronti di una maestra che insegna nella scuola delle proprie due figlie.

Comportamenti "innocui e inoffensivi”

Secondo il collegio giudicante si era trattato di comportamenti "innocui e inoffensivi". "Se questo - per la giudice - è l'aspetto più spendibile a livello comunicativo, quello più problematico è quello del campo applicativo della prevenzione. E una strumentazione utile, se non indispensabile, che può essere affidata solo a funzionari competenti ed esperti, a cui tocca la responsabilità del suo uso accorto e prudente. L'insieme di queste misure, il cui tasso di atipicità e di discrezionalità è necessariamente assai ampio (dovendosi prevedere eventi futuri e non ricostruire fatti del passato, come nell'attività investigativa), è però sempre più messa in discussione dalla Corte europea dei diritti dell'uomo". Per la presidente del Tar della Valle d'Aosta il ragionamento è "fin troppo semplice ma chiaro: una misura 'afflittiva', anche se formalmente amministrativa, è equiparabile a una pena e come tale deve essere trattata. È questa visione panpenalistica di cui bisogna tener conto, pur essendo lontana dalla nostra tradizione".

La storia

Insomma, per il Tar della Valle d'Aosta, un corteggiamento non molesto non è stalking. Ma quali sono i fatti? Per mesi una maestra valdostana ha ricevuto attenzioni, messaggi e piccoli regali dal papà di due bambine che frequentano la sua scuola. Tanto da provocare un "progressivo accumulo di ansia e di timore" secondo la questura di Aosta. Così, l'uomo, nel marzo scorso, ha ricevuto un ammonimento, l'ordine a non proseguire con molestie che potrebbero configurare il reato di atti persecutori. Ma è stato anche invitato dal questore a rivolgersi alla psichiatria per un "percorso di recupero e stabilizzazione delle devianze riconducibili alle condotte persecutorie".

Gli episodi segnalati dalla donna

Dall'ottobre 2022 lo spasimante - stando della questura - avrebbe tentato "insistentemente approcci di natura sentimentale nei suoi confronti, con messaggi, lettere e regali" - come cioccolato, articoli di bigiotteria, profumi e fiori - "incurante che la donna gli abbia espresso, dapprima in maniera delicata ed implicita e poi in modo esplicito e diretto, l'assoluta mancanza di interesse al riguardo". Dopo essersi visto bloccato i messaggi su 'Messenger' e 'Whatsapp', l'uomo "avrebbe ostinatamente tentato di convincere conoscenti comuni ad intercedere" perché la maestra "accettasse di incontrarlo".
La docente ha segnalato anche altri episodi: l'iscrizione nell'aprile 2023 delle due bambine presso la scuola di ballo dove insegna, gli allenamenti del papà, nel marzo scorso, nella palestra che lei stessa frequenta e uno yogurt offerto in un locale dove lui l'aveva trovata in fila. L'insegnante si sarebbe poi vista rivolgere delle domande personali da parte di una delle figlie "per conto del padre".

Corteggiamento sgradito ma non minaccioso

Tutti comportamenti che, per il Tar della Valle d'Aosta, non giustificano il provvedimento precedentemente emesso dalla questura. Secondo il collegio giudicante, il ricorrente si era "limitato ad un corteggiamento, seppur sgradito, mai minaccioso o molesto a tal punto da creare nel destinatario" quello "stato di ansia o di timore per la propria incolumità idoneo a costringerla a cambiare le proprie abitudini di vita come richiesto dall'articolo 612-bis (atti persecutori, ndr) del codice penale".

In difesa dell’uomo, pure l’ex moglie

Secondo il collegio giudicante "i comportamenti tenuti dal ricorrente, pur avendo potuto creare imbarazzo o fastidio" vanno "ritenuti innocui e inoffensivi, essendosi trattato di contatti diluiti nel tempo, estrinsecatisi con sporadici piccoli regali e contatti 'a distanza', attraverso messaggi dal contenuto sempre misurato e mai minaccioso o volgare, mentre risulta che" l'uomo "non ha mai atteso la controinteressata sotto casa".
In difesa del papà anche l'ex moglie, che - come riportato nella sentenza - aveva scritto alla maestra: "Mi sembra davvero assurdo, distruggere una persona con questo gesto", è un uomo "estremamente buono ed estremamente rispettoso verso le donne".