Clamorosa protesta delle donne contro l’elezione di Trump: si rasano i capelli a zero e fanno lo sciopero del sesso

Negli Usa si allarga la protesta delle femministe che si tagliano i capelli, in diretta sui social, contro la vittoria di Trump. Ma c'è pure chi fa lo sciopero del sesso contro gli uomini che l'hanno votato. Intanto è boom di acquisti di pillole abortive nel timore vengano vietate

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La vittoria di Trump preoccupa moltissimo gran parte delle donne americane. Almeno la metà di esse da una settimana sono terrorizzate da quanto accaduto e alcune si sono trasformate in moderne Lisistrate (la commedia di Aristofane, andata in scena ad Atene per la prima volta nel V secolo a.C. dove la protagonista, appunto Lisistrata propone alle altre donne di fare uno sciopero del sesso: finché gli uomini non firmeranno la pace durante la guerra del Peloponneso). Chi ha mariti repubblicani dovrebbe fare, secondo l'appello social, lo sciopero del sesso. Al contrario le trumpiane si impegnano a fare figli per una mappa elettorale sempre più "rossa". 

Le motivazioni

Dietro l'interesse delle "Lisistrate" a stelle e strisce c'è la rabbia per gli attacchi di Trump al diritto di aborto, ma anche sdegno per le accuse di molestie contro il futuro presidente e per il machismo dei giovani elettori che lo hanno sostenuto. Su TikTok paventano che la nuova amministrazione Trump riesca a far passare il bando federale dell'aborto, mentre molte si lamentano per l'aumento della misoginia online in particolare tra i cosiddetti "incel" (celibi involontari che disprezzano le donne) e più in generale temono una progressiva erosione di diritti che fino a ieri consideravano consolidati.

Tante si radono i capelli a zero

Altre invece come simbolo di protesta hanno rasato completamente i propri capelli: “Ha vinto Trump? Con gli uomini abbiamo chiuso”. Intanto però arrivano anche le reazioni da parte di donne che i capelli li perdono a causa di malattie e che si scagliano contro chi ne fa uno strumento di battaglia.

Il caso Stormy Daniels

La sentenza del giudice Juan Merchan sul caso dei pagamenti alla porno star Stormy Daniels è stata rinviata al 19 novembre per dare agli avvocati del presidente eletto il tempo di avanzare nuove argomentazioni su come la sua vittoria elettorale influirà sul caso. Merchan potrebbe decidere di annullare la condanna in base alla sentenza della Corte Suprema sull'immunità presidenziale.
Il procuratore Matthew Colangelo ha chiesto il rinvio al giudice sostenendo che "si tratta di circostanze senza precedenti e le argomentazioni sollevate dall'avvocato della difesa richiedono un'attenta considerazione per garantire che eventuali ulteriori passi in questo procedimento bilancino adeguatamente gli interessi concorrenti di un verdetto di colpevolezza della giuria a seguito di un processo che ha presunzione di regolarità; e l'Ufficio del Presidente". L'avvocato di Trump, Emil Bove, ha invece chiesto che la condanna sia annullata. "E' necessario per evitare ostacoli incostituzionali alla capacità di governare del presidente", ha scritto il legale. 
13/11/2024
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