La protesta dei centri estetici chiusi: 'Scelta assurda e discriminatoria che porta al dilagare dell'abusivismo'

Si stima che in questo momento, In Italia, gli abusivi superino quota 120mila e vengano a contatto con una media di 5 persone al giorno

di Redazione

Cresce il disagio degli esercizi commerciali costretti alla chiusura dalle regole anti Covid 19 e stavolta sono i centri estetici a fare la voce grossa. Marco Postiglione, fondatore e presidente di Marco Post, la prima rete in Europa di centri estetici specializzati in antiage senza bisturi con oltre 80 punti vendita attivi sul territorio nazionale, è stato tra i primi a dare voce alla protesta di categoria.

Ma i centri estetici, già molto colpiti dal lockdown di primavera, sono ora sul piede di guerra per le nuove chiusure imposte fino al 3 dicembre nelle zone rosse dal nuovo dpcm.

Secondo Postiglione e l’intero settore si tratta di “una scelta assurda che ci discrimina. Nelle zone rosse ci sono oltre 4mila centri estetici, spesso gestiti da imprenditrici donne, in cui lavorano più di 10mila operatrici che ora vedono le proprie mansioni svolte altre categorie come barbieri, parrucchieri, dentisti e farmacisti che si sono attrezzati per fornire servizi di estetica come manicure e pedicure. Perché, pur essendo stati equiparati a loro fin dall’inizio della pandemia in quanto a limitazioni e protocolli di sicurezza, i centri estetici non proseguire la propria attività?”.

A mancare sono proprio le risposte alle continue richieste di chiarimenti avanzate al governo: “vogliamo chiarimenti ufficiali, – specifica Postiglione – ma finora abbiamo ricevuto dalle istituzioni soltanto silenzio. È come se fossimo fantasmi”.

Il dilagare dell’abusivismo

C’è inoltre un ulteriore problema, quello degli abusivi, che diventa di giorno in giorno sempre più grande anche sotto il profilo della sicurezza generale. Roberto Papa, presidente di Confestetica, ha infatti svolto delle ricerche in merito evidenziando numeri molto preoccupanti.

Si stima che in questo momento, In Italia, gli abusivi superino quota 120mila e vengano a contatto con una media di 5 persone al giorno: si tratterebbe quindi di quasi un milione di possibili contagi al giorno, una cifra enorme.

Una scelta, folle secondo il fondatore di Marco Post: “nei centri estetici non esistono rischi di contatto simili a quelle di un parrucchiere che opera a pochi centimetri dal viso; non sussistono nemmeno pericoli di assembramento, in quanto le cabine ospitano soltanto un operatore e un cliente per volta. In aggiunta a ciò, tutti i centri estetici si sono adeguati ai protocolli di sicurezza e sanificazione anti Covid, spesso a fronte di investimenti molto ingenti. A tutti i clienti viene misurata la temperatura, impieghiamo materiale usa e getta: tutto è adibito per rispettare le regole in totale sicurezza. Così facendo non si fa altro che consentire il dilagare dell’abusivismo, un pericolo per tutti che si potrebbe facilmente disinnescare continuando a far lavorare i luoghi più sicuri in cui effettuare trattamenti alla persona: i centri estetici, appunto”.

La speranza, conclude Marco Postiglione, “è che il governo torni sui suoi passi dopo aver chiesto alla categoria di sanificare e adeguarsi ai protocolli, cosa che è stata fatta. Chiediamo solo di poter tornare a lavorare”