#MeToo anche in Cina ma la censura insabbia tutto, cancellate le accuse della star del tennis Peng Shuai
In un lungo testo raccontava tre anni di sesso forzato con l'ex vicepremier Zhang Gaoli, che dal 2013 al 2018 è stato uno dei politici più potenti
La Cina ha oscurato ogni riferimento a un messaggio attribuito alla star del tennis Peng Shuai, ex numero uno del mondo nel doppio, che ha accusato sui social network un ex leader comunista di averla costretta a una relazione sessuale, per poi farne la sua amante.
Il post oscurato
L'accusa era stata formulata in un post pubblicato martedì sull'account Weibo ufficiale della 35enne cinese, vincitrice del torneo Roland Garros in doppio nel 2014, oscurato poco dopo. In un lungo testo Peng Shuai raccontava tre anni di sesso forzato con l'ex vicepremier Zhang Gaoli, oggi 75enne, che dal 2013 al 2018 è stato uno dei politici più potenti della Cina. Ma mentre la censura cancellava il messaggio dall'internet cinese, le condivisioni oltrepassavano il confine diffondendosi a macchia d'olio.
Lo stupro
Mai le denunce del #MeToo erano arrivate a toccare così da vicino i vertici del potere di Pechino. Tra gli episodi riferiti dalla Peng c'è quello di un presunto stupro avvenuto quando Zhang l'aveva invitata a casa sua circa tre anni fa per una partita di tennis insieme alla moglie. 'Quel pomeriggio non ero consenziente, ho pianto per tutto il tempo', aveva scritto la tennista.
Lo scandalo investe il partito
Ma mentre la censura cancellava il messaggio dal web cinese, le condivisioni si diffondevano a macchia d'olio in tutto il mondo, alimentando ulteriormente il caso. Secondo i dati di Weibo, un post sull'account ufficiale della giocatrice è stato visualizzato più di 100 mila volte, anche se il contenuto non è specificato. L'autenticità del messaggio è rimasta senza verifiche, anche perché dopo le polemiche l'entourage dell'atleta ha scelto finora di rifiutare ogni commento, come del resto l'ex vicepremier sotto accusa. Gli account di entrambi risultano al momento inaccessibili. Ma lo scandalo era ormai scoppiato e, in attesa di dichiarazioni ufficiali, rischia di trascinarsi fino a un'importante riunione del Partito comunista prevista nei prossimi giorni a Pechino.