La ballerina russa che rischia l'ergastolo per 50 dollari all'Ucraina. Le detenute tra gelo, ragni e feci

La colpa della 33enne? Aver inviato la magra somma di 51,80 dollari a un ente di beneficenza ucraino

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Vietata la beneficenza. Se questi soldi, anche solo pochi spiccioli sono per gli ucraini. La guerra di Mosca a Kiev si fa anche sulla pelle dei suoi cittadini dissidenti o semplicemente non in accordo con un conflitto inutile e dannoso anche per gli stessi russi (pensiamo a tutte le sanzioni imposte, che ovviamente scontano i cittadini non Putin). Ed è esattamente in questo clima dispotico che una ballerina di 33 anni di nome Ksenia Karelina è stata arrestata e sottoposta a processo per alto tradimento. L'accusa è di aver inviato la magra somma di 51,80 dollari a un ente di beneficenza ucraino. Il punto non è la quantità di denaro ma l'aver ammesso con quella donazione di essere contrari all'occupazione e quindi nemici in patria. 

La vita della giovane

Ksenia vive e lavora a Los Angeles e ha doppia cittadinanza americana e russa, era stata arrestata da agenti dei servizi segreti russi alla fine di gennaio mentre era in viaggio per visitare la sua famiglia vicino a Ekaterinburg. Se giudicata colpevole, rischia da 12 anni fino all'ergastolo. Washington ha accusato Mosca di arrestare i suoi cittadini con accuse infondate per usarli come merce di scambio per garantire il rilascio dei russi condannati all'estero o in qualsiasi ambito negoziale - formale o meno - con gli Stati Uniti. Karelina ha rivolto un sorriso malinconico ai giornalisti in tribunale, mentre il suo compagno negli Stati Uniti ha presentato pubblicamente una petizione per la sua liberazione.

Il processo

È iniziato ieri nella Russia occidentale il processo contro di lei. Il servizio stampa del tribunale regionale di Sverdlovsk ha riferito che Karelina “ha inizialmente effettuato un trasferimento di fondi nell’interesse di una delle organizzazioni ucraine, che sono stati successivamente inviati per l’acquisizione di articoli di medicina tattica, attrezzature, armi e munizioni da parte delle forze armate dell’Ucraina”. Il giudice Andrei Mineev, che sta esaminando anche il caso del giornalista americano incarcerato Evan Gershkovich, ha chiuso il processo alla stampa. Le viene contestato “Inoltre ha ripetutamente preso parte ad azioni pubbliche a sostegno del regime di Kiev mentre si trovava negli Stati Uniti”. Nell’aprile dello scorso anno il presidente Vladimir Putin ha firmato una serie di emendamenti che hanno aumentato la pena massima per il reato di alto tradimento da 20 anni all’ergastolo.

Le parole del marito americano

Chris Van Deerden, marito di Karelina, ha detto alla CNN di aver comprato i biglietti per visitare il paese come regalo di compleanno. Ha riferito che la moglie era "orgogliosa di essere russa, che non si occupa di politica e interviene in merito alla guerra”. Poi ha aggiunto: "Credo che l'America la riporterà da me".
 

La testimonianza di un'altra americana detenuta in Russia

“Dio mio, come ho potuto fare questo errore, dove avevo la testa? Davanti a me vedevo sparire anni di duro lavoro”. Brittney Griner ha raccontato due mesi fa per la prima volta, in un’intervista a Abc, il calvario vissuto in carcere in Russia, prima di essere liberata in uno scambio di ostaggi. Griner, che ha la stessa età di Ksenia, considerata una delle star del basket femminile americano, ammette di aver pensato anche al suicidio: "Nella cella si gela e venivo assalita dai ragni".. “Più volte ho pensato di farla finita. Soffrivo troppo, vivevo tutto questo molto male, non ero certa che ce l’avrei fatta. Sì, davvero, l’ho pensato”.  “C’è stato un momento che mi sono detta: e se non consegnano il corpo alla mia famiglia? Non posso sottoporli a questa cosa, devo resistere”. L'atleta è finita l’anno scorso nel tunnel della depressione e sottoposta a cure mentali. “Dormire era difficile - ha raccontato - c’era un’enorme macchia di sangue sul materasso e avevi solo lenzuola sottili, per cui in pratica dormivi sulle sbarre del letto”. Un solo rotolo di carta igienica al mese e dentifricio scaduto quindici anni prima. “Avevo un paio di magliette - ha aggiunto - un paio di canottiere, le scarpe che avevo ai piedi. Una maglietta la usavo per pulirmi, un’altra come rotolo di carta igienica. Lo sporco ovunque, il buco della fogna con tutte le feci, beh, quello è stato un momento in cui mi sono sentita davvero sporca, la più sporca, meno di un essere umano”. Il freddo nella cella aveva fatto il resto. Così la decisione di tagliarsi le treccine rasta. “Si erano congelate e avrei rischiato di ammalarmi. E poi avevo ragni che strisciavano lungo il letto. Avevano fatto il nido. A un certo punto devi fare quello che serve per sopravvivere”. 

Le donne detenute in Russia

Metà della popolazione carceraria mondiale risiede tra Cina, Russia e Stati Uniti. Le detenute russe sono l’8,1 per cento. Secondo l’Oms almeno un terzo di loro quando arriva in carcere soffre di una malattia infettiva. Recentemente la fotografa Elena Anosova ha seguito per due mesi la popolazione femminile di tre colonie penali russe, cercando di capire come la reclusione cambia l’identità e la fisicità delle di queste donne. Dopo l'inizio dell'occupazione in Ucraina l'esercito ha deciso reclutare carcerate, infatti già dal 2023 sono iniziati i treni con posti riservati per il trasporto di prigionieri e una delle carrozze era riservate alle donne condannate. Trasportate nelle zone di confine vengono messe a lavorare come braccianti agricoli nei campi per il rifornimento alimentare dell'esercito. Parliamo di veri e propri lavori forzati. 

21/06/2024
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