Presa un attimo prima di scappare: la storia di Sophia, la giornalista torturata e condannata a 5 anni di carcere

Giornalista di inchiesta, 36 anni, nel settembre 2021 è scomparsa insieme a un altro collega. Era detenuta con l'accusa di sovversione del potere statale. Oggi è arrivata la condanna

Presa un attimo prima di scappare la storia di Sophia la giornalista torturata e condannata a 5 anni di carcere

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I diritti umani, quelli che in Europa diamo per scontati, in gran parte del pianeta non sono considerati inviolabili e chi si batte perché lo siano può pagarla molto cara. E' quello che è capitato a Sophia Huang Xueqin, giornalista e attivista cinese condannata a 5 anni di carcere per il suo coinvolgimento nel movimento globale Metoo. Prima di lavorare come giornalista indipendente, Huang si era formata come giornalista investigativa per diversi quotidiani nella provincia del Guangdong, in Cina. Ma nel settembre 2021, insieme a un collega e anch'egli attivista, Wang Jianbing, scompare, per poi scoprire tempo dopo che i due erano detenuti con l'accusa di sovversione del potere statale in carcere. Nel 2022, mentre era ancora rinchiusa senza un processo, ha ricevuto il Wallis Annenberg Justice for Women Journalists Award dalla International Women's Media Foundation (IWMF), assegnato ai giornalisti ingiustamente incarcerati per il loro lavoro di diffusione della verità.

Il suo lavoro (e quindi la sua colpa)

Fare la giornalista in un Paese non democratico, all'interno di un sistema di potere totalitario può risultare molto pericoloso. Chi lavora nell'informazione in Cina è un portavoce del Partito comunista e racconta quello che il potere governativo permette. Ma il giornalismo può funzionare solo in un sistema democratico o diventare professione per eroi o martiri. Nell'ottobre 2017, Huang ha avviato un sondaggio sulle esperienze delle giornaliste cinesi in materia di molestie sessuali raccogliendo 416 risposte. Il 7 marzo 2018, sulla base di questo sondaggio pubblica un rapporto sugli abusi subiti dalle giornaliste cinesi. Esce fuori una percentuale spaventosa che fotografa quanto la società cinese sia maschilista e violenta. L'80% di loro ha subito molestie sessuali almeno una volta, il 42,2% più di una volta. 

Fin qui tutto bene...

Nello stesso anno una studentessa di nome Luo Xixi ha riferito in forma anonima che il professore con cui svolgeva il dottorato di ricerca all'Università di Beihang, Chen Xiaowu aveva per anni molestato i suoi studenti. L'ateneo non rispose, così dopo aver visionato il rapporto di Huang sull'esperienza delle giornalisteha deciso di contattarla. Insieme hanno esposto i comportamenti di Chen Xiaowu il 1 gennaio 2018 su Weibo e hanno ricevuto più di tre milioni di visualizzazioni in un giorno. In risposta, l'università ha revocato le credenziali di insegnante di Chen Xiaowu, mentre il Ministero dell'Istruzione ha revocato il suo titolo di "Borso di Changjiang". Ciò ha segnato l’inizio del movimento cinese #MeToo. Successivamente, Huang ha avviato diverse campagne per sostenere molti sopravvissuti al #MeToo.

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Il primo arresto

La prima volta che è stata arrestata risale all'11 giugno 2019, quando pubblicò un post sui suoi social media in cui raccontò che la polizia di Guangzhou l'aveva picchiata perché aveva scritto un articolo sui manifestanti di Hong Kong. Raccontò che i suoi genitori erano terrorizzati. L'accusa l'arresto era di "provocare litigi". Il 17 gennaio 2020, Huang venne rilasciata su cauzione.

L'arresto del 2021

Il 19 settembre 2021, Huang e il difensore dei diritti dei lavoratori Wang Jianbing sono scomparsi. Metodi che tanto ci ricordano i peggio regimi, da quelli sudamericani a quello egiziano. Huang stava per partire per iniziare dei nuovi corsi presso l' Università del Sussex dopo aver ricevuto una borsa di studio. Solo nel novembre 2021, è stato confermato che sono stati arrestati e che le loro famiglie hanno ricevuto avvisi di arresto emessi dall'Ufficio di pubblica sicurezza di Guangzhou ma solo due mesi dopo. L'avviso affermava che erano stati arrestati dall'Ufficio di pubblica sicurezza di Guangzhou con il sospetto di incitamento alla sovversione del potere statale e che ora erano detenuti nel centro di detenzione n. 1 di Guangzhou. L'accusa riguarda anche gli screenshot pubblicati dal gruppo di "articoli e discorsi distorti e provocatori che attaccavano il governo nazionale sui social media" ancora "riunire organizzatori stranieri per partecipare a corsi di formazione online per 'azioni non violente'". 

La sentenza

La condanna è di 5 anni di carcere dopo essere stata giudicata colpevole di "incitamento alla sovversione dei poteri dello Stato". Huang ha anticipato di voler fare appello contro la sentenza, secondo quanto riferito dai suoi sostenitori. L'attivista del lavoro Wang Jianbing, 40 anni, anch'egli processato con Huang, è stato invece condannato a 3 anni e sei mesi. I due amici erano stati arrestati nel settembre 2021, un giorno prima che Huang volasse nel Regno Unito per studiare all'Università del Sussex. Sono stati prima trattenuti nel primo centro di detenzione di Guangzhou, dove i loro avvocati affermano che sono stati sottoposti a interrogatori segreti, torture e maltrattamenti. La ong con sede negli Stati Uniti, Chinese Human Rights Defenders (CHRD), ha detto che la polizia ha anche interrogato circa 70 dei loro amici, alcuni dei quali sono stati costretti a lasciare Guangzhou. Huang e Wang sono stati accusati di incitamento alla sovversione del potere statale per aver organizzati incontri regolari per discutere questioni come il femminismo, i diritti LGBTQ+ e i diritti sul posto di lavoro.

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14/06/2024
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