Carla che una volta era Enzo: la storia dell'ex poliziotto che si è salvato grazie a una bugia e ora è una donna libera

Oggi Carla è una donna transgender libera ma con un peso sul cuore. Nell'alluvione del 2013 in Sardegna morirono la compagna e la figlia di 18 mesi

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Mentre osservi sorridere questa donna ti chiedi come è possibile che dentro una sola persona risieda tanta forza. Carla Baffi è una donna transgender con un passato tragico alle spalle. Romana, 59 anni, fino a poco tempo fa era il poliziotto Enzo Giagoni. In molti ricorderanno questo nome perché è purtroppo quello dell'uomo che nell'alluvione in Sardegna del 2013, perse la compagna Patrizia e la figlia Morgana di 18 mesi, travolte da un'onda di fango, mentre tutti e tre erano in auto nel tentativo di rientrare a casa. 

La bugia 

Non ci sarebbe nessuna Carla se qualcuno non avesse mentito assicurandogli che invece Patrizia e Morgana erano vive. "Sono tornata in mezzo al fango. Quando ho capito che non avrei più rivisto Patrizia e Morgana, avevo deciso di lasciarmi andare, facendomi trascinare e inghiottire dai quattro metri d'acqua mista a fango. Poi una persona mi ha detto una bugia facendomi credere di averle recuperate entrambe vive per convincermi ad aggrapparmi al suo braccio. Mi ha mentito, ma mi ha salvato la vita".

Il ritorno alla vita

"In tanti hanno pensato che fossi diventata pazza dopo il dolore di quella perdita". Carla, che ha iniziato il suo percorso di transizione nel 2019, e tiene a precisare che questa sua scelta non c'entra nulla con la terribile tragedia che gli ha fatto perdere la figlia e la donna che amava racconta: "Quando ho aperto i profili social col nome di Carla, in tanti lo hanno collegato a Enzo e per il dolore di quella perdita hanno pensato avessi deciso di diventare donna. Ma io sono sempre stata Carla, da sempre. La stessa Patrizia era a conoscenza della mia natura. Quando, dopo un lungo percorso, ho cominciato a recuperare un po' di serenità, ho capito che ero ancora in tempo per essere pienamente me stessa".

Il percorso di transizione

"Ricordo benissimo quando mi sono accorta della mia disforia di genere, avevo 7 anni ed era il giovedì santo del 1972. Non c'era ancora una legge in Italia che permettesse il cambio di sesso. Faccio parte di una generazione che ha avuto molte più difficoltà a potersi esprimere liberamente. Oggi un bambino o una bambina e le loro famiglie possono appoggiarsi a molte strutture che aiutano a compiere il percorso di transizione". E poi spiega come ha compreso dentro di sé che era una bambina: "Nel dolore che provavo a togliermi i vestiti da bambina che indossavo per gioco e a mettere quelli da maschio, il dolore di chi è costretto a non essere se stessa". 

 
 
 
 
 
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28/02/2025
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